«20 euro a testa», «20 o 50», «alcuni anche per 15»

Voci che suscitano perplessità, sconcerto, indignazione, rabbia per eventuali possibili fatti. A Sulmona, dove si è votato negli stessi giorni, il racconto di un ragazzo 20enne che ha affermato di aver ricevuto 20 euro per votare un candidato è finito sulla scrivania della locale Procura.

«20 euro a testa», «20 o 50», «alcuni anche per 15»

«Addirittura qualcuno fotografa» ha raccontato su facebook il senatore Gianluca Castaldi (Movimento 5 Stelle) è accaduto lo scorso 4 ottobre durante il primo turno delle elezioni amministrative a Vasto. E ci sono stati elettori scoperti mentre tentavano di fotografare la scheda. Gesto vietato dalla legge per evitare possibili voti di scambio o ricatti elettorali. Quei ricatti, ha sottolineato lo stesso Castaldi, «segnale della disperazione che invoca il “salvatore” senza sapere che il “salvatore” stesso è il proprio aguzzino».

La domenica successiva Anna Bontempo su Il Centro ha riportato la denuncia di una rappresentante di lista: un elettore è andato in escandescenze fino ad andarsene senza votare per il divieto di poter portare il cellulare in cabina. «Non rinuncio a 50 euro a voto» l’eloquente titolo dell’inchiesta di Anna Bontempo.

Una denuncia che ha destato indignazione e scalpore in città e le prese di posizioni di diversi candidati ed esponenti politici. L’evento «raccontato e circostanziato con esattezza», ha scritto il candidato sindaco del centrodestra Guido Giangiacomo pubblicando la foto dell’articolo su facebook, «lo ritengo gravissimo e deve far riflettere».

«Ai miei concittadini – l’appello di Giangiacomo – dico ribellatevi contro cose del genere». Il post ha suscitato, come doveroso, una serrata discussione e tanti lo hanno commentato esprimendo sdegno, indignazione e rifiuto di fatti, ha sottolineato sempre il candidato sindaco del centrodestra, «che violano il più sacro dei diritti: quello di voto». Tra i primi commenti quanto riportiamo nell’immagine di quest’articolo «io sapevo a voce di popolo che davano 20 euro a testa».

Commento a cui ha risposto una candidata alla carica di consigliera comunale nella stessa coalizione ha scritto  «20 o 50, a seconda del candidato» e un’altra cittadina «alcuni anche per 15».

Voci, come definite nel commento stesso, messe nero su bianco. Voci che suscitano perplessità, sconcerto, indignazione, rabbia per eventuali possibili fatti. A Sulmona, dove si è votato negli stessi giorni, il racconto di un ragazzo 20enne che ha affermato di aver ricevuto 20 euro per votare un candidato è finito sulla scrivania della locale Procura.

Non è compito nostro accertare la reale verità di fatti, atti e circostanze. Ma non possiamo, anzi non dobbiamo, tacere e far finta di nulla. Non l’abbiamo mai fatto sin dal primo giorno e non lo faremo adesso o in futuro. Ancor di più di fronte al momento più importante e vitale della democrazia quale la partecipazione ad una consultazione elettorale.  

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