5 febbraio 1901: nasce Antonio Vincenzo Gigante

Nato a Brindisi, nel ’22 si trasferisce a Roma e lavora come operaio edile, diventando presto un punto di riferimento del movimento sindacale, nonché del nascente Partito Comunista, contribuendo all’organizzazione di una manifestazione da 18 mila partecipanti nonostante il fascismo già imperante.

5 febbraio 1901: nasce Antonio Vincenzo Gigante

La biografia di Antonio Vincenzo Gigante, detto 'Ugo’, si intreccia a doppio filo con la storia del movimento sindacale, del comunismo italiano e della lotta antifascista. Tutta la sua vita, fin dal primo arresto nel '19 a causa di una protesta a sostegno dei militari che rifiutano di imbarcarsi per la Libia, ha rappresentata una manifestazione dei suoi valori e del suo impegno politico, fino al tragico epilogo.

Nato a Brindisi, nel ’22 si trasferisce a Roma e lavora come operaio edile, diventando presto un punto di riferimento del movimento sindacale, nonché del nascente Partito Comunista, contribuendo all’organizzazione di una manifestazione da 18 mila partecipanti nonostante il fascismo già imperante.

La situazione, però, rapidamente precipita, tanto che Gigante è costretto a fuggire prima in Unione Sovietica e poi a Parigi, rientrando in Italia a varie riprese, ma sempre in clandestinità.

Entra a far parte del Comitato Centrale del partito e nel ’33 è arrestato e condannato dal Tribunale speciale a venti anni di carcere da scontare a Civitavecchia, nel ’42 commutato in confino. Per dieci anni Antonio Gigante sconta la sua pena, fino al 25 luglio ’43: alla destituzione di Mussolini, lui e i compagni di prigioni si attendono di essere liberati, ma ciò non avviene. Dopo l’Armistizio, allora, prende in prima persona l’iniziativa e organizzazione una ribellione e un’evasione di massa.

Tentano dapprima di raggiungere il sud liberato, ma non riescono ad attraversare il fronte. Si dirigono dunque a nord, attraverso la Romagna e il Veneto, raggiungendo Trieste, dove Gigante organizza le prime bande partigiane e prende contatto con le formazioni jugoslave.

È proprio nella città giuliana che, nell’autunno ’44, Antonio Gigante cade vittima di una delazione: seppur allo stremo delle forze a causa delle ripetute torture, rifiuta sempre di tradire, fino a che i nazisti decidono di ucciderlo nel forno crematorio di San Sabba.

Gli è stata conferita, post mortem, la Medaglia d’Oro al Valor Militare e due targhe lo ricordano a Brindisi e a San Sabba. A Trieste è stata anche posta una pietra d’inciampo in sua memoria. La figlia Miuccia, che ha visto il padre solo una volta nella vita, è stata per oltre 20 anni Segretaria Nazionale ANED e ha speso tutta la propria vita nel ricordo del padre.
 

Per approfondire:

V. Stamerra, A. Miglio, P. Miano, Vincenzo Gigante detto Ugo. Un eroe brindisino, Hobos edizioni, Brindisi, 2005;
M. Gigante, P. Pozzi, Mai più lontani. Antifascismo e resistenza visti con gli occhi di una bambina. Ricordo di Vincenzo Gigante, Mimesis, Milano, Udine, 2016.

fonte: ANED - Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi nazisti