Verso il 19 luglio: gli appuntamenti della «Città Invisibile»

Il 17 luglio prossimo, in occasione del XXIX anniversario della Strage di Via D’Amelio sarà una giornata ricca per i giovani dell'Orchestra "Falcone Borsellino".

Verso il 19 luglio: gli appuntamenti della «Città Invisibile»

Alle 11.00, in collaborazione con il “Parco Valle dei Templi” di Agrigento, suonerà all’evento: “…E IN TERRA LASCIAI LA MIA MEMORIA”. Ospite d’onore sarà il testimone di giustizia Ignazio Cutrò, che, un anno fa, insieme a Piera Aiello e a Salvatore Borsellino, è sceso in campo in difesa dell’orchestra, vittima di uno sfratto da una sede comunale in Adrano.

Davanti al peristilio del Tempio di Giunone, i giovanissimi musicisti dell’Orchestra Giovanile “Falcone Borsellino”, diretti dal Maestro Semaias Botello eseguiranno un concerto di musica classica e un breve reading dantesco che verterà sul tema della giustizia in Dante. Infatti, questi due anniversari, quello della Strage di via D’Amelio e quello dei 700 anni dalla morte del Sommo Poeta, sono stati elegantemente affiancati dai ragazzi, per mettere in luce alcuni punti di congiunzione tra il pensiero di Dante sulla Giustizia e quello di Paolo Borsellino. Entrambi infatti, sia pure con le imprescindibili distanze dovute alla collocazione nel tempo e al ruolo svolto, furono ispirati dalla visione di una Giustizia divina, dalla quale idealmente occorre far discendere il compito della vera giustizia nella società. La giustizia divina resta per Dante un mistero che solo un atto di fede può riconoscere: essa esiste, come esiste il fondo del mare anche se l’uomo non riesce a vederlo (“Com’occhio per lo mare”, Paradiso, Canto XIX). Ma, secondo Dante, l’uomo possiede una prova del fatto che il “Diritto” con la “D” maiuscola, in cui poggiano le istanze della giustizia umana, derivi, nella sua espressione più alta, dalla Giustizia stessa di Dio: la prova è che la Giustizia divina ricompensa solo gli uomini che in terra sono stati veramente “giusti”, ovvero coloro che hanno agito in piena conformità alla “Giustizia” e non coloro che l’hanno amministrata, violandone i principi etici basati sul Vangelo. Pertanto Dante ci spinge a credere e a batterci per la realizzazione di una giustizia terrena che tende alla giustizia divina.



Ed è proprio Paolo Borsellino a segnare un testimonianza viva della fattibilità di questa concezione nella pratica giurisprudenziale. Borsellino, uomo di fede e, nel contempo, dotato di un alto senso dello Stato e della giustizia, ebbe un senso etico del proprio ruolo di giudice, che intrecciò con un intenso vissuto personale. Lo dimostrano quelle sue parole espresse poco prima di essere ucciso, che sono diventate il manifesto della più “etica” delle battaglie contro la mafia, fenomeno-essenza dell’ingiustizia contemporanea: “La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte – proprio perché meno appesantite dai condizionamenti e dai ragionamenti utilitaristici che  fanno accettare la convivenza col male – a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e, quindi, della complicità”. E lo dimostra la sua storia di magistrato che non degenerò mai in ricerca del proprio vantaggio personale e in carrierismo, ma si fuse realmente con il più profondo rispetto della giustizia, volgendo in consapevole martirio.

Al pomeriggio, alle 17.00, dopo aver visitato la "Casa del beato Livatino", nella CHIESA DI SAN DOMENICO (Piazza Dante 89 di CANICATTÍ) l'orchestra "Falcone Borsellino" suonerà nell'evento “SUB  TUTELA DEI”. Alla presenza dei familiari del giudice Saetta e del giudice beato Rosario Livatino, di Luciano Traina (fratello dell'agente Claudio Traina, ucciso con Emanuela Loi, Eddie Walter Cosina, Agostino Catalano, Fabio Li Muli e il giudice Borsellino), di Antonio Vullo (l'agente di scorta superstite della strage via D'Amelio), del giudice Felice Lima e del dottore Carlo Palermo. E saranno proprio i familiari dei due giudici a consegnare i premi istituiti dall'organizzazione per dare un segno di continuità etica e ideale tra ieri e oggi. PREMIO “ANGELI SCORTA” verrà assegnato a Luciano Traina, per la sua preziosa opera di diffusione dei valori attraverso la pubblicazione di recente di un libro dal titolo "Vi abbraccerei tutti", in cui narra e spiega la propria battaglia in difesa della verità con grande dignità e coraggio, con umile fedeltà al bene civile comune. Lo stesso PREMIO “ANGELI SCORTA” sarà assegnato ad Antonio Vullo, testimone che ha restituito alla storia il grande valore di essere "Angeli Scorta".

Il PREMIO “ANTONINO SAETTA”, intitolato al grande magistrato ucciso con il figlio Stefano, verrà assegnato ad una sorta di "patriarca" della giustizia italiana, il dott. Carlo Palermo, vittima anch'egli della Strage di Pizzolungo, che ha trasformato il dolore del tragico omicidio di Barbara Rizzo e dei gemellini Salvatore e Giuseppe Asta, in una ricerca continua delle radici di tante stragi. Proprio in queste settimane è uscito il suo nuovo libro dal titolo "Il Patto", in cui è riuscito a decifrare le chiavi dell'oscuro disegno di un Male organizzato e presente a livello mondiale. Il PREMIO “BEATO ROSARIO LIVATINO”, sarà consegnato al dott. Felice Lima, magistrato coraggioso, che dalla fede cristiana ha tratto ispirazione, guida e nutrimento per servire con dedizione e credibilità la Giustizia.
Si ringrazia don Salvatore Casà parroco della Chiesa di San Domenico, le Associazioni "CASA GIUDICE LIVATINO",  ANLAI, LIAC.