Amata scrittura

IN PUNTA DI PENNA... di Giuseppina Rosato. Dopo due stagioni di Maturità anomala, di cui era stata rivista, revisionata, rimodellata la facies, condensandola sostanzialmente in un’unica prova, ossia un colloquio multidimensionale, finalmente siamo tornati ad una pseudo-normalità, con il ripristino anche delle prove scritte. Oggi, infatti, si è svolta la prima prova dell’Esame di Stato 2022, ministeriale e unica per tutti gli ordini di scuole; domani, invece, avrà luogo la seconda prova, predisposta dalle singole commissioni e specifica per ogni tipologia di scuola.

Amata scrittura

Un legittimo stato di ansia, apprensione, agitazione si percepiva dai gesti, dalle posture, dagli sguardi degli studenti e delle studentesse questa mattina, in attesa che arrivasse la chiave di accesso per scaricare il plico telematico contenente la prova stessa, con le 7 proposte: due per la tipologia A (Analisi e interpretazione di un testo letterario), tre per la tipologia B (Analisi e produzione di un testo argomentativo), due per la tipologia C (riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità).

 

Alla consegna della prova, via via che sfogliavano le sette pagine del fascicolo tra dita ancora tremolanti e cuori palpitanti, i volti degli alunni sembravano progressivamente distendersi e rasserenarsi. Gli Autori scelti per la tipologia A, Giovanni Pascoli per la poesia e Giovanni Verga per la prosa, sono stati ampiamente studiati e affrontati nei programmi curricolari. Tra Nedda, da una parte, e La via ferrata tratta da Myricae, dall’altra, sarebbero stati in grado di orientarsi sia nei sentieri del Verismo verghiano che del Decadentismo pascoliano, così come partire da qui per affrontare il dualismo paesaggio rurale-progresso tecnologico e il mondo degli “umili” nati dalla penna dello scrittore siciliano.

 

Sicuramente testi che non rientravano nelle aspettative più immediate degli studenti, rispetto al molto più pronosticato Pier Paolo Pasolini – in considerazione del centenario della nascita dell’uomo, dell’artista, dell’intellettuale scomodo! –, ma selezione sicuramente da loro apprezzata.

 

Se avessero voluto poi optare per una delle proposte della tipologia B, non avrebbero avuto che l’imbarazzo della scelta: dal testo di Liliana Segre e Gherardo Colombo, “La sola colpa di essere nati”, che consentiva di inquadrare poi il contesto storico, con tutte le implicazioni di natura sociologica, politica, socio-culturale nonché l’attualizzazione delle tematiche affrontate, al testo sul potere universale e unificatore della musica, Musicofilia, per arrivare dunque alla terza traccia della tipologia B, di natura tecnico-scientifica, incentrata sul cambiamento climatico.

 

Ai maturandi è stato sottoposto uno stralcio del discorso che Giorgio Parisi, premio Nobel per la Fisica nel 2021, ha tenuto alla Camera dei Deputati prima della Conferenza sul clima di Glasgow. A partire da questo brano, è stato richiesto agli studenti e alle studentesse di analizzare il tema del cambiamento climatico e l’impatto che esso ha avuto e ha sulle nostre vite.

 

Le scuole hanno lavorato molto sul tema Ambiente, con l’Agenda 2030, anche all’interno dei curricoli d’Istituto per l’insegnamento dell’Educazione civica. Quindi, anche per questo filone avrebbero avuto molto materiale a disposizione su cui poter argomentare.

Infine, per le tematiche di attualità intrinseche nelle due proposte della tipologia C, si è spaziato dal Covid, il virus che non discrimina, alla correlazione tra disastri economici e pandemia, nell’ottica dell’ecologia integrale di cui parla Papa Francesco, alla minaccia delle armi, al mondo iperconnesso.

 

La dicotomia tra reale e virtuale, tra vita on-line e off-line è stato l’argomento maggiormente favorito dai nostri maturandi, lasciandosi ispirare dal brano tratto dal libro “Tienilo acceso: posta, commenta, condividi senza spegnere il cervello” di Vera Gheno e Bruno Mastroianni. Sentendosi particolarmente coinvolti, hanno dato voce ai loro vissuti, arrivando nel “porto sepolto” della loro interiorità e, attraverso una parola scavata, attraverso un profondo scandaglio del loro Io quotidiano, sono tornati alla luce con i loro canti e li hanno dispersi, proprio come ci invita a fare Giuseppe Ungaretti, riconoscendo alla poesia un forte potere conoscitivo di sé stessi.

 

                        prof.ssa Giuseppina Rosato (Liceo Manin – Cremona)