Anna Zevi e la ricostruzione storica di Italo Baratella

L’estense Italo Baratella, attraverso una approfondita ricerca storica ha riportato alla luce le notizie delle due ebree estensi, Emma Ascoli, madre, e Anna Zevi, figlia.

Anna Zevi e la ricostruzione storica di Italo Baratella
Anna Zevi e la ricostruzione storica di Italo Baratella

La memoria come incontro indissolubile tra il presente e il passato. Quante volte abbiamo incontrato luoghi, persone che ci hanno riportato indietro nel tempo, ci hanno incuriosito e sollecitato a scoprire qualcosa in più per arrivare a ricostruire le tessere mancanti o dimenticate.

All’origine  della  ricerca storica  vi è il desiderio di far riaffiorare le epoche lontane e i personaggi che le hanno attraversate, con i loro dolori, le loro sofferenze, la loro forza umana. Quando si tratta di indagare su personaggi che hanno preso parte a pagine di indescrivibile dolore, a stragi di massa, a crimini di guerra, diventa più intenso il narrare per far conoscere a tutti l’orrore delle guerre , dei genocidi e  degli stermini di massa.

Anna Zevi nasce a Este il 28 gennaio 1913. Fu arrestata ad Este, insieme alla madre Emma e deportata nel campo di sterminio di Auschwitz. Non è sopravvissuta alla Shoah.

L’intervista di oggi è proprio dedicata ad Anna Zevi e a tutte le donne e gli uomini, vittime della Shoah.

Signor Baratella che cosa lo ha spinto ad indagare sulla figura di Anna Zevi?

"Il mio è stato un atto di giustizia nei confronti  Emma Ascoli, madre, e di Anna Zevi, figlia, ed una riposta ad un impulso giuntomi , nella Giornata della Memoria."

Sappiamo che ha scritto ben due libri sull’arresto e la  dolorosa prigionia di Anna Zevi e di sua madre Emma Ascoli nel campo di concentramento e sulle vicende degli ebrei deportati di Este. Quale il titolo dei libri?

"I miei libri sono “Este 1943-L’arresto delle Zevi“ e “Primo Zevi-Diario 1904-1943” Affetti e persecuzioni prima di Auschwitz

Quali le fonti storiche e bibliografiche utilizzate? Si è servito di testimonianze dirette oltre che di fonti documentarie?

"Sono partito da zero e con una buona psicologia, per arrivare alla fine del percorso,  alla stesura.Ho  letto un centinaio di libri e fatto una trentina di interviste in un arco di tempo di  3 / 4 anni. Ho registrato emozione e tanta buona volontà nelle persone incontrate."

Ha ricevuto sostegno dalla Comunità Ebraica e in quale modo?

"Devo ricordare e dare atto al Dottor Carlo Monaco per la sua lettura (prima) critica dell’arresto. Alla Prof.ssa Liliana Picciotto, autrice di Libro della Memoria e responsabile del CDEC di Milano, per il forte applauso e incoraggiamento alla pubblicazione (sempre nel primo libro), al prof. Ferrucci D’Angelo, recentemente scomparso, per il sostegno e appoggio, nonché per una lettura critica del “Diario” ed anche perché mi ha aiutato nella diffusione.

A Aldo e Luciana Zevi, figli di Paolina, mia sorella per il 50%, che si sono affidati a me con il Diario di Primo, loro padre. Infine ho conosciuto Primo Zevi che per la sua vicenda, è diventato un paradigma per la mia vita ( e lo potrebbe essere anche per la vita di altri)."

Lei ha riportato alla luce una pagina che altrimenti sarebbe caduta nell’oblio. Ci sono state iniziative di sostegno alla sua opera e soprattutto sono state individuate occasioni, azioni decisive per ricordare questa figura storica emblematica per la comunità di Este?

"Non ho avuto aiuti, né tantomeno sponsor istituzionali, il mio Comune ha organizzato la presentazione dei libri."

A questo punto mi è d’obbligo chiederle che valore abbia la memoria per lei? Crede che possa infrangere il velo di superficialità e di misconoscenza di passaggi fondamentali che hanno contribuito alla costruzione della storia della società?

"Ritengo che,  per il futuro, tutto si salverà con  la cultura, la disponibilità del mondo della scuola ad una piena e consapevole educazione alla cittadinanza  e con l’educazione al bene."