Barbara Corvi è vittima di mafia
In merito all’inchiesta sulla scomparsa di Barbara Corvi, dopo una prima archiviazione nel 2014 il caso è stato riaperto a seguito delle rivelazioni di un pentito di ‘ndrangheta. Il marito di Barbara sarebbe ora indagato presso la Procura di Terni insieme al fratello Maurizio, per omicidio e occultamento di cadavere.

La famiglia di Barbara Corvi non ha mai avuto dubbi: quel 27 ottobre del 2009 Barbara non si è allontanata volontariamente da Montecampano, piccola frazione di Amelia in provincia di Terni. Barbara non ha abbandonato i suoi figli, le sue sorelle, i suoi genitori senza dare notizie: questa giovane donna, di soli 35 anni, è stata fatta sparire.
Nei lunghissimi anni dalla sua scomparsa, solo una cartolina spedita ai figli che si è subito rivelata falsa a seguito di una perizia calligrafica.
Barbara Corvi è la moglie di Roberto Lo Giudice; in merito alla scomparsa della moglie, di cui non si hanno avuto più notizie, l’uomo ha sempre parlato di allontanamento volontario e di una relazione extraconiugale avuta dalla donna.
Ma Roberto è figlio di Giuseppe Lo Giudice boss della ‘ndrangheta e fratello di Pietro la cui moglie, Angela Costantino, scomparve anche lei misteriosamente nel 1994. Solo nel 2012 si scoprì la drammatica verità: la donna venne uccisa dal marito. Angela, secondo l’inchiesta della magistratura, sarebbe stata strangolata da Vincenzo Lo Giudice (fratello di Pietro e Roberto) dopo aver scoperto la relazione avuta con un altro uomo mentre il marito era detenuto in carcere.
Molte quindi le analogie tra le due vicende. In merito all’inchiesta sulla scomparsa di Barbara Corvi, dopo una prima archiviazione nel 2014 il caso è stato riaperto a seguito delle rivelazioni di un pentito di ‘ndrangheta. Il marito di Barbara sarebbe ora indagato presso la Procura di Terni insieme al fratello Maurizio, per omicidio e occultamento di cadavere.
Oggi, 21 marzo, è la giornata in memoria delle vittime innocenti di mafia. Da quest’anno il nome di Barbara Corvi entra a far parte di questo lungo elenco, anche se le indagini sulla sua scomparsa sono ancora in corso.
Abbiamo raggiunto al telefono la sorella, Monica Corvi.
Cosa significa per voi familiari leggere il nome di vostra sorella tra le vittime di mafia?
«Da una parte siamo contenti, abbiamo fiducia che questo possa dare un nuovo impulso alle indagini e che si possa finalmente arrivare alla verità dopo tutti questi anni; dall’altra vi è la perdita di quel filo di speranza che resta sempre nel cuore di chi vede scomparire una persona cara senza più notizie.»
Quale idea vi siete fatti in questi anni sulla scomparsa di Barbara?
«Naturalmente tutto porta a pensare al peggio; non avendo avuto finora delle prove certe sulla sua morte, dentro di noi resta sempre un piccolo barlume di speranza.»
Prima della scomparsa Barbara aveva fatto trapelare qualche preoccupazione legata alla storia familiare di suo marito Roberto Lo Giudice (legato a doppio filo a soggetti della malavita, essendo figlio di Giuseppe Lo Giudice, riconosciuto boss della ‘ndrangheta) e per la storia di sua cognata, anche lei prima scomparsa poi uccisa per mano del marito?
«Ricordo alcune sue frasi: ci diceva spesso di non preoccuparci ,di stare tranquilli,Barbara ha sempre tenuto lontane noi sorelle e i nostri genitori da queste situazioni che inevitabilmente la interessavano. Ha cercato sempre di tenere la cosa per sé e non coinvolgere troppo noi della famiglia.»
Il nome di Barbara nell’elenco delle vittime innocenti di mafia, conferma i dubbi di tutti questi anni: Barbara Corvi è stata uccisa da appartenenti alla malavita, anche lei da quest’anno è una vittima di mafia. Come trascorrerete questa giornata.
«Sarà una delle tante giornate che viviamo da quel giorno di ottobre del 2009; parliamo sempre di Barbara, ci piace ricordarla, lei rimane sempre tra di noi anche se non c’è più. Il dolore più grande è sicuramente quello vissuto dei nostri genitori, che vivono la tremenda esperienza di una scomparsa che lascia pur sempre una debole speranza.»
Importante il ruolo svolto dalla associazione Libera Umbria da sempre al fianco della famiglia Corvi; il portavoce regionale Walter Cardinali ribadisce l’importanza della memoria che deve tradursi in impegno.
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