«Bisogna spegnere la prepotenza più che un incendio»

Con la caduta del muro di Berlino nel 1989, la successiva e conseguente dissoluzione dell'Unione Sovietica e del blocco dei Paesi dell'Est, si è decretata la fine della "guerra fredda". In realtà essa ha solo mutato aspetto e configurazione geografica. Si è trasformata in "guerra nascosta", economica, commerciale, tecnologica, culturale, geopolitica.

«Bisogna spegnere la prepotenza più che un incendio»
Corriere-Web-Sezioni

Si susseguono, con ritmo quasi frenetico, gli incontri internazionali tra i "grandi" della Terra. G6, G20, NATO, ONU, e tante altre sigle. Ufficialmente lo scopo è quello di individuare le migliori soluzioni per il benessere dei popoli e porre fine ai contrasti.

Con la caduta del muro di Berlino nel 1989, la successiva e conseguente dissoluzione dell'Unione Sovietica e del blocco dei Paesi dell'Est, si è decretata la fine della "guerra fredda". In realtà essa ha solo mutato aspetto e configurazione geografica. Si è trasformata in "guerra nascosta", economica, commerciale, tecnologica, culturale, geopolitica.

All'interno dei Paesi sviluppati e più ricchi per il predominio sul resto del mondo. La eterna contrapposizione Nord-Sud caratterizza il presente e si estende al futuro. Contemporaneamente, nonostante il formale aumento delle rappresentanze parlamentari in tutto il mondo, cresce il deficit di democrazia sostanziale.

Sono sempre meno, infatti, coloro che hanno il potere reale di decidere. È questo il grande inganno nei confronti dei popoli.

È una prepotenza subdola della quale pochi hanno coscienza. Accrescere la consapevolezza collettiva è la pre-condizione per venirne fuori.

Diceva Eraclito: "Bisogna spegnere la prepotenza più che un incendio".

 

WORDNEWS.IT © Riproduzione vietata