CARTA CANTA/4^ parte – Montante e l’Antimafia parolaia

LA QUARTA (e non ultima) PARTE. 'Ma perchè parlate della vicenda Montante?'. Una frase che ultimamente stiamo ascoltando spesso. Ma siccome noi non abbiamo padroni scriviamo tutto quello che vogliamo. Senza dare conto a nessuno. Il nostro dovere è mantenere la schiena dritta.

CARTA CANTA/4^ parte – Montante e l’Antimafia parolaia

SCRIPTA MANENT, VERBA VOLANT. Ritorniamo sul «Sistema Montante» anche con la nostra Rubrica. E lo facciamo a puntate. Questa volta utilizziamo le dichiarazioni di chi si è occupato del falso eroe. Pupo o puparo?

E rispondiamo, per l’ultima volta (perché noi di WordNews.it non dobbiamo dare conto a nessuno del nostro lavoro), a coloro che chiedono: ma perché vi state occupando del condannato (in secondo grado) ed ex paladino dell’Antimafia di facciata? Perché lo state facendo solo ora?

A Lor signori noi rispondiamo così: prima di parlare di qualcosa noi studiamo, leggiamo le carte. E, poi, le pubblichiamo. I riflettori abbiamo deciso di tenerli accesi. Per molto tempo. Fatevene una ragione. Ma perchè siete interessati proprio a queste nostre pubblicazioni?

 

La Corte d’Appello di Caltanissetta ha condannato l’ex presidente di SicindustriaAntonello Montante a 8 anni per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione accesso abusivo al sistema informatico. In primo grado era stato condannato a 14 anni. Sconto di pena pertanto per l’ex presidente degli industriali siciliani, ritenuto a capo di un sistema di spionaggio. La decisione della Corte d’Appello è arrivata dopo 8 ore di Camera di consiglio: lo scorso 15 gennaio l’accusa aveva chiesto 11 anni e 4 mesi di carcere.

Il Fatto Quotidiano, 8 luglio 2022

 

E ricorda in proposito, nel corso della sua audizione, l’ex ministro dell’Interno Angelino Alfano:
ALFANO, ex ministro dell’Interno. Caltanissetta rappresentava la capitale della ribellione antimafia. (…) Io ho interloquito da siciliano con un’icona: cioè lui era creduto! E più era creduto, più diventava credibile, e più diventava credibile più era creduto. (…) Nel 2008, quando divento Ministro della Giustizia, Antonello Montante viene nominato Cavaliere del lavoro, uno dei più giovani della storia. (…) Era creduto da un sistema di Forze dell’ordine che gli aveva dato la scorta, era creduto in Confindustria, era creduto in Confcommercio, era creduto nelle Camere
di Commercio, era creduto in Unioncamere, era creduto all’interno del mondo della Magistratura, della Magistratura moderata e di quella di sinistra, nel mondo delle Prefetture, in quello dell’Intelligence, gli credettero i partiti politici di destra e di sinistra, era creduto nel mondo della cultura, era creduto nel mondo del giornalismo, era creduto nel mondo associativo e dei corpi intermedi. Quando ero Ministro dell’Interno e c’era un tema di minaccia che veniva fuori sui giornali e che lo riguardava, sapete quante firme recava sotto la lettera di sostegno e solidarietà
indirizzata al Ministro dell’Interno? (…) Io, nel parlare con lui, parlavo contemporaneamente con il Presidente regionale Confindustria, con il Presidente di Unioncamere, con il responsabile della legalità di Confindustria, con il Cavaliere del lavoro, con il responsabile Presidente di EICMA (Esposizione Internazionale Ciclo Motociclo e Accessori), con un consigliere di amministrazione del Sole 24 Ore. Questo era il contesto.

Inchiesta sul “Sistema Montante”, Relazione conclusiva, ARS, Commissione parlamentare d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia, 19 marzo 2019

 

Secondo la ricostruzione contenuta nella sentenza di primo grado, Montante era riuscito ad assumere una posizione di potere in Confindustria, grazie al suo prospettato impegno antimafia, dissimulando la sua pregressa vicinanza alle cosche locali, accusando invece di tali connivenze coloro che avevano già dei ruoli nelle organizzazioni imprenditoriali o nelle società partecipate dalla Regione Siciliana. Nel frattempo, la platea dei fedelissimi si amplia: giornalisti, magistrati, prefetti, ministri, sindaci, presidenti, parlamentari, opinionisti, questori… tutti attratti dal carisma e dalle idee “rivoluzionarie” dell’icona della legalità. 

Domani, 10 dicembre 2023

 

Nel frattempo, la platea dei fedelissimi si amplia: giornalisti, magistrati, prefetti, ministri, sindaci, presidenti, parlamentari, opinionisti, questori… tutti attratti dal carisma e dalle idee “rivoluzionarie” dell’icona della legalità.

Inchiesta sul “Sistema Montante”, Relazione conclusiva, ARS, Commissione parlamentare d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia, 19 marzo 2019

 

Uno degli imprenditori siciliani più potenti, protagonista della stagione antimafia di Confindustria, avrebbe “assoldato” esponenti delle forze dell’ordine e imprenditori per ottenere informazioni sull’inchiesta che era scattata nei suoi confronti tre anni fa, dopo le dichiarazioni di alcuni pentiti di mafia. Una rete di spionaggio, intessuta offrendo in cambio “favori” sotto forma di assunzioni di parenti e amici, ma anche organizzando un capillare sistema di dossieraggio e di raccolta abusiva di informazioni sul conto dei “nemici”, anche solo potenziali.

Avvenire, 14 maggio 2018

 

Tra i sodali più fedeli, due nomi su tutti: l’imprenditore Ivan Lo Bello, vicepresidente nazionale di Confindustria, e il geometra Alfonso Cicero, proiettato dalle retrovie della Regione a funzioni di primissimo piano e di
primaria responsabilità. Di Cicero, a lungo audito da questa Commissione, del suo ruolo prima a fianco di Montante poi in aperta ostilità, avremo modo di riferire più avanti; così pure come di molti altri (taluni, occorre precisare, anche in buona fede) che sposarono la causa del Montante ottenendone, in alcuni casi, adeguata attenzione attraverso specifiche menzioni all’interno della sua “agenda”.

Inchiesta sul “Sistema Montante”, Relazione conclusiva, ARS, Commissione parlamentare d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia, 19 marzo 2019

 

In primo grado aveva avuto 14 anni. Secondo l'accusa Montante avrebbe compiuto attività di dossieraggio per colpire gli avversari e avrebbe condizionato la politica regionale. Insieme a lui erano stati condannati, nel processo che si è svolto con rito abbreviato, accusati a vario titolo di corruzione, rivelazione di notizie coperte dal segreto d'ufficio e favoreggiamento, il capo della security di Confindustria Diego Di Simone (5 anni) e il sostituto commissario Marco De Angelis (3 anni e 3 mesi). Assolti invece il colonnello Gianfranco Ardizzone, ex comandante provinciale della Guardia di Finanza di Caltanissetta, che in primo grado aveva avuto 3 anni, e Andrea Grassi, dirigente della prima divisione dello Sco che aveva avuto un anno e 4 mesi. 

Ansa, 20 novembre 2023

 

Un secondo momento di riflessione è stato dedicato all’interazione tra Montante e la politica regionale siciliana. Un’interazione che, come avremo modo di illustrare, si farà rapidamente vero e proprio sistema. Il demiurgo di questa operazione, come riferito da molti nel corso delle audizioni, sarebbe stato il senatore Giuseppe Lumia, un ruolo che anche le carte al vaglio dell’Autorità Giudiziaria nissena sembrano attribuirgli. L’assessore Armao, ad esempio, in data 12 marzo 2015 (così come riportato a pag. 637 dell’ordinanza di custodia cautelare) avrebbe riferito ai pm che il Montante «attraverso l’operato politico del Senatore Pistorio e del Senatore Lumia, aveva sostenuto ed appoggiato il mutamento di maggioranza (rispetto a quella che aveva inizialmente dato vita al governo regionale) che aveva poi sorretto la Giunta presieduta dal Lombardo».

Inchiesta sul “Sistema Montante”, Relazione conclusiva, ARS, Commissione parlamentare d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia, 19 marzo 2019

 

"Sono stato e resto un uomo delle istituzioni - dice appena arriva all'aula bunker - Sono stato strumento delle istituzioni e in particolare dei magistrati". Antonello Montante, l'ex leader di Confindustria e paladino dell'antimafia condannato a 14 anni per associazione a delinquere, ha deciso di rompere il silenzio che durava dal 2018. Alla corte d'appello ha annunciato sue dichiarazioni.

la Repubblica, 11 giugno 2021

 

Un sistema trasversale che propone un obiettivo: stare con chi vince o, addirittura, decidere chi sia a vincere. Insomma una Regione dentro la Regione: quella ufficiale contrapposta ad un’altra, sommersa ma assai più incidente. 

Inchiesta sul “Sistema Montante”, Relazione conclusiva, ARS, Commissione parlamentare d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia, 19 marzo 2019

 

 

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