Casa Reclusione Sulmona: altri due agenti di Polizia Penitenziaria positivi al COVID-19

Molti continuano a fare finta di non capire, molti restano arroccati sulle proprie ottuse posizioni, molti girano la testa dall'altra parte. La questione carcere, parliamo di persone: detenuti, agenti e personale, non sembra interessare.

Casa Reclusione Sulmona: altri due agenti di Polizia Penitenziaria positivi al COVID-19
Foto di Ichigo121212 da Pixabay

La Funzione Pubblica Cgil, attraverso una nota, pone all'attenzione delle istituzioni e della collettività l'allarme (inascoltato) del contagio, già lanciato da diversi giorni.

Molti continuano a fare finta di non capire, molti restano arroccati sulle proprie ottuse posizioni, molti girano la testa dall'altra parte. La questione carcere, parliamo di persone: detenuti, agenti e personale, non sembra interessare.

"Lì devono stare i carcerati", "La sommossa è organizzata dalle mafie", "Devono scontare la pena". Parole vuote, parole inutili che non risolvono un problema serio. Ma che cazzo c'entra la questione delle sommosse con la pandemia scoppiata all'interno delle carceri? Quale nesso può esserci tra i delinqueni incalliti e la mancanza di dispositivi di sicurezza per gli agenti penitenziari?

"Devono scontare la pena questi delinquenti, lo Stato non può arrendersi". Lo Stato, zeppo di misteri, si è già arreso nei confronti dei veri malavitosi (colletti bianchi), dei corruttori e di chi effettivamente deve finire a vita nelle patrie galere. Ma "l'ideologia" (altra parola che va molto di moda ultimamente) viene confusa con "umanità". Una parola introvabile nei vocabolari di qualcuno. Si è forti con i deboli e deboli con i forti

In questo Paese il sistema carcerario fa schifo. Come fanno schifo le mafie. Non c'è umanità negli istituti penitenziari. Ci sono 10mila detenuti in più, rispetto ai posti letto. Questo strano Paese è già stato condannato per il trattamento disumano riservato ai detenuti. Nemmeno le bestie si possono trattare in questo modo.

Serve un provvedimento serio: fuori dalle carceri i malati di mente (provenienti dagli OPG), fuori i tossici (come vengono definiti da molti), fuori i piccoli spacciatori, fuori gli autori di piccoli reati. Si utilizzi la  fermezza con i detenuti pericolosi, con i mafiosi che riescono a comunicare e a gestire, dall'interno, le loro attività come e quando vogliono (anche con i cellulari). 

«Già qualche giorno fa - scrivono i sindacalisti Merola, Pasqualone e Marrelli -  si è registrato un caso analogo che attualmente si trova ricoverato presso un nosocomio del distretto. Una crescita esponenziale, ormai, negli Istituti Penitenziari di tutto il panorama nazionale con interessamento dei lavoratori e della popolazione detenuta. Una situazione, senza alcuna perifrasi di retorica, che sta destando seria preoccupazione per lo stato di salute di tutta la collettività penitenziaria. La FP CGIL, con molteplici atti ha coinvolto le varie autorità sanitarie ed istituzionali, affinché venisse effettuato il tampone nelle carceri abruzzesi, così da contenere i contagi e mirare ad individuare gli eventuali soggetti asintomatici, considerata l'elevata esposizione biologica.
Indi per cui, urge un immediato intervento di specie presso l'Istituto sulmonese, vista l'aumento dei casi in discussione ed avviare ogni attivitá di prevenzione nei confronti dei soggetti entrati in contatto con i casi di cui sopra, essendo certi della già apprezzabile e scrupolosa attenzione».