Che politica è questa?

Mentre tutti gli italiani si stringono intorno a chi lotta contro la pandemia e vive forti sacrifici in Abruzzo la comunicazione istituzionale cede il passo a manifesti dal sapore di propaganda politica.

Che politica è questa?
Che politica è questa?
Che politica è questa?

L'Italia e il mondo intero sono immersi nell'angoscia per la pandemia. Tutto il popolo italiano sta soffrendo durissimi sacrifici con la speranza di uscire presto da questa terribile emergenza e si stringe intorno agli operatori sanitari. Tutto in un clima da unità nazionale, davanti ad un pericolo di fronte al quale gli interessi di parte e gli orticelli particolari devono cedere il passo ad un bene comune superiore. Anche in queste settimane sentiamo spesso dire e scrivere che non è il tempo delle «polemiche», delle schermaglie dialettiche. Sembra vietato persino chiedere conto a chi di dovere.

Ma a quanto pare tutto questo per alcuni non vale o vale molto meno. Il cittadino deve stringersi a «coorte», soffrire e attendere. E infatti mentre, dal livello nazionale a quello europeo, vediamo scaricabarili, proclami, stracci volanti indecenti, dopo l'annuncio del governo di buoni spesa per i meno abbienti e la corsa di alcune regioni a dimostrare di saper andare oltre, in Abruzzo si è scatenata la corsa al manifesto da parte di coloro che dovrebbero essere attori istituzionali prima di esponenti politici.

La comunicazione istituzionale ha lo scopo di «informare in modo diretto e univoco un gruppo o una comunità appartenenti a uno stesso contesto sociale e accomunati da interessi ed esigenze comuni». Comuni appunto, di tutti, al di sopra di ogni particolare schieramento. Siamo tutte e tutti a rischio, tutti colpiti dall'emergenza. La propaganda leggiamo sulla principale enciclopedia online è «l'attività di disseminazione di idee e informazioni con lo scopo di indurre a specifici atteggiamenti e azioni ovvero il «conscio, metodico e pianificato utilizzo di tecniche di persuasione per raggiungere specifici obiettivi atti a beneficiare coloro che organizzano il processo».

Quale delle due attività dovrebbe essere in questo drammatico momento storico l'unica di chi ricopre incarichi istituzionali e quale attendere tempi migliori dovrebbe essere lapalissiano. E invece a Vasto, lo stesso comune da cui in questi nostri primi mesi di esistenza non abbiamo mai avuto alcun riscontro (non è colpa nostra se nessuno nella nostra redazione fa di cognome D'Avalos del Vasto) nonostante  almeno cinque email inviate a sindaco, assessore all'ambiente e vari dirigenti, il principale partito dell'amministrazione comunale ovvero il Partito democratico ha deciso di pubblicare un manifesto col proprio logo dal sapore di propaganda politica sui «buoni spesa» governativi come si può vedere nella foto di quest'articolo. Per la serie cavalchiamo qualcosa che non è neanche nostra. 

Ma la sagra non finisce qui. Il gruppo consiliare regionale di Fratelli d'Italia non è stato da meno e, dopo la formulazione della proposta regionale in aiuto dei meno abbienti, non si è sottratto dal pubblicare un suo manifesto partitico. Rispetto al precedente possiamo aggiungere che almeno loro sottolineano un proprio atto e non di altri, questo va riconosciuto. 

A questo primo manifesto cui è seguito addirittura uno nazionale della Lega e di Salvini, poteva mai sottrarsi il massimo fruitore della propaganda social? Ovviamente no e quindi ha subito lanciato un manifesto in cui si dichiara orgoglioso dei suoi e dei loro successi. Propagandano che al contrario dei buoni governativi elargiranno agli abruzzesi in difficoltà somme maggiori e subito. Un subito che, in realtà, sarà di almeno 30 giorni.

Perché tanto occorrerrà per svolgere tutto l'iter e far arrivare questi soldi alle famiglie. Tra i successi non sappiamo se c'è anche quanto sta accadendo intorno al covid hospital ad Atessa su cui abbiamo ampiamente riferito in quest'articolo riportando le dichiarazioni dell'assessore leghista alla sanità Verì, quanto riportato dal presidente della Regione in quota FdI Marsilio nella stessa conferenza ovvero che stanno cercando di reperire DPI non solo tramite i canali tradizionali della Consip e della Protezione Civile ma anche «attraverso canali di mercato parallelo» correndo anche il rischio, pur di cercare di sopperire, di truffe, la drammatica situazione dell'ospedale di Sulmona mentre già a giugno dell'anno scorso è stato ulteriormente aumentato (con possibilità di deroghe che rendono nullo ogni termine) il budget per le cliniche private, la stessa sanità pubblica tagliata a più non posso in questi anni mentre si foraggiavano le cliniche private.

E ora, l'accordo di collaborazione tra Regione Abruzzo, ASL e sanità privata per l'emergenza sanitaria, prevede l'anticipo dell'80% «del tetto di spesa mensile autorizzato per il 2020 per le attività di ricovero», per pazienti non contagiati da covid19 che venga «corrisposta la tariffa piena» e per pazienti contagiati da covid19 250 euro al giorno se la struttura privata non ha terapia intensiva, identica somma se la struttura privata è dotata di terapia intensiva ma al paziente sarà destinato un posto letto ordinario, 700 euro al giorno se verrà utilizzato un posto letto con terapia sub intensiva e 1100 euro al giorno se verrà utilizzato un posto letto con terapia intensiva.  

Chissà se tra i successi vantati dall'ex ministro dell'interno c'è proprio il pandemonio (come l'ha definito l'Unione Sindacale di Base) di una sanità pubblica dove in queste settimane i medici sono costretti a combattere la diffusione del contagio con pochi mezzi e scarsità gravissima di DPI (dispositivi di protezione individuale tra cui le ormai famose mascherine) mentre l'anno scorso prima ancora della designazione ai direttori generali è stato aumentato lo stipendio annuo di quarantamila euro.

Quei DPI la cui fornitura è sempre il primo passo dei piani contro epidemie e pandemie. Ma se il piano nazionale, come ha documentato Il Fatto Quotidiano, è rimasto lettera morta nonostante sia stato redatto da oltre quindici anni quello abruzzese attende dal 2016 l'approvazione della delibera regionale di adozione. Un altro grande successo probabilmente, da dividere questo proprio con gli autori del primo manifesto vastese visto che dopo sanitopoli (l'inchiesta giudiziaria su mazzette e favori alla sanità privata i cui costi stanno continuando a pagare cittadini e sanità pubblica) in  una perfetta alternanza abbiamo avuto sinora una prima amministrazione di centrodestra, una PD e piccoli altri «partiti» e ora la nuova amministrazione di centrodestra.

Un'ultima annotazione in conclusione: l'attacchinaggio dei manifesti non è ricompreso nei codici Ateco delle attività che non sono state fermate dall'apposito decreto governativo.