CHIESA NOSTRA: il docufilm di Antonio Bellia sugli intrecci tra Chiesa e mafia
Il radicamento del metodo mafioso nella cultura popolare siciliana è sempre stato talmente profondo da trovare manifestazione anche nella religione, tradizionalmente struttura portante del sistema delle credenze e dei valori tradizionali. Mafia e religione, entrambe espressioni di una cultura premoderna (o addirittura antimoderna) sono parti integranti di una mentalità comune che considera la morale come un autonomo contesto di valori (onore, rispetto, omertà, ubbidienza, complicità, familismo, maschilismo, padrinato, arbitrarie attività devozionali) e di tradizioni sociali da distinguere nettamente dal sistema delle prescrizioni dello Stato ovvero dalla legalità.
Qualche esempio ex multis. Negli anni cinquanta i frati cappuccini di Mazzarino avevano organizzato il loro convento come centro di pratiche mafiose legittimandole sotto il crisma della fede. Nel 1997 Don Mario Frittitta, imputato di connivenza mafiosa, condannato come consigliere spirituale dei boss, acclamato dalla Comunità all’uscita dal carcere dell’Ucciardone e dallo stesso arcivescovo di Palermo pronunciò pubblicamente queste parole: “se il potere ci chiede di essere antimafia a noi non interessa… la questione è un’altra: è che i giudici ci dicono di fare delle cose, ma loro non sono i nostri padroni: il nostro padrone è Gesù”
E chi non ricorda Calogero Vizzini, boss della mafia agraria con due fratelli preti, un cugino parroco e due zii vescovi? E il suo successore Giuseppe Genco Russo, religiosissimo con panca riservata nella chiesa madre di Mussomeli? Idem: Nitto Santapaola, Giovanni Brusca, Totò Riina. E molti altri illustri titolari di poteri assoluti come il Cardinale Ernesto Ruffini e Mario Scelba, il compassato ministro di polizia dei governi De Gasperi. Fu proprio quest’ultimo a lasciare un segno eclatante degli intrighi politico-religio-mafiosi nel triennio 1947-1950 quando l’affare bandito Giuliano rischiava di aprire troppi sospetti. Nel suo libro di memorie si legge: Giuliano era legato in amicizia con un monsignore (il vescovo di Monreale lui e successore – monsignor Cassisa - al centro di un fitto intreccio di corruzione e mafiosità ambientale? n.d.a.) al quale aveva consegnato per le opere di carità delle somme di danaro, naturalmente rubato. In cambio il monsignore aveva fatto ricoverare Giuliano in posti sicuri (…) era stato nascosto in un convento di suore di clausura, dove era stato presentato dal monsignore… (Scelba, 1990, pag. 160).
L’elenco degli illustri potrebbe proseguire ma non voglio togliere spazio alla centralità dell’importante docufilm Chiesa Nostra di Antonio Bellia, prodotto dalla World Video Production che sarà presentato questa sera martedì 1° ottobre 2024, alle ore 21.00, al cinema Nuovo Aquila di Roma. A presentare il film, Vincenzo Vita, Presidente dell’AAMOD, che dialogherà con il regista, con il già Presidente del Senato Pietro Grasso e con Francesco La Licata, giornalista e co-autore del film.
Chiesa Nostra, scritto da Bellia e dal giornalista Francesco La Licata (già Nastro D’argento per il suo contributo alla scrittura per Il traditore di Marco Bellocchio), è un documentario sul complesso e ambiguo rapporto tra Mafia e Chiesa, dal dopoguerra ai giorni nostri. Un viaggio di luci ed ombre che racconta come il potere mafioso e quello religioso si siano a volte sovrapposti, a volte scontrati. Le ambiguità, le complicità con i poteri occulti, l’impegno dei vescovi e dei preti di frontiera. La presunta religiosità ostentata dai boss e la risposta decisa, ma spesso tardiva, di un numero esiguo di uomini di Chiesa. Fino ad arrivare alla svolta di Papa Francesco e alla sua scomunica alla mafia.
Questo film ha il merito di documentare il ruolo che la Chiesa ha ricoperto nel tessuto sociale siciliano, analizzando come, nella storia recente, la Chiesa, la società e i poteri - legali e illegali - abbiano intrecciato il loro sviluppo.
La cifra stilistica e quella antropologica rendono Chiesa Nostra un documentario prezioso che “mette ordine”, da un lato, ed esplora, dall’altro, un terreno insidioso. Lo fa senza retorica, mettendo al primo posto la realtà storica e attuale. Un contributo inedito raccontato con uno stile narrativo originale che collega la ricostruzione storica alla rappresentazione filmica, la memoria all’attualità, le immagini di archivio a documenti riservati e illustrazioni animate.
L’interpretazione magistrale di Pippo Delbono (per la seconda volta insieme ad Antonio Bellia, dopo La corsa de L’Ora) ci porta in mondi fin qui poco esplorati fatti di riti e connivenze, spesso pericolose.
Ripercorrendo gli eventi del secolo scorso, si mostra quanto drammaticamente numerosi siano gli episodi che hanno visto sacerdoti e religiosi vittime della violenza mafiosa, ma anche come, nel Mezzogiorno, non sempre la Chiesa sia stata portatrice coraggiosa di messaggi di fede. Questo docufilm raccoglie e ricostruisce alcuni avvenimenti che mostrano un clero impreparato - o talvolta dall’operato controverso - nei confronti di Cosa Nostra.
Si ripercorrono le celebrazioni delle feste patronali, con la presenza dei “padrini” alle processioni, e il rito dell’affiliazione a Cosa Nostra, compiuto bruciando un santino. E ancora, processioni trasformatesi nel tempo in occasioni per omaggiare i boss. Lo sguardo antropologico sul tema di simboli, feste e rituali, fa emergere una chiara distorsione dei valori cristiani messa in atto dalla mafia.
È cresciuto immerso nella realtà siciliana Bellia e conosce molto bene come la Chiesa di fronte a fatti cruenti non ha preso una posizione di ferma condanna. Le eccezioni sono i “tanti padri Puglisi e le dure parole di Papa Francesco di scomunica verso i mafiosi.
Da Pietro Grasso a Roberto Scarpinato, da Don Luigi Ciotti ad Alessandra Dino, e ancora, Leoluca Orlando, l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, e padre Cosimo Scordato. Il film conta sulla testimonianza di esperti, autorità, rappresentanti delle istituzioni, uomini di Chiesa che, secondo il loro personale punto di vista, danno un contributo di analisi sul complesso e vasto mondo di influenze tra la Chiesa e la Mafia.
Chiesa Nostra è stato realizzato con il sostegno dei Ministero dei Beni e delle Attività Culturali Direzione Generale per il Cinema, e con la collaborazione dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ETS e del CRICD.