Dopo le manganellate del 23 maggio il corteo del 19 luglio sarà un corteo di lotta

DAL FRONTE ANTIMAFIA. Nella prima assemblea cittadina, per organizzare il corteo, erano presenti due componenti della Fondazione Falcone per provare ad avviare un'interlocuzione dopo i fatti accaduti il 23 maggio in via Notarbartolo. Ma, dopo qualche intervento, sono andati via “perché non ci sono le basi per un'interlocuzione.”

Dopo le manganellate del 23 maggio il corteo del 19 luglio sarà un corteo di lotta

“Quelle botte e quelle manganellate ci hanno reso ancora più determinati. Ci hanno dato la conferma di aver messo il dito nella piaga di un'antimafia ridotta a rituale, di aver fatto saltare le commemorazioni di facciata. Può essere solo uno stimolo a continuare”.

 

Nel percorso che ha portato a quel corteo del 23 maggio, sporcato da ordinanze, divieti, spintoni e manganelli usati per tentare di tenere i manifestanti lontani dall'albero Falcone “per non disturbare la cerimonia ufficiale”. Così afferma Gabriele Rizzo, attivista dell'officina del popolo e sindacalista Usb e che è presente fin dall'inizio, dal coordinamento del 23 maggio.

 

Adesso il coordinamento si è allargato ad altre realtà e stanno lavorando al corteo del 19 luglio con partenza dall'albero Falcone e arrivo in via d'Amelio per il minuto di silenzio.

 

La richiesta di autorizzazione è già stata presentata in questura ma ancora non è stata ricevuta nessuna risposta. Gli organizzatori non si sbilanciano perché “pure il 23 maggio era stato tutto concordato e poi si è rimesso tutto in discussione con un'ordinanza dell'ultimo minuto”.

“Vogliamo costruire una giornata di lotta e non di un mero ricordo”.

 

Alle realtà già presenti, come Our Voice, Attivamente, CGIL Palermo, sindacati studenteschi universitari e medi, collettivi, comitati di base e di quartiere, UDI Palermo, La Casa di Giulio, Stra Vox, associazioni antimafia come Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, Radio Aut si sono aggiunti il sindacato di base Usb, l'Arci e un'interlocuzione è stata avviata con il Pride.

 

Nella prima assemblea cittadina, per organizzare il corteo, erano presenti due componenti della Fondazione Falcone per provare ad avviare un'interlocuzione dopo i fatti accaduti il 23 maggio in via Notarbartolo. Ma, dopo qualche intervento, sono andati via “perché non ci sono le basi per un'interlocuzione.”

 

“Un percorso che mette al centro un'antimafia declinata in maniera popolare e intersezionale. Quindi unita a tante altre lotte e tante altre battaglie sociali. Intersezionale nel senso che abbraccia tante altre lotte sociali come l'ambientalismo, il transfemminismo, l'antifascismo.” Così afferma Andrea La Torre di Attivamente.

 

“La lotta alla mafia e la lotta per i diritti camminano assieme. Ecco noi proviamo a dare continuità al movimento, proviamo a costruire in maniera collettiva un percorso di allargamento. Non ci interessa quel tipo di antimafia fatta di corone di fiori che vengono depositate in ricorrenza delle celebrazioni perché spesso le corone di fiori iniziano a puzzare e noi di corone di fiori ne abbiamo un elenco lungo almeno 31 anni per non andare dietro nel tempo.” afferma Mario Ridulfo, segretario generale CGIL Palermo.