Etere d’inverno di Egildo Spada

Con questo lavoro Egildo Spada presta attenzione alla voce, dando un aspetto orale alla poesia posizionando la locazione dei vocaboli, volutamente frenetica, frutto di un uso sapiente del linguaggio. Una lezione di profonda osservazione e di un vissuto infinito di un attento osservatore diventa una metodologia per guardare la vita attraverso versi e pagine che si racchiudono in silenzi di adorazione e d’aria.

Etere d’inverno di Egildo Spada

Egildo Spada è l’autore del libro di poesia Etere d’inverno, edito nel 2020 dalla casa editrice Fuorilinea. Da leggere con mente aperta e cuore libero, perché fonte di riflessione, di sensazioni, ma soprattutto di pensieri che rimangono come piacevoli bolle d’aria attorno alla mente ed invitano ad aprire gli occhi con uno sguardo diverso su ciò che di più semplice ci circonda.  Una specie di rinascita, un viaggio tra la debolezza della natura e la forza dell’uomo in una fusione di note delicate che giungono dall’esterno e permangono all’infinito, seguite da ombre del passato in cui le voci si intrecciano con la paura e ammutoliscono il rumore dell’ignoto per poi risorgere più accattivanti e affondare nel midollo dell’amore. 

Mi assento

così potrai masticare il silenzio

e le mani che parlano, parlano

impastano il tempo

a promettere.

Livida luce dell’era glaciale

neonata luce

fragili percorsi

nei tuoi occhi rumori

di paure non vinte

e non finiranno.

Scansa le tenebre una ad una

a spogliare la conoscenza

che si ripete

completezza di nulla.

Inerte sentenza.

In questi versi, gli occhi del poeta puntano sulle radici della terra, dove troviamo l’abbraccio della Madre con la sua morbidezza lievitante per fondersi con il dolore spoglio che induce alla fuga verso il desiderio di colmare il vuoto così spaventoso, ma necessario. L’universo è un tutt’uno con i cicli che inevitabilmente circondano i fossili del mare e accompagnano il grano che diventa pane, dando il nome di Dio. Poesie come preghiere, come voci suddivise in piccole stelle infinite, parti integranti di un cielo senza colore che esplora un tempo di peregrinazioni per poter amare senza timore e trovare nel vento la pace di Pasqua e l’etere dell’inverno.

Con questo lavoro Egildo Spada presta attenzione alla voce, dando un aspetto orale alla poesia posizionando la locazione dei vocaboli, volutamente frenetica, frutto di un uso sapiente del linguaggio. Una lezione di profonda osservazione e di un vissuto infinito di un attento osservatore diventa una metodologia per guardare la vita attraverso versi e pagine che si racchiudono in silenzi di adorazione e d’aria.

Egildo Spada è nato nel 1953 a Poggiodomo (PG). Tra le sue pubblicazioni: Poggiodomo e il suo territorio, Città di Castello 1998; La transumanza. Transumanza e allevamento stanziale nell’Umbria sud-orientale, Cerreto di Spoleto 2002; La transumanza nella provincia di Perugia, Perugia 2005; La Valnerina. Taccuino di viaggio, Foligno 2015; La sacca e il bastone. Sulle orme di Francesco, Foligno 2017; La valle spoletana. Taccuino di viaggio, Foligno 2019; insieme ad Annarita Cugini, Porto-Santa Rufina. Storia di una chiesa, Roma 2016.

Come poeta ha esordito con Sillabario, Venezia 1981; seguono Il Ritorno, Perugia 2005; In folio, Perugia 2008; Me apocrifo, Monterotondo 2012.

Etere d’inverno è disponibile in libreria e sul sito https://www.fuorilinea.it/libri/etere-dinverno/

 

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