FERMENTI IN SANITÀ

L'OPINIONE. «O si determina una svolta politica seria, superando il clientelismo, dominante in modo capillare, associato alla volontà di privatizzare, o è meglio procedere all'atto finale della cessione di tutto al privato convenzionato, cosa a cui si mira da più di 20 anni.»

FERMENTI IN SANITÀ
foto archivio

Assistiamo ad un notevole attivismo politico, in questo momento, per ciò che attiene la sanità.

Dopo aver progressivamente distrutto il sistema pubblico, tutti si vogliono ergere a salvatori.

Di Stasi ed Astore, avendo favorito l'attivazione della Cattolica hanno determinato l'ingorgo strutturale che non permette più il mantenimento di un efficace sistema pubblico nel Molise.

Iorio, dopo aver sprecato i fondi dati da Prodi per un quasi azzeramento del debito, ha agito allegramente espandendo la spesa ed il debito, aumentando gli accreditamenti esterni, rottamando un'intera generazione di medici in pieno commissariamento e accelerando quel deficit di capitale umano che ora rende critica la sopravvivenza del sistema.

Frattura e tutta la sua giunta, comprendente il PD e l'estrema sinistra, ha continuato a distruggere il sistema pubblico , portando il fondo del privati convenzionati al 40% ed i posti letto ceduti agli stessi al 43%, chiudendo ospedali e servizi e depauperando molti territori. Toma,ha continuato su questa strada e, nonostante i fondi covid non utilizzati, ha ulteriormente precarizzato il servizio che rischia un vero e proprio collasso.

Ora, su queste macerie, che hanno prodotto, tutti si ergono a salvatori della sanità.

Il sistema ormai è decotto ed in queste condizioni è pericoloso per operatori ed utenti ed il cercare di portarlo in queste condizioni fino al 2023 per superare le elezioni regionali penso non sia possibile.

A questo punto o si determina una svolta politica seria, superando il clientelismo, dominante in modo capillare, associato alla volontà di privatizzare, o è meglio procedere all'atto finale della cessione di tutto al privato convenzionato, cosa a cui si mira da più di 20 anni

Un progetto serio dovrebbe partire da 4 punti:

1) se il diritto alla salute é un bene comune non può essere soggetto a profitto e deve essere essenzialmente pubblico;

2) la necessità dell'organizzazione deve scaturire dall'analisi dei bisogni della popolazione e non dalle esigenze clientelari;

3) introdurre una contabilità analitica per centri di costo che permetta in tempi reali di capire come vengano utilizzati i fondi;

4) la distribuzione della forza lavoro va fatta in base ai reali carichi di lavoro e non su esigenze clientelari.

Se nell'assemblea del 6 luglio ad Isernia vedremo i distruttori della sanità salire come protagonisti del nuovo che avanza, allora sarà chiaro che non ci sono serie possibilità di ripresa.

 

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