Grippa: «ci sono tanti interrogativi»

La parlamentare del Movimento 5 Stelle presenta un’interrogazione parlamentare sull’esplosione alla Esplodenti Sabino di Casalbordino, che il lunedì prima di Natale ha causato la morte di 3 operai, e l’applicazione della Direttiva Seveso in Abruzzo. Questione che «non sempre è un argomento su cui viene rivolta la massima attenzione da parte degli organi competenti», «necessaria una intransigente opera di rispetto delle prescrizioni di legge per la tutela dei lavoratori e dei territori».

Grippa: «ci sono tanti interrogativi»
Carmela Grippa (pagina fb)

Le settimane scorrono ma il dramma del 21 dicembre a Casalbordino non cade nell’oblìo. In un Paese in cui si succedono fin troppo spesso tragedie, anche mortali, sul lavoro ogni singola vicenda quasi non fa più notizia. E, dopo un primo momento collettivo rimane solo la cicatrice perenne nell’animo del dolore privato dei familiari e degli amici di chi è stato strappato alla vita. Il lunedì prima di Natale casalese – l’esplosione che ha ucciso 3 operai nell’impianto di Casalbordino della «Esplodenti Sabino» -  s’inserisce in un lunghissimo calendario di giornate insanguinate. Come accade ogni anno e il 2020 della pandemia e del lockdown non è stato da meno.

«Tragedia inspiegabile» furono le prime parole del proprietario Gianluca Salvatore, «nulla sarà come prima» ha aggiunto nei giorni successivi dichiarando di aver perso «tre amici». «Un dramma che rievoca l'importante concetto di una moderna cultura del lavoro, che ponga la persona al centro del sistema dei rapporti di produzione e che non può accettare un compromesso sull'integrità anche di una sola vita umana» il ricordo della deputata Carmela Grippa (Movimento 5 Stelle) il giorno dopo alla Camera. È doveroso, aggiunse nel suo intervento, «fermare una lunga catena di eventi drammatici sui luoghi di lavoro che sta continuando ad insaguinare varie aree del nostro Paese, situazioni davanti le quali non è possibile rimanere indifferenti». «Non è una società civile quella che ha perso e continua a perdere il senso del valore della vita e che passivamente si adatta a registrare la cronache delle troppe morti bianche» hanno dichiarato le segreterie provinciali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil dopo la morte dei 3 operai.   

In questi giorni quanto accaduto a Casalbordino è approdato nuovamente in Parlamento: è stata depositata una interrogazione, prima firmataria proprio Carmela Grippa, ai Ministri dell’Interno, dell’Ambiente e della Difesa. Ventisei anni dopo la precedente, presentata dall’allora parlamentare Antonio Saia (Rifondazione Comunista) e rimasta sempre senza esito, si torna così a chiedere al Governo di riferire in Aula su fatti inerenti lo stabilimento di Casalbordino. Nel 1994 Saia si interessò della «misteriosa scomparsa» di T4 e dell’esportazione di «grandi quantitativi di armi ed esplodenti» le cui principali destinazioni erano Medio Oriente ed ex-Jugoslavia che sarebbero avvenuti «attraverso i porti di Pescara, Ortona (CH) e Vasto (CH)». Adesso la nuova interrogazione pone l’attenzione sull’applicazione delle direttive Seveso in Abruzzo sugli «impianti a rischio incidente rilevante».

 

Nella regione adriatica sono 23 gli impianti compresi nell’elenco e la «Esplodenti Sabino» di Casalbordino è tra loro. Le tre Direttive prevedono, sottolinea la deputata vastese del Movimento 5 Stelle, «regole stringenti su prevenzione e gestione degli incidenti e massima partecipazione e pubblicità. Ma sui siti web istituzionali non abbondano le pubblicazioni». Su questo l’interrogazione punta a «vederci chiaro si faccia tutto quanto necessario per evitare altri incidenti ed altre morti». «Far riflettere sull’accaduto» - e «il punto sull’applicazione della Direttiva Seveso cui si fa riferimento per materia» sono gli obiettivi dell’interrogazione presentata. «Ci sono molti interrogativi sull’incidente che ho cercato di sintetizzare nel testo della mia interrogazione per avere risposte soprattutto in merito alle approvazioni dei piani di sicurezza interna e esterna – riassume i contenuti dell’interrogazione Carmela Grippa - Tutto certamente nel pieno rispetto delle indagini che sta svolgendo la Procura di Vasto e dei provvedimenti presi da Sua Eccellenza il Prefetto con i quali sono in contatto. In questi momenti le istituzioni tutte devono fare la propria parte per capire quanto accaduto e prevenire ogni altro simile episodio. Purtroppo non è la prima volta, quindi dobbiamo capire cosa non funziona ed intervenire».

 

Le indagini coordinate dalla Procura di Vasto hanno portato al sequestro dell’area dello stabilimento, nei giorni successivi l’esplosione che ha ucciso i 3 operai la Prefettura ha sospeso la licenza alla società. In Abruzzo, sottolinea la deputata del Movimento 5 Stelle, «la questione della direttiva Seveso sulla prevenzione degli incidenti non sempre è un argomento su cui viene rivolta la massima attenzione da parte degli organi competenti quando invece sarebbe necessaria una intransigente opera di rispetto delle prescrizioni di legge per la tutela dei lavoratori e dei territori».

 

«Come si legge sul sito della società, l’azienda si occupa di demilitarizzare “tutti i tipi di munizionamento convenzionale, bombe di aereo, sistemi d’arma, razzi, mine navali” – viene ricordato nel testo dell’interrogazione - Il “95% dei materiali recuperati” dalla demilitarizzazione “viene riutilizzato in campo civile”». Negli impianti compresi nell’inventario degli «stabilimenti a rischio di incidente rilevante» - viene sottolineato - «sono obbligatori ai sensi delle disposizioni contenute nel decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334 il Rapporto di Sicurezza, il Piano di Emergenza Interno e il Piano di Emergenza Esterno (aggiornato almeno ogni tre anni e approvato dalla Prefettura). Gli ultimi due documenti devono essere elaborati in collaborazione, rispettivamente, del personale delle aziende e dei cittadini.

Nel caso di Casalbordino, da una prima verifica sul sito istituzionale, non risulta consultabile all’interrogante né rintracciabile alcun Piano di Emergenza Esterno». Quanto accaduto a Casalbordino il 21 dicembre scorso ripropone, prosegue l’interrogazione, « le criticità inerenti i mancati adempimenti previsti dall’applicazione della Direttiva Seveso indi del citato D.lgs.105/2015. Adempimenti solo di recente sono stati compiuti; come nel caso dei laboratori di fisica del Gran Sasso e, nel chietino, a quelli dello stoccaggio Stogit di Cupello, vicino a Vasto, per i quali i Piani di Emergenza Esterni sono stati predisposti dalle prefetture solo dopo gli esposti delle associazioni e dopo anni di vulnus. Nel passato in Abruzzo si sono verificati altri incidenti che hanno coinvolto siti “Seveso”».

Alla luce di tutto questo l’interrogazione presentata chiede ai Ministri dell’Interno, dell’Ambiente e della Difesa se sono «in possesso,e nel caso affermativo intendano fornire, di un quadro completo ed esaustivo inerente la documentazione dei siti abruzzesi prevista dalla normativa in vigore» e «in caso negativo quali iniziative intendano attivare per sollecitare la Regione Abruzzo affinché li trasmetta per permetterne la consultazione», se sono a conoscenza «dei dati relativi agli incidenti verificatesi nei siti in Abruzzo contestualmente al relativo aggiornamento degli elenchi nazionali e quali siano il numero di ispezioni svolte negli ultimi dieci in anni sui siti in questione», «se intendano fornire i dati inseriti nella banca dati sugli esiti di valutazione dei rapporti di sicurezza e dei sistemi di gestione della sicurezza previsti dall'articolo 15, comma 4, del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334» e se «nell’ambito delle rispettive attribuzioni, non intendano adottare le opportune iniziative, al fine di accertare, e in caso di inadempienza sollecitare, se i soggetti e gli enti locali preposti si siano adeguati al rispetto e alla tenuta trasparente della documentazione di sicurezza prevista dalla normativa nazionale».

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