Il calcio in mano agli sceicchi

Sempre più in crescita il mondo arabo nell'ambito calcistico, dove i tanti trasferimenti multimilionari stanno sconvolgendo gli equilibri calcistici, economici e politici.

Il calcio in mano agli sceicchi

Anche per i meno appassionati e non appartenenti a tale movimento, quello che sta succedendo dentro al pianeta calcio sta letteralmente aprendo a nuovi e incredibili scenari. 

Il famoso fondo sovrano dell'Arabia Saudita denominato PIF (Public Investment Found) detentore dei quattro club più famosi del paese, presieduto dal principe ereditario Mohammad bin Salman, attraverso ricchi contratti e clausole speciali sta attirando l'attenzione di diversi campioni provenienti dal calcio europeo.


 Il primo di questi a sbarcare in Arabia è stato niente meno che Cristiano Ronaldo, icona assoluta ed ex stella di Manchester United, Real Madrid e Juventus, convinto a lasciare l'Europa da un contratto faraonico a cifre esorbitanti proposto dall'Al Nassr (uno dei quattro club più ricchi). 
Ben 200 milioni a stagione andrà a guadagnare il fuoriclasse portoghese, ormai arrivato al tramonto di una carriera disputata ad altissimi livelli nelle migliori competizioni calcistiche internazionali. 

Questa maxi operazione fatta nel gennaio 2023, è stata solo l'inizio di ciò che si è verificato durante l'estate: tanti altri campioni come Karim Benzema, Neymar, Riyad Mahrez, Sadio Manè hanno seguito le orme di CR7 trasferendosi nei vari club controllati dal PIF (oltre al sopracitato Al Nassr, vi sono l'Al Hilal, l'Al Alhi e l'Al Ittihad).

Questo investimento così massiccio nel mondo del calcio da parte degli arabi, nasce dalla crisi profonda che sta imperversando nel calcio europeo dal momento in cui è arrivata la pandemia mondiale tre anni fa. 
Ma il progetto dell'Arabia Saudita ha radici ben più ampie e vuole estendere il proprio controllo su vari settori dell'economia, affinché possa avere un'evoluzione totale su molti altri aspetti e di conseguenza non avere soltanto la dipendenza economica del paese nei confronti del petrolio, ma svilupparsi pure sotto il profilo sanitario, turistico e culturale. 

In questo senso la strategia del governo saudita è arrivare al 2030 con tutte queste risorse sviluppate e rendere il paese un'autentica potenza mondiale. 
Il calcio è solo l'inizio di una nuova frontiera in cui il mondo è destinato ad affacciarsi e se le premesse resteranno queste, il mondo arabo sarà protagonista dentro la scena non solo calcistica, ma globale.