Il controllo

L'OPINIONE. «Ci hanno convinti che il linguaggio andava semplificato e ridotto, che i valori edonistici trasmessi dalle TV commerciali fossero il riferimento del vivere fino ad arrivare a società di zombi dove tanti individui si confrontano con i loro computer o telefonini, in un mondo che ha perso l'idea di comunità.»

Il controllo

Il meccanismo di controllo, in società complesse come la nostra, passa dalla capacità di gestire ed indirizzare i mezzi di informazione-formazione. Per rompere con il keynesismo postbellico, il neoliberismo della scuola di Chicago si pose l'obiettivo di controllare progressivamente tutti i centri di informazione-formazione quali i giornali, le televisioni, le università,  le scuole, le banche, i sistemi finanziari. 

In questo modo, dagli anni 70, del secolo scorso, in poi ci hanno convinti che le proprietà pubbliche non erano buone e che dovevano essere cedute tutte al privato ed al mercato, che la stabilità del lavoro era un male ma bisognava competere nella precarietà.

Ci hanno convinti che il linguaggio andava semplificato e ridotto, che i valori edonistici trasmessi dalle TV commerciali fossero il riferimento del vivere fino ad arrivare a società di zombi dove tanti individui si confrontano con i loro computer o telefonini, in un mondo che ha perso l'idea di comunità. Hanno formato gli uomini consumatori che devono lavorare per guadagnare e consumare, non in rapporto a reali bisogni ma a quello che impone un mercato in costante crescita.
Sempre gli stessi mezzi di controllo indirizzano  le priorità del vivere imponendo come interpretarle.

Queste possono essere il covid degli ultimi anni, dove si é eliminata la complessità dell'analisi per instradarci verso determinate verità. Poi è venuta la guerra che deve essere interpretata come uno scontro tra buoni e cattivi, anche in questo caso togliendo la complessità multifattoriale di un'analisi ed il tentativo di comprendere i veri fattori che l'hanno determinata.
Ora ci dobbiamo concentrare su questa crisi politica con un teatrino tra attori che appaiono di bassissimo livello ma che dobbiamo considerare veri statisti.

Ma finita tutta questa sceneggiata elettorale, a meno che non avvenga un miracolo, si riprenderà la strada che interessa a capitale e finanza e tutto il sistema informativo-formativo ci indirizzerà dove vogliono loro.

Tutto questo per dire che le democrazie sono dei regimi apparenti di libertà se non viene trovato un sistema per rompere il monoblocco di controllo del sistema informativo-formativo. 
Se vogliamo arrivare ad un vera liberà nella sua complessità, ci dobbiamo porre questo problema e cercare soluzioni.

Lucio Pastore