Il decalogo del Renzismo

Ovvero, 10 semplici regole per tenersi a galla e continuare a scrivere il futuro del Paese.

Il decalogo del Renzismo
Matteo Renzi

Vi state chiedendo anche voi come facciano i renziani a restare sempre a galla nella scena politica italiana nonostante il 4% scarso dei consensi popolari? Non riuscite a spiegarvi perché Matteo Renzi, il più camaleontico dei leader d'opposizione, possa tenere in ostaggio un Paese lanciando ultimatum e penultimatum (cit.), minacciando le dimissioni dei propri ministri e caldeggiando l'ipotesi di far cadere un governo solo per una fetta più grande della torta?

Il segreto è nelle tavole dei dieci comandamenti renziani, ispirati ai principi del fancazzismo e al fulgido esempio del Cavaliere, dalla cui costola è nato e si è alimentato il renzismo. Dall'unto del Signore al Bisunto di Rignano, il Verbo è pressoché lo stesso.

Ecco il decalogo del Renzismo, ovvero 10 semplici regole per tenersi a galla e continuare a scrivere il futuro del Paese.

1. Non sconfessare mai il Renzismo

Malgrado i fallimenti politici, le promesse mancate, i fiaschi colossali, le inchieste, i processi, le contraddizioni e gli abbagli, il refrain deve essere lo stesso: perseverare. Il Renzismo logora (il fegato di) chi non ce l'ha.

 

2. Dissimulare

Cospargere un po' di patina retorica su tutti i discorsi a telecamera accesa. Camuffare da slancio democratico e passione costituzionale la bramosia sfrenata di potere. Andarsene in giro a parlare di “meline scenografiche” altrui fingendo totale disinteresse per le manovre di Palazzo, salvo poi infilare qua e là la parola “rimpasto”, comoda per tutte le stagioni.


3. Scompaginare

E se la dissimulazione non dovesse esser sufficiente a ottenere i risultati auspicati, uscire allo scoperto. Fare un po' di baccano, approfittare del caos, minacciare veti, lanciare ultimatum. Mettere a soqquadro la maggioranza, strizzare l'occhio alle opposizioni, tenere in ostaggio il Paese. Divide et arraffa. Arraffa tutto il possibile.

 

4. Parlare come se le percentuali di gradimento fossero un numero a due cifre

Sorvolare sul fatto che nei sondaggi la tua forza politica sia relegata alla voce “Altro” e non arrivi al 4% dei consensi. Agire come se si fosse custodi della legittimazione popolare. Giganteggiare con quel che si ha, talento politico e sensibilità istituzionale non erano in distribuzione per tutti quando Matteo Renzi si affacciava alla politica.


5. Mantenersi coerenti

O parresiastici, va bene lo stesso. E ingegnarsi in nuovi modi di sgattaiolare via dalla lunga lista di promesse fatte:

- “farò una riforma al mese” diventa “farò una riforma al Mes”;

- farò la legge elettorale “più bella del mondo” diventa una sonora bocciatura della Corte costituzionale;

- farò il più grosso taglio alle tasse della storia” diventa “metto da parte due spiccetti con la Fondazione Open, giusto 'na cosina”;

- andrò in pellegrinaggio a piedi da Firenze a Monte Senario se non riesco a risanare i debiti della pubblica amministrazione” diventa “ma che meraviglia correre sotto l'acqua nelle Cascine deserte. Buon sabato amici!”;

- lascerò per sempre la politica se dovessi perdere il referendum” diventa “documento aggiornabile” come il piano pandemico 2016 dell'Italia.


6. Possedere una “visione”

Meglio se sono più d'una, come un vero medium. Nessuno dimenticherà le apparizioni in sogno dei morti di Bergamo che chiedevano di riaprire tutto.


7. Attribuire ad altri colpe che non vorresti fossero attribuite a te

Se riesci nell'arduo obiettivo di far dimenticare all'Italia il punto 5, far finta di non aver mai governato con task-force, consiglieri, Super-consulenti e strutture parallele sarà un gioco da ragazzi. Se dipingi Conte come l'accentratore che avresti voluto essere tu, dimenticarsi di aver proposto – appena qualche mese fa – una struttura di 100 commissari con poteri straordinari per la gestione delle opere pubbliche, sarà una sciocchezza.

Se ripeti in maniera ossessiva che i magistrati che indagano sulla tua famiglia sono “in malafede”, alla fine nessuno si preoccuperà di sapere quanti soldi ti sei intascato.

E così via. Capìta la logica, ripetila fino alla stremo.


8. Galleggiare

La filosofia dello “Shish” ti ha aiutato a stare a galla, non rinnegarla.
Guarda un po' qui e un po' lì. Strizza l'occhio prima all'uno poi all'altro. Stai un po' al Governo e un po' all'opposizione. Vivacchia e, quando si presenta l'occasione, venditi pure la dignità pur di restare in cima.

9.
 Ripetere come un mantra la frase “Abbiamo fatto nascere un governo per togliere i pieni poteri a Matteo Salvini, non per darli a Giuseppe Conte”

Sfoggiarlo in tutte le interviste per la Rai, Il Corriere, La Stampa, La Repubblica, La7, RaiNews24, Porta a Porta, Sky Cinema Piccoli Brividi, la sezione “demenziali” di Netflix. Ecc, ecc.


10. Inabissarsi

Importantissimo: al momento delle assunzioni di responsabilità, volgere gli occhi al soffitto con noncuranza, infilare le mani in tasca, fischiettare con aria distratta mentre si conquista la porta d'uscita e fuggire. A gambe levate, lontano. Inabissarsi, per poi tornare e ripartire dal punto 1.

 

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