Il salto di specie per arrivare all'uomo nuovo

L'OPINIONE. «La centralità dell'agire umano dovrebbe concentrarsi, attualmente, sulle problematiche relative agli sconvolgimenti ecologici e demografici che rischiano, da soli, di determinare la fine della specie.»

Il salto di specie per arrivare all'uomo nuovo

L'aumento medio delle temperature con lo scioglimento delle calotte polari, la siccità che avanza, determinando la migrazione di intere popolazioni, la mancanza di acqua potabile, l'inquinamento costante dei suoli, il dimezzamento delle specie ittiche legate alle tecniche di pesca, associato all'aumento esponenziale della popolazione, è la vera tempesta perfetta che dovremmo affrontare in tempi brevi.

Sarebbero necessari dei cicli economici diversi che mettano al centro l'esigenza di mantenere l'equilibrio del sistema Terra, con un diverso modo di produrre e consumare, con un diverso assetto valoriale che non può più essere rappresentato dalla necessità di accumulare ricchezza e potere, con una più equa distribuzione della ricchezza.

Occorrerebbe un salto di specie dall'uomo primitivo, dal darwinismo sociale, ad un uomo nuovo che superi la competitività costante e la sostituisca con la cooperazione.

Invece ci ritroviamo proiettati nella solita lotta tra imperi, nella competitività di dominio, in guerre potenzialmete da distruzione totale. Nella sostanza é una cultura neoliberista primitiva, guidata dal darwinismo sociale, che continua a dominare i rapporti umani.

Non esistono modelli diversi di organizzazione sociale che si confrontano. Esiste la visione orwelliana delle tre macroaree che si confrontano con risultati alterni, mentre i popoli vengono di volta in volta sacrificati in questi giochi. I media sono al servizio del potere per indottrinare la polazione su chi è buono e su chi è cattivo.

Il controllo dell'informazione è fondamentale per indirizzare i comportamenti in tutti i campi, sia sociale che economico, ed è un elemento portante di tutti gli imperi.

Mi sovviene sempre la storia dell'isola di Pasqua. Quella poteva definirsi una realtà globale per dove era ubicata. Si sviluppò una civiltà fiorente con uomini che provenivano dalla Polinesia. La popolazione arrivò a 20.000 individui. Furono consumate progressivamente tutte le risorse dell'isola senza che nessuno pensasse a ripristinarle ed a controllare lo sviluppo demografico. Scoppiarono guerre tra le diverse tribù e tutto fu distrutto. Quando arrivarono gli inglesi su quell'isola trovarono poche centinaia di abitanti che vivevano allo stato primitivo, i resti di una civiltà sviluppata ed un territorio desertico.

Con il darwinismo sociale sarà questo il nostro destino, se non peggio per la bomba atomica.

Lucio Pastore

 

LEGGI ANCHE:

- La differenza

 

LA GUERRA IN UCRAINA E IL COSTITUZIONALISMO DEMOCRATICO

«Putin sottovaluta l’Europa»

«Putin ha violato il diritto internazionale. Ora si deve ritirare»

«Putin non è il demonio. È stato messo con le spalle al muro»

I profughi di guerra sono tutti uguali

«Se vuoi la Pace costruisci la Pace»

 

La guerra è morte e distruzione

Gli occhi di Kiev

Terni, fiaccolata contro la guerra

L'Italia RIPUDIA la guerra

 

Stiamo rischiando una terza guerra mondiale?

Ingroia: «No ad ogni guerra»

 

Per quale ragione non è stata sciolta la NATO?

Invasione dell'Ucraina, Draghi avvisa Putin: «Ritiri le truppe»

 

- Il discorso dello Zar, con la minaccia: «Non reagite, le conseguenze saranno come mai viste in tutta la storia»

La Russia attacca. Putin minaccia il mondo: «non interferite, altrimenti ve ne pentirete»