Il sistema criminale mafioso dello stupro a pagamento può essere solo abolito

Un articolo di Spiegel, tradotto in Italia da Resistenza Femminista, denuncia come la Germania sta diventando il “bordello d’Europa” e le politiche che accettano e normalizzano la prostituzione favoriscono violenze, abusi e ogni altro crimine patriarcale e mafioso. Contro la schiavitù sessuale lottò fino all'ultimo giorno Adelina, ad un anno dalla sua drammatica scomparsa Resistenza Femminista la ricorderà con un evento online.

L’emergenza umanitaria conseguenza della nuova guerra in Ucraina viene sfruttata sin dall’inizio da mafiosi e criminali di ogni tipo. Stupratori a pagamento, boss criminali, pedofili, drammatico è l’elenco dei crimini che stanno avvenendo. Soprattutto contro donne e bambine. Dalla frontiera di Siret, Romania, fino alla penisola iberica. Comprese Italia e Germania. Associazioni umanitarie e femministe abolizioniste già da marzo si sono mobilitate e hanno denunciato quanto sta accadendo. Notizie giunte in Italia grazie a Resistenza Femminista e Liliam Altuntas, che collabora in Italia con Resistenza Femminista e in Germania con Ge Stac.

Sfruttamento dell'emergenza umanitaria dalle mafie dello stupro a pagamento, petizione e volantino in Germania

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Stupratori mafiosi «felici di avere giovani donne ucraine fresche che attraversano il confine tedesco»

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Il mese scorso sul sito web di Resistenza Femminista è stata pubblicata la traduzione di un articolo di Spiegel che denuncia come «la Germania è diventata il bordello d’Europa» ed è definita persino dagli investigatori «un paradiso per i trafficanti di esseri umani». «La liberalizzazione della prostituzione – avviata nel 2002 - ha ottenuto il risultato opposto a quello che si era prefissato. Invece di aiutare le donne nei quartieri a luci rosse a migliorare le loro condizioni di vita, la maggioranza di loro sprofonda sempre più in un vortice di miseria e violenza». L’articolo parte da una recente canzone pro stupro a pagamento: Layla. I «bordelli esistono, e anche con il permesso dello Stato. Le vere “Layla” subiscono ogni giorno violenze da parte di clienti, protettori e trafficanti di esseri umani, vengono abusate e sfruttate – e quasi nessuno se ne scandalizza» denuncia Spiegel. Questo sistema può essere solo abolito sottolineano le autrici dell’articolo Inge Bell ed Helmut Sporer in cui si fa riferimento a modelli abolizionisti di Stati quali «Svezia, Norvegia, Islanda, Irlanda, Canada, Francia, Israele e, più recentemente, in Spagna». Da otto anni «il Parlamento europeo raccomanda il cosiddetto “modello nordico” in tutta l’UE, poiché considera la prostituzione incompatibile con la dignità umana e l’uguaglianza di genere».

Ripubblichiamo alcuni stralci della pubblicazione sul sito web di Resistenza Femminista, il testo completo è disponibile qui https://www.resistenzafemminista.it/il-sistema-delle-tante-layla-dovrebbe-essere-vietato/

«“Tina, frivola teenager ucraina”, “Sara, cavalla a tre buchi rumena, appena diciottenne”, “Elvira, arrapante rondine ungherese, 19 anni”. Un’occhiata ai raccapriccianti siti web dei bordelli, dei club per nudisti o degli appartamenti per appuntamenti dimostra che non c’è nulla da fare: la stragrande maggioranza delle donne che si prostituiscono in Germania sono ragazze e donne provenienti dall’estero – tra l’80% e il 98% a seconda della regione tedesca. La maggior parte di loro proviene dai Paesi poveri dell’Europa orientale e sudorientale, in particolare Romania, Bulgaria e Ungheria, e in parte da gruppi di minoranze etniche ancora più vulnerabili, come le comunità rom dell’Europa sudorientale».

«La prostituzione in Germania oggi – è un sistema razzista di violenza che consiste in coercizione, sfruttamento, ricatto e brutalità da parte degli sfruttatori e di stato di vulnerabilità da parte delle vittime».

«Per sopportare la paura dei protettori, il disgusto delle pratiche dei clienti e la vita con enormi rischi per la salute, molte donne si intorpidiscono con alcol, droghe, psicofarmaci. Tutto questo non avviene di nascosto o in oscure stanze secondarie. Lo sfruttamento di queste ragazze avviene in imprese e strutture completamente legali: in bordelli, bordelli in appartamenti, club di nudisti e per strada – in altre parole, non nel campo oscuro, ma nel campo luminoso completamente legale. Pagano affitti esorbitanti e sono anche finanziariamente invischiate con altri profittatori che guadagnano su di loro».

La lotta contro la tratta, la schiavitù sessuale mafiosa, per l'abolizionismo dello stupro a pagamento è stata la lotta di Adelina Sejdini. Era stata rapita, picchiata e violentata a 22 anni e per anni sfruttata e violentata sulle strade italiane. Dopo essersi liberata dei suoi carnefici ne fece arrestare 40 e per anni si è battuta per denunciare e combattere le mafie della tratta. Un anno fa, abbandonata dallo Stato Italiano, malata di tumore, si è gettata da un ponte a Roma. In suo ricordo e per tutte le Adeline quotidianamente violentate dal sistema criminale prostituente Resistenza Femminista ha organizzato l’evento online “Per tutte le Adeline” Domenica 20 novembre alle ore 18.30. «Ricorderemo la nostra compagna attivista e abolizionista Adelina, scomparsa tragicamente e diventata simbolo della lotta al sistema prostituente - scrivono nella presentazione dell’evento le attiviste di Resistenza Femminista – con la regista Nuccia Gatti trasmetteremo il docufilm "No room inside me for me", intervista a Rachel Moran», «autrice del libro "Stupro a pagamento", sopravvissuta alla prostituzione, mette a nudo la realtà violenta degli stupratori a pagamento e i danni che la prostituzione arreca alle donne e alla società intera».

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