Imprenditore sommese, residente in provincia di Isernia, già politico e assessore, risultava in affari con un noto pregiudicato legato al clan di camorra Sangermano
Una inchiesta partita molti anni fa, condotta con attività investigative, ha portato a rilevanze e prove. Al centro un clan, quello dei Sangermano, tra i più tenuti e pericolosi con base a San Paolo Belsito, piccolo Comune confinante con Nola città dei Gigli.

Un imprenditore sommese, volto conosciuto della politica locale e appassionato di armi e caccia, diviene socio in affari, con la moglie del noto pluripregiudicato Salvatore Della Ratta, fratello del detenuto Domenico, autore dell'omicidio della piccola Valentina Terracciano. Un omicidio avvenuto il 12 novembre del 2000, quando la bambina - di appena due anni - fu barbaramente uccisa a Pollena Trocchia, in provincia di Napoli.
Della Ratta è anche tra gli autori della rapina avvenuta a Biella, con un bottino di 22 milioni di euro. Rapina avvenuta nel 2008.
Ma cosa lega Luigi Mele, imprenditore politico, con il pluripregiudicato Salvatore Della Ratta? Perché i due diventano soci in affari in un caseificio a Saviano?
Nei vari passaggi gli investigatori hanno cristallizzato i rapporti tra Della Ratta Salvatore ed il capo clan Sangermano Agostino (nella foto in basso) ma anche alcuni contatti tra Mele e Sangermano. Sempre secondo gli investigatori il caseificio imponeva la vendita dei prodotti caseari tramite l’intimidazione del clan, tanto che da alcune intercettazioni alcuni ristoratori si lamentavano della scarsa qualità dei prodotti forniti o imposti.
Bisogna sottolineare che il clan Sangermano si avvaleva anche di prestanomi per il riciclaggio del denaro illecito, prevalentemente frutto di estorsioni. Ma non solo: il clan investiva anche in acquisizione di beni all'asta.
Quel caseificio – secondo l’attività investigativa - era una miniera d’oro, tanto che Della Ratta voleva fornire i prodotti anche in Sicilia usando amicizie in ambienti criminali. Un caseificio noto nella zona tanto che l'allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, in una sua visita istituzionale, fu portato nella struttura per apprezzare i prodotti e la lavorazione della mozzarella di bufala. In una foto (in apertura) viene ritratto l'ex ministro Salvini e alle spalle proprio Luigi Mele.
In quella zona sapevano che il socio occulto del caseificio fosse Salvatore Della Ratta (nella foto in basso), attivo nella gestione dell'attività?
Non abbiamo conferma se durante la visita dell'ex Ministro dell’Interno Salvini ci fosse anche Della Ratta ma sappiamo per certo che la presenza delle forze di polizia era massiccia come da dispositivo di tutela per un Ministro.
Il clan Sangermano, come risulta dalle attività investigative, aveva affari anche su Somma Vesuviana dove un imprenditore era stato vittima di prestiti usurai. Prestiti che, poi, hanno portato al fallimento l'imprenditore.
Bisogna puntualizzare che l’Ordinanza di carcerazione per Luigi Mele è stata rigettata ma lo stesso dovrà dimostrare in un prossimo processo la sua totale estraneità agli affari del clan di Camorra. Bisogna anche ricordare che Luigi Mele insieme al consigliere regionale Mocerino (imputato in un procedimento per scambio di voto politico mafioso) furono protagonisti di una vicenda che vedeva coinvolto anche l'allora comandante della locale stazione dei carabinieri, soggetto poi prosciolto da qualunque accusa. Quell'episodio destabilizzò non poco l’attività investigativa dei carabinieri a Somma Vesuviana. Il timore dei camorristi, come si evince dalle attività investigative, era proprio l’operato sul territorio sia del comandante della stazione di Somma Vesuviana, già facente parte del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, che negli anni avevano coordinato molte inchieste proprio sul sodalizio criminale operante nell'area nolana e Vesuviana.
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Che ci sia un collegamento tra le due cose sarà compito dei magistrati cercare ulteriori riscontri. Resta certo che Luigi Mele - innocente fino al terzo grado di giudizio - era socio di affari con il pluripregiudicato Salvatore Della Ratta e la questione morale non è un dato riportato sul casellario giudiziario.
Ma è possibile capire perché un imprenditore ed ex politico decise di entrare in affari con un pluripregiudicato ed avere contatti con un capo clan di camorra? È lecito porre queste domande?
Come risulta da atti pubblici (Albo pretorio del Comune di Somma Vesuviana), una ordinanza di abusivismo, Luigi Mele risulta residente in Colli al Volturno, in provincia di Isernia. La proprietà in oggetto risulta da anni affittata al Comune di Somma Vesuviana con destinazione edilizia scolastica. Il contratto stipulato è di circa … euro all’anno.
Altro quesito: perché il Mele è residente in Molise, in provincia di Isernia?
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