Incendi, dal Morrone nel 2017 alla costa nel 2021 terrorismo ambientale e interessi criminali?
Torna la stagione degli incendi, brucia la Capitale e tornano a bruciare diversi territori abruzzesi, quali interessi accendono i roghi? Quale verità dietro i drammatici giorni di tre anni fa e prima ancora sul Morrone?
Siamo giunti nel mese più caldo dell’anno, simbolo dell’estate.
E mese di roghi, incendi, distruzione, devastazione e terrorismo contro l’ambiente e i territori. Sono quotidiani i bollettini degli incendi che minacciano e distruggono, tra i luoghi più colpiti Roma e dintorni: «Roma brucia» è la frase più ricorrente nei titoli dell’Adn Kronos di queste settimane.
Dietro incendi e roghi nella Capitale, come in tanti settori, da anni si muovono anche interessi criminali, mafiosi, sporchi. Interessi a cui l’Abruzzo non è estraneo, come dimostrano documenti (anche parlamentari), inchieste, atti e fatti riportati anche da noi in questi ormai quasi quattro anni.
Venerdì scorso è stato l’anniversario di una delle giornate più drammatiche degli ultimi decenni, dell’inferno «pianificato in maniera militare» da un «terrorismo ambientale» (come lo definimmo all’epoca) che colpì da Pescara a Vasto quasi ogni comune della costa tre anni fa. Settimane drammatiche furono vissute in Valle Peligna sei anni prima quando fu violentemente colpito il Morrone.
Luoghi in cui è presente da tanti anni la mafia dei pascoli, ai cui interessi rimandano alcune delle persone intervistate nella ricerca universitaria coordinata dalla prof.ssa Lina Calandra di cui pubblicammo ampi stralci nel 2020.
Ricerca per la quale la prof.ssa Calandra è stata tra le premiate nella seconda edizione del Premio Nazionale Lea Garofalo organizzato dall’Associazione Dioghenes (editrice di questa testata).
È bruciato negli anni ed è tornato a bruciare anche quest’anno l’Abruzzo. Roghi devastanti, immensi, molto più che un sospetto il dolo. Quali interessi armano le mani incendiarie? Chi e cosa scatena l’attacco contro i territori di questa regione? Quattro anni l’allora responsabile del circolo di Sulmona e del forum mafie regionale del Pd Teresa Nannarone (promotrice del Comitato che si è battuto per avere piena verità e giustizia sull’incendio di sei anni fa), dopo la prima intervista che ci ha rilasciato la prof.ssa Calandra in cui fece riferimento anche alle mafie dei pascoli, provò a chiedere la riapertura delle indagini.
«Sinceramente non riesco a credere più negli incidenti, non ho ovviamente elementi precisi su quanto accaduto però posso riportare che durante alcune interviste quanto accaduto a Campo Imperatore fu messo in relazione con l’altro incendio sul Monte Morrone che è fuori da ogni ragionevole dubbio possa essere stato un incidente – queste dichiarazioni della prof.ssa Calandra furono riportate nel comunicato firmato dall’avv. Nannarone - Nei mesi precedenti registrammo un’intervista all’interno del Gran Sasso-Monti della Laga che non esito a definire veramente inquietante: una persona ci disse – riferendosi ai pascoli che secondo lui dovevano darglieli e che poteva pagarli – vedrete l’inferno che scoppierà quest’estate.
Durante le interviste dell’estate 2018 diversi intervistati misero in relazione i due incendi, quali siano queste relazioni, chi e come può averne tratto beneficio ovviamente non possiamo saperlo».
Il nostro articolo con le dichiarazioni della prof.ssa Calandra «non può passare inosservato», per fare piena luce sull’incendio che trasformò «in cenere un patrimonio inestimabile «forse per mano delle mafie infiltratesi nella nostra provincia» dichiarò Teresa Nannarone.
A pochi giorni dal terzo anniversario dell’inferno militare terrorista contro la costa riproponiamo i nostri interrogativi e quanto documentammo in quelle settimane e, prima ancora, sull’incendio sul Morrone dell’agosto 2017 rimasto ad oggi senza piena verità e giustizia.
Mafie dei pascoli, incendi, silenzi e complicità sulla costa su mafiosi e familiari presenti
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https://www.wordnews.it/labruzzo-e-terra-di-conquista-della-criminalita-organizzata
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