Incontro virtuale con gli alunni della III C, un’ora di rara autenticità

Il programma si è svolto con molta partecipazione e tanta allegria da parte della classe: brevi letture di alcuni brani selezionati e l’avvio di una discussione plenaria relativa agli argomenti affrontati.

Incontro virtuale con gli alunni della III C, un’ora di rara autenticità

Racconterò di un incontro significativo e fecondo, avvenuto il giorno 27 novembre 2020, data in cui ho incontrato virtualmente gli alunni della III C della scuola primaria dell'Istituto Omnicomprensivo "Mattioli- D' Acquisto" di San Salvo, su iniziativa del loro maestro Massimo Greco per parlare del mio libro Le donne, i bambini e la guerra edito da GM Press.

Presente da remoto anche la maestra Lucia Colangelo.

 

“La classe è a tempo pieno (una rarità nel vastese come anche nel Comune di San Salvo)”, mi ha precisato Massimo Greco, ed è composta da dieci bambini e cinque bambine: tre balcanici, un italo albanese, un italo spagnolo, una magrebina e un argentino, tre cinesi di cui una bambina è italo-cinese, tutti nati in Italia, e sette italiani.  Giocare e studiare insieme ad amichetti che parlano lingue diverse e hanno tradizioni differenti fa parte della loro quotidianità.

 

Chiaramente, la società multietnica è una realtà del nostro Paese, anche se spesso l’atteggiamento verso lo “straniero” è quello dell’indifferenza, della diffidenza, dell’incomprensione o del rifiuto, frutti velenosi di un razzismo strisciante.

 

Gli alunni conoscevano Le donne, i bambini e la guerra, grazie al loro insegnante che nei giorni precedenti all’evento li aveva condotti tra le pagine del libro, affollate di bambini. Ho accolto l’invito con entusiasmo, emozionandomi all’idea di poter parlare di fronte a un pubblico così giovane. Ma subito dopo, confesso di essere stata pervasa anche da qualche dubbio, perché il libro affronta tematiche “spinose” quali l’emigrazione e la guerra.

 

Ho letto e riletto i brani concordati e ho cercato di modificare e adattare il linguaggio alla loro età. Il programma si è svolto con molta partecipazione e tanta allegria da parte della classe: brevi letture di alcuni brani selezionati e l’avvio di una discussione plenaria relativa agli argomenti affrontati.  

 

Temi che veicolano valori di assoluta importanza quali, ad esempio, quello dell’amicizia, del rispetto verso l’altro, della fiducia in sé e negli altri, dell’amore per la vita. Subito dopo la mia lettura, gli alunni hanno dimostrato una capacità di comprensione del testo, con le loro relazioni precise e puntuali, che mi ha meravigliosamente stupita, soprattutto in merito a un brano, una lettera in cui vi è il tenero scambio di notizie tra la moglie rimasta in Calabria e il marito costretto a emigrare alla ricerca di un lavoro in Germania. Un capitolo in cui non ho modificato il registro linguistico originale (in dialetto calabrese) e che loro hanno misteriosamente compreso.

 

Con gioia, ho percepito la loro passione per la lettura che reca in sé il desiderio di scoprire altre storie e altri mondi. Alla fine, i bambini hanno dato vita, attraverso disegni coloratissimi e belli, ad alcune delle storie narrate nel libro.

 

Davanti ai miei occhi commossi scorrevano le loro opere, piccoli capolavori, un mondo colorato, quello che si oppone alla paura e all’isolamento del lockdown, causato dalla pandemia del Covid-19. E scrutando i loro sguardi, ma purtroppo non i loro visi coperti dalle mascherine, ho pensato ma come sono belli e come crescono bene i bambini del lockdown!

 

Un’esperienza unica che mi ha fatto scoprire che con i bambini si può parlare di tutto, anche di questioni complesse come l’immigrazione e la guerra; tutto sta nel farlo con un linguaggio semplice, adatto all’età e nel modo giusto. La freschezza, la radiosa vitalità, la vivacità degli alunni, e di tutti i bambini, così come i piccoli Lisa, Simone e Sven, tre dei protagonisti del mio libro, costituiscono «la speranza di un mondo migliore», nei quali tale speranza viene uccisa «da un mondo irresponsabile, immerso in un divenire immutabile».

Ringrazio ancora gli alunni della III C e i loro insegnanti, Lucia Colangelo e Massimo Greco, che mi hanno regalato un’ora di rara autenticità.