Iorio: «Il clientelismo c’è sempre stato»

SECONDA PARTE. Continua l’intervista realizzata all’ex presidente della Regione Molise. Tra i tanti temi toccati (parentopoli, sanità pubblica e privata, questione Huscher, prescrizione, falsi amici e traditori) abbiamo affrontato una questione molto delicata, il clientelismo politico. Per Michele Iorio: «Il clientelismo c’è sempre stato, secondo me nella nostra tradizione ci sarà. L’importante è che non sia un clientelismo che escluda la possibilità agli altri di fare carriera o di trovare un posto di lavoro».

Iorio: «Il clientelismo c’è sempre stato»
Michele Iorio al voto

Ieri abbiamo pubblicato la prima parte dell’intervista a Michele Iorio, per dodici anni alla guida della Regione Molise. Quasi un Imperatore della politica locale. Oggi riprendiamo il ragionamento, ripartendo dalla sanità regionale, un luogo di scontro politico per tutte le anime della piccola regione italiana. Indipendentemente dalle accuse, registrate nel corso degli anni, sul clientelismo o sull’uso politico ed elettoralistico di questo delicato ma remunerativo settore, oggi rimane un fatto accertato e certificato: c’è una vera e propria zavorra. Un debito che tocca i sessanta milioni di euro, con conseguenti commissariamenti, quasi, perenni della sanità. «Bisogna essere onesti con le proprie responsabilità», ha affermato nella prima parte Michele Iorio. «Credo che ci possa anche essere parte di responsabilità. Parliamo, però, di sette anni fa. Dopo sette anni non è possibile che si dica che le responsabilità sono prevalentemente dipese da me». Ma il medico-politico Iorio, preferisce una sanità pubblica o privata? «Sono, naturalmente, per la prevalenza assoluta della sanità pubblica».

 

In Molise c’è una prevalenza di sanità privata?

«Non credo ci sia una prevalenza di sanità privata. Il problema che ci sono delle situazioni, diciamo che i due centri Neuromed e Cattolica hanno una discreta, la Cattolica, e notevole, la Neuromed, mobilità attiva che, teoricamente, sarebbe una ricchezza. Ma che diventa, per la stortura della contabilità pubblica della sanità del Molise, debito che comporta disavanzo, che comporta il commissariamento, che comporta l’aumento delle tasse e che comporta il turn over a zero. Cose, che di fatto, hanno distrutto, la sanità pubblica».

 

In passato, soprattutto durante la sua gestione politica, è stato accusato di aver favorito parenti e amici, non solo nella sanità pubblica. Cosa risponde dopo diversi anni?

«Mi veniva e mi viene da ridere. Nella sanità pubblica ho dei parenti, la metà dei quali sono impiegati in sanità da quando io avevo 15/16 anni. Non credo di avere avuto questo tipo di…».

 

Nel 2009, ad esempio, il quotidiano Repubblica, scrisse: “L'elenco, in verità, è lungo: il cognato Sergio Tartaglione (marito di Rosetta Iorio) è il primario del reparto di psichiatria e presidente dell'ordine dei medici di Isernia; il figlio del governatore, Luca Iorio, nell'ospedale lavora in qualità di medico chirurgo; il cugino del presidente, Vincenzo Bizzarro, attuale consigliere regionale di Forza Italia, è stato direttore del distretto sanitario di Isernia, ed una volta in pensione ha lasciato il posto alla cugina Rosa (nominata tra le polemiche in virtù della sua laurea in giurisprudenza). L'elenco prosegue: la moglie del cugino del governatore, Luciana De Cola, ricopre, al Veneziale, il ruolo di vice direttrice sanitaria. Il primario del reparto di Cardiologia è Ulisse Di Giacomo, senatore di Forza Italia e coordinatore regionale del partito di Berlusconi. Anche lui al Veneziale ha un parente nel suo stesso staff medico. Lavora a Isernia, ma in un centro medico privato (Hyppocrates), convenzionato anche con la Regione, Raffaele Iorio (figlio del governatore) in qualità di direttore medico.

Ma i parenti di Iorio lavorano anche negli uffici della Regione. Infatti un'altra cugina di Iorio, Giovanna Bizzarro, ricopre il ruolo di funzionaria, mentre il fratello della moglie del presidente, Paolo Carnevale, risulta direttore della società pubblica Arpa (Azienda regionale per la protezione ambientale) di Isernia.
Dai parenti poi si passa ai colleghi di area politica. Gianfranca Testa, candidata alle elezioni comunali di Isernia con la lista civica (voluta da Michele Iorio) "Progetto Molise", è stata da poche settimane nominata direttrice del distretto sanitario di Venafro. Le connessioni coinvolgono anche lo staff del governatore. Il figlio del suo portavoce, Giuseppe Scarlatelli, è stato assunto negli uffici del distretto sanitario di Termoli con l'incarico di "correttore di bozze" del giornalino dell'ente”.

 

Quindi, secondo lei, sono accuse strumentali?

«Guardi, gli unici che possono aver tratto vantaggio da me sono i miei figli. Consideri che ho due figli medici, uno è ortopedico al Sant’Andrea di Roma, già universitario insieme al prof. Ferretti e sta facendo il concorso da ordinario. Vinse in due scuole di specializzazione, all’epoca, e scelse Sant’Andrea; l’altro è un chirurgo vascolare innamorato del Molise che ha fatto di tutto per fare questa attività pubblica nel Molise, senza fare un’ora di privato. Quando ha fatto un concorso al nord di chirurgo vascolare e poi è stato trasferito nel Molise non ha preso il posto a nessuno. Non c’è stata una ricerca al posto di favore, se non si vuol considerare un favore che siano laureati, specializzati».

 

Per lei, quindi, si tratta di un accanimento nei suoi confronti e nei confronti della sua famiglia?

«Assolutamente sì, anche attraverso menzogne. La realtà è questa».

 

Qualche anno fa arrivò in Molise il chirurgo Huscher. Intorno a questo nome scoppiò una feroce polemica, non solo politica. Rifarebbe la stessa scelta?

«La scelta la rifarei, anche in maniera più diffusa. La ricerca di personalità importanti da introdurre nella struttura pubblica credo che sia uno degli obiettivi che si debba dare un buon amministratore. Soprattutto nel Molise. Le nostre strutture private hanno la possibilità di avere una mobilità attiva alta, se il pubblico riuscisse a trasformarla in una occasione simile, a fare gli stessi risultati, credo che sarebbe una occasione di crescita reale della nostra Regione e anche della nostra sanità. Siamo una piccola Regione con un bacino di utenza povero, quindi è chiaro che se non diventiamo centro di servizi per le regioni limitrofe che hanno problemi inversi al nostro non c’è spazio per noi, per il futuro. Dobbiamo creare le condizioni per avere personaggi di qualità in tutti i settori. Ecco perché mi sono messo alla ricerca e ho parlato con il prof. Huscher. L’ho incontrato, ha dato la sua disponibilità a venire nel Molise, a condizione che potesse anche avere un rapporto con l’Università».

 

Non è che vi siete lasciati tanto bene con Huscher. Il professore si scagliò contro di lei e contro suo figlio. Lei è rimasto deluso da questo comportamento?

«Molto male. Però devo riconoscere, da chirurgo, quando lo sentivo parlare di chirurgia e di anatomia ci stava poco da discutere».

 

Perché dice “molto male”? Cosa vuole dire?

«Non lo so cosa è successo. Ha discusso con mio figlio, ma di questioni banali, di lavoro. Poi ha allargato la sua critica, anche feroce, al mio ruolo di Presidente. Ma senza nessun momento di diaspora personale, perché personalmente non ci siamo sentiti più. Solo per dichiarazioni fatte, magari, sulla stampa».

 

All’epoca ci fu anche un interessamento da parte della Procura di Campobasso. Lei, che ha subìto diversi processi, cosa pensa della magistratura molisana?

«Non sono finiti. Mi astengo da ogni considerazione».

 

Cosa resta?

«Il “sistema Iorio” a Campobasso».

 

In che fase ci troviamo?

«In primo grado, stiamo discutendo il dibattimento».

 

Lei è ottimista o pessimista?

«Sono ottimista».

 

Quanti anni sono passati?

«Se sono sette anni che non sono più il Presidente, se pensa che l’indagine si è chiusa il giorno in cui persi le elezioni, stranamente».

 

Sta arrivando la prescrizione?

«Questo non lo so. Il calcolo lo fanno gli avvocati. Spero che ci sia un’assoluzione».

 

Lei rifarebbe tutto ciò che fatto durante la sua lunga carriera politica?

«Sì. Forse potevo fare qualche errore in meno, per chiudere la mia carriera. Ma non mi è stato consentito dall’annullamento delle elezioni. Avrei dovuto correggere, c’era forse da rinnovare, da cambiare alcuni metodi, ma anche alcune persone. Forse la gente si aspettava questo cambiamento, ma non ho avuto la possibilità di realizzarlo. Motivo per cui continuo a fare politica con tutta la forza che mi rimane per poter realizzare questo obiettivo».

 

Quanti falsi amici ha incontrato durante la sua carriera politica?

«Tantissimi».

 

Quanti traditori?

«Delusioni tantissime, traditori più di qualcuno».

 

A chi si riferisce?

«Sarebbe antipatico, traditore è un termine molto…».

 

Politicamente, ovviamente.

«Politicamente… basta guardare tutti quelli che stavano con me e ora stanno dall’altra parte. Intendiamoci, anche nell’attuale governo».

 

Lei si riferisce anche a Frattura, diventato Presidente della giunta regionale?

«Come no. Sì».

 

Lei rivendica tutte le sue scelte politiche?

«Le difendo, naturalmente non pensando che era l’unica cosa da fare. Si poteva fare di meglio, si poteva fare di più. Me ne sono andato con una Regione in discreta salute, nonostante la crisi pesante che attraversava, aveva dei problemi sì, ma aveva però anche una capacità di risposta di una certa qualità, si pensi alle aziende che erano ancora in vita, all’ITR, allo Zuccherificio, all’Arena. Si pensi agli ospedali tutti aperti. Forse una riorganizzazione la si poteva fare con più rapidità».

 

Nemmeno per quei fallimenti, delle aziende che ha appena nominato, si sente responsabile?

«Perché responsabile?»

 

È una domanda.

«No, assolutamente. Ci stiamo rendendo conto, con il Coronavirus, di quanto è indispensabile avere e conservare le proprie capacità produttive come Paese. Per le mascherine, ad esempio. Ho difeso la produzione dello zucchero, soprattutto in Molise. Mi sono battuto in maniera notevole per conservare questa possibilità. Non mi rimprovero nulla. Non è certo colpa mia se l’Arena è fallita. Ho fatto di tutto per mantenere la produzione, ma non ci sono riuscito».

 

Lei cosa pensa del clientelismo nella politica?

«Nella politica…»

 

Nella politica regionale molisana.

«Il clientelismo c’è sempre stato, secondo me nella nostra tradizione ci sarà. L’importante è che non sia un clientelismo che escluda la possibilità agli altri di fare carriera o di trovare un posto di lavoro»

 

Lei cosa intende per clientelismo politico?

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Seconda parte/continua

 

PRIMA PARTE. Sanità in Molise. Parla Iorio: «Bisogna reinventarla. Forse ho qualche responsabilità»