La censura del manganello

IL SIMBOLO DELLA LOTTA PIENO DI SANGUE. Ma chi è questo pericoloso nemico da ammansire con la violenza? Cittadini inermi che la pensano diversamente sul genocidio israeliano che, da mesi, si sta consumando nel silenzio generale. I sit-in sono stati organizzati per un atto di solidarietà nei confronti del popolo palestinese. Il massacro unilaterale - non guerra - è sotto gli occhi di tutti. 

La censura del manganello
Il volto insanguinato di Mimì Ercolano, sindacalista del Si Cobas


 

Il volto insanguinato di Mimì, la sindacalista del Si Cobas, è diventato il simbolo della protesta e dell'arroganza del potere governativo. Ha ragione Antonino Schilirò a porre - proprio su WordNews.it - il quesito se in questo Paese (orribilmente sporco) è ancora possibile manifestare liberamente il proprio pensiero, il proprio punto di vista.

Per il suo ragionamento ha, giustamente, utilizzato l'articolo 21 della nostra Carta Costituzionale antifascista: 

«Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure».

«Non siamo scesi in piazza per Ghali - ha spiegato Mimì Ercolano -, come alcuni media hanno riportato in modo approssimativo. Il problema principale è l’atteggiamento di una Rai che decide di prendere le distanze dall’utilizzo della parola ‘genocidio’».

Le manganellate vergognose di Napoli si sono ripetute in altre città: Bologna, Roma, Torino. Chi ha impartito l'ordine? Perchè pezzi governativi hanno paura delle manifestazioni pacifiche e civili? E, soprattutto, questi poliziotti con il manganello facile cosa hanno al posto della mente? (Evitiamo di parlare di "cuore"). E' mai possibile che un ordine possa trasformarsi in uno sfogatoio personale?

Questo è il motivo per cui non si posizionano sulle divise delle forze dell'ordine i "codici identificativi"? 

Ognuno può fare il cazzo che vuole?

Ma chi è questo pericoloso nemico da ammansire con la violenza? Cittadini inermi che la pensano diversamente sul genocidio che, da mesi, si sta consumando nel silenzio generale. I sit-in sono stati organizzati per un atto di solidarietà nei confronti del popolo palestinese. Il massacro unilaterale - la parola "guerra" non significa nulla - è sotto gli occhi di tutti. 

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E anche il comportamento discutibile di molti personaggetti è emerso nelle ultime ore. Ma per difendere cosa? Le ragioni di uno Stato arrogante (Israele) che sta attuando la "soluzione finale" nei confronti del popolo palestinesi? E, soprattutto, cosa c'entra il Servizio pubblico? La Rai deve fare la Rai e staccarsi, una buona volta, dai partiti politici.

Questi dirigenti legati alla politica stanno facendo il bene per l'Azienda di Stato? Attraverso la censura, perchè di questo si tratta, si possono silenziare i drammatici problemi? Nel mondo digitale come si può pensare di nascondere certe posizioni?   

Prendiamo tutti posizione contro il genocidio, contro uno Stato di Israele (con tutto il rispetto per il suo Popolo e per il passato), che sta attuando gli stessi atteggiamenti che ha subìto, soprattutto durante il NaziFascismo.   

 

 

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