La «faccia pulita» di Cosa nostra
QUARTA PARTE. L’inchiesta «Passepartout», che ha coinvolto la parlamentare molisana Giuseppina Occhionero (“Italia Viva”), fa emergere il potere criminale della famiglia mafiosa di Sciacca e dei mafiosi di rango collegati a quel mondo criminale: Totò Riina, Matteo Messina Denaro, Salvatore Di Ganci, Santo Sacco, Accursio Dimino, Antonino Nicosia, detto Antonello (già portaborse dell’On. Occhionero). In attesa dell’udienza preliminare, dove il Gup Fabio Pilato deciderà sulla richiesta di rinvio a giudizio (sono coinvolti sei soggetti, tra cui la parlamentare), è giusto capire il contesto in cui operava il pregiudicato Nicosia.
Le intercettazioni hanno infatti registrato con una chiarezza lampante che il Nicosia si è adoperato insistentemente al fine di monitorare lo stato d’animo dei singoli mafiosi detenuti per dissuaderne eventuali iniziative collaborative; per favorire trasferimenti di detenuti mafiosi; per veicolare informazioni fra i detenuti e l’esterno; per incontrare associati mafiosi in modo assolutamente riservato e senza la vigilanza delle guardie penitenziarie al fine di ottenere e fornire dette informazioni; per speculare illecitamente sulle cooperative operanti all’interno delle strutture carcerarie progettando di estorcere loro del denaro in cambio di relazioni ispettive a loro favorevoli; ancora, per conoscere mappatura, allocazione delle celle, luoghi ove si svolgono i colloqui e la socialità dei detenuti nelle singole strutture carcerarie e ciò ancora al fine poi di veicolare dette informazioni logistiche ai sodali di Cosa nostra.
Fermo di indiziati di delitto, Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, DDA
Nicosia affrontava anche le questioni relative ai rapporti con i soggetti di Sciacca emigrati negli Stati Uniti d’America, Sergio Gucciardi e Leonardo Zinna; il linguaggio utilizzato, finalizzato a non proferire i nomi dei soggetti, e gli argomenti trattati (il sostentamento del detenuto Maniscalco) lasciavano intuire che tali questioni riguardassero Cosa nostra e le sue già accennate proiezioni negli Stati Uniti
Fermo di indiziati di delitto, Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, DDA
Nicosia rassicurava il proprio interlocutore circa l’impossibilità che la conversazione potesse essere intercettata perché la macchina a lui in uso, vicina alla quale stavano dialogando, era noleggiata ed era solito cambiarla ogni settimana (Nicosia: “no, a posto, la cambio ogni settimana”).
Fermo di indiziati di delitto, Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, DDA
Nicosia, fuor di metafora, chiedeva al sodale di attivarsi per risolvere la questione attraverso l’intervento violento e intimidatorio di “due picciotti”.
Fermo di indiziati di delitto, Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, DDA
Nel corso delle investigazioni svolte, sono stati accertati costanti e solidi rapporti tra l’indagato Antonino Nicosia e il castelvetranese Giuseppe Fontana, noto Rocky, scarcerato nel 2013 dopo una lunga detenzione durata circa vent’anni.
Quest’ultimo, nella storia della famiglia mafiosa di Castelvetrano ha sempre rivestito un ruolo centrale e ciò, in primo luogo, per il rapporto di grande amicizia e di affetto da egli stretto, fin da bambino, con Matteo Messina Denaro.
Fermo di indiziati di delitto, Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, DDA
Nicosia ha intrattenuto assidui e costanti rapporti con diversi soggetti, originari di Sciacca ma emigrati da diverso tempo negli Stati Uniti d’America, al fine di trasferirsi e inserirsi insieme ad Accursio Dimino nel circuito criminale d’oltreoceano comunque riferibile a Cosa nostra.
Fermo di indiziati di delitto, Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, DDA
La persistente partecipazione del Nicosia alla famiglia mafiosa di Sciacca è inoltre dimostrata dalla manifestazione di una persistente solida affection societatis, dalla condivisione da parte dell’indagato del programma associativo e, in particolare, del costante utilizzo della forza di intimidazione mafiosa promanante dall’esistenza sul territorio del sodalizio.
Fermo di indiziati di delitto, Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, DDA
La condotta partecipativa dell’indagato Antonino Nicosia a Cosa nostra risulta essere consistita, inoltre, nell’essersi egli messo a disposizione del sodalizio per favorire i contatti con gli associati mafiosi detenuti, contatti da lui intrattenuti grazie alla qualifica “ufficiale” assunta che, peraltro, gli ha consentito di fruire nel contesto politico e sociale di un’interfaccia “pulita” e insospettabile e, pertanto, ancor più insidiosa.
Fermo di indiziati di delitto, Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, DDA
Per approfondimenti:
- Matteo Messina Denaro, “il primo ministro”
- MAFIA & POLITICA: chiesto il rinvio a giudizio per la deputata molisana
- La famiglia mafiosa di Sciacca
-Il pregiudicato (legato alla famiglia mafiosa) in Parlamento
-L’Onorevole e il collaboratore pregiudicato
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