La Giornata della Terra?

22 aprile 1970 – 22 aprile 2023.

La Giornata della Terra?

Era il 22 aprile del 1970 quando 20 milioni di cittadini americani, rispondendo a un appello del senatore democratico Gaylord Nelson, manifestarono in difesa dei “diritti” della Terra. 

Fu un mero segno di civiltà o un gesto di provocazione politica? Una provocazione o un richiamo a scelte consapevoli da parte di tutti? A più di mezzo secolo da quel giorno, celebrato come Giornata della terra, ogni risposta resa dai decisori del futuro del pianeta risente in proporzioni variabili di banalità, oracolarità, retorica, particolarismo.

 

Pare che l’Homo sapiens (ossia noi medesimi, cioè la nostra specie) sia presente sul pianeta da circa 50.000 anni. Da quando è apparso si è attivato per occupare l’intero globo terracqueo e nello stesso tempo per eliminare - dando il peggio di sè - le altre specie di Homo esistenti. 

Da circa 50.000 anni dovunque, sul pianeta gli unici uomini siamo noi. 

In un futuro che va oltre le nostre oneste prospettive e rischia di rientrare invece nelle aborrite previsioni riuscirà il Sapiens, nel brulicare d’infiniti replicanti del peggio di sé, a sopravvivere?

La natura non sa mentire. Ha una grande capacità di sopportazione ma la sua tolleranza non può essere eterna. E prima o poi sbatte in faccia la verità. L’uomo le impone i suoi bisogni, le ridimensiona le regole ma mai deve dimenticare che è impossibile sapere chi egli sia senza il confronto con essa. Se vorrà assicurare la sopravvivenza della sua specie l’umanità non deve divenire innaturale.

Da circa 50.000 anni il genere umano rifiuta di accettare che la natura è moralmente neutra, che possiede cose meravigliose e cose spaventose e che non fa differenza fra bene e male. 

In natura non esistono né premi né punizioni, solo conseguenze.

Riedificare una civiltà resta un fine possibile se la collettività comprende il valore delle proprie scelte e se ne assume le responsabilità. 

La società del pianeta avrà raggiunto la civiltà quando potrà attribuirsi l’attributo “umana”. Quando ciascuno condividerà i valori più profondi: dignità di ogni uomo e donna, solidarietà con i bisognosi di aiuto, lotta per la giustizia, centralità della dimensione interiore e spirituale al servizio gratuito per rispetto altrui, avversione coraggiosa al potere che diventa violenza, esclusione, sopraffazione, sterminio, alla ricchezza che condanna le persone e il pianeta alla distruzione.