LA GUERRA
L'OPINIONE. «Noi cittadini ora possiamo dare un segnale di contrarietà con il voto. I sondaggisti ci dicono che il 59 per cento degli italiani é contro questa strategia di guerra. Cerchiamo di esprimerlo nelle cabine elettorali votando per quei partiti che mostrano contrarietà a questa strategia di guerra.»
L'escalation verso la guerra ha fatto un ulteriore passo avanti. Noi possiamo parlare solo dell'aumento delle bollette ma non si può sviscerare la causa che le determina. C'è un veto sottile che impedisce di approfondire il discorso sulla guerra in questa campagna elettorale.
Eppure, come un vortice, siamo sempre più risucchiati in un discorso di competitività tra aree in cui bisogna schierarsi.
Così si crea progressivamente l'assuefazione alla inevitabilità della guerra. Si sta bene attenti a differenziare le notizie della guerra da ciò che é la squallida campagna elettorale, anche se proprio la guerra costituirà la ragione dei cambiamenti futuri. Si é pure sdoganato il tabù del nucleare introducendo la dizione di nucleare tattico, cioè di una bomba che farebbe solo qualche centinaia di migliaia di morti e non milioni di morti.
Se un Paese che ha arsenali nucleari si sentisse realmente in pericolo, non userebbe quelle armi?
Io non andrei a vedere se stanno barando o fanno sul serio. Il gioco di mantenere o espandere i mercati, di aumentare o mantenere le sfere di potere, di accumulare sempre più ricchezze ci sta portando verso il baratro.
Noi cittadini ora possiamo dare un segnale di contrarietà con il voto. I sondaggisti ci dicono che il 59% degli italiani é contro questa strategia di guerra. Cerchiamo di esprimerlo nelle cabine elettorali votando per quei partiti che mostrano contrarietà a questa strategia di guerra.
Sarebbe un segnale importante che potremmo dare e, forse, una piccola goccia che può cominciare il cambiamento.
Lucio Pastore
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