La guerra è morte e distruzione

L'OPINIONE. «Niente ci hanno insegnato i due massacri del secolo scorso. Ora, con l'atomica si potrebbe realmente generare l'apocalisse.»

La guerra è morte e distruzione
Ph New York Times

«Il mediterraneo, storicamente, è un mare di incrocio di popoli. I mari uniscono e facilitano i commerci, gli scambi economici, gli scambi culturali. Questo significa, appunto, lavorare per la pace

Angelo D’Orsi insegna Storia del pensiero politico e Storia delle culture e delle ideologie politiche, Università di Torino, WordNews.it («Putin non è il demonio. È stato messo con le spalle al muro»)

 

Come diceva Gino Strada: se l'umanità non si libera dalla guerra sarà la guerra che si libererà dell'umanità. Che siano i russi o gli americani o i cinesi o altri popoli a cercare di risolvere controversie con la guerra, sono sempre distruzione materiale e dell'anima che si generano e le ferite profonde dell'anima possono durare per secoli.

Le guerre vengono sempre generate da un'idea che il rapporto tra gli esseri umani deve essere guidato da una competizione costante. Il senso della vita è difficile da trovare ed il moloc di riferimento attuale è la necessità di accumulare ricchezza e potere.

Per l'uomo primitivo nella scarsezza di risorse era spesso necessario ricorrere alla violenza per sopravvivere. Questo istinto si è strutturato nella società ed è diventato nei secoli, la ragione prima del vivere e tutte le organizzazioni sociali e politiche tendono a creare condizioni di supremazia per permettere lo sfruttamento di uomini su altri uomini.

È un conflitto permanente che può generare solo guerre su guerre e masse di poveri ed è così da secoli.

Niente ci hanno insegnato i due massacri del secolo scorso. Ora, con l'atomica si potrebbe realmente generare l'apocalisse.

Se non ci sarà un salto valoriale, un cambiamento reale rispetto ad una visione di darwinismo sociale che impregna la nostra epoca, sarà difficile che l'uomo evolva dal suo stato primitivo di competizione perenne e sarà difficile evitare il disastro.

Lucio Pastore

 

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