La guerra tra bande

L'OPINIONE DELL'AVV. GUARNERA. «La qualità del ceto politico è sempre più bassa e, chiunque vinca, non fa ben sperare. La coerenza e l'intransigenza rispetto ad alcuni valori risultano calpestate senza pudore. Onestà, incensuratezza e riconosciuta qualità morale non rappresentano una precondizione per qualsivoglia incarico.»

La guerra tra bande

È sempre più penoso commentare le vicende della politica italiana. Hanno voluto la riduzione del numero dei parlamentari, e adesso si è scatenata la guerra tra bande per le candidature.

Era ampiamente prevedibile, tenuto conto che vale solo la poltrona, mentre i programmi costuiscono solo uno specchietto per gli sprovveduti. Mancano un progetto e una visione di futuro. Dominano solo gli slogan, e ciascun partito li ripete ossessivamente tramite i vari figuranti che si alternano davanti alle telecamere.

Spettacolo non solo penoso, ma eticamente osceno. La qualità del ceto politico è sempre più bassa e, chiunque vinca, non fa ben sperare. La coerenza e l'intransigenza rispetto ad alcuni valori risultano calpestate senza pudore. Onestà, incensuratezza e riconosciuta qualità morale non rappresentano una precondizione per qualsivoglia incarico.

Sono scesi in campo molti avventurieri, mercenari, venditori di fumo. La piazza della politica è un grande mercato. In tale contesto è assolutamente logico che sia scomparso ogni impegno per il contrasto alle varie mafie, alla corruzione, ad ogni forma di illegalità.

Anzi, temo che ci si prepari a partecipare al grande banchetto per l'illecito utilizzo delle pubbliche risorse. L'impegno per un cambiamento si presenta immane, ma bisogna comunque provarci. A partire dalle piccole realtà locali, come i quartieri, i paesi, le città. E' un tentativo che vorrò fare, sperando che riesca.

A presto.