La Hydro vuole lavorare, i lavoratori scioperano

VAL DI SANGRO. In azienda lavorano circa 200 persone. Fim e Fiom prendono posizione: «Non siamo tutelati. È l’unico sito che non vuole comprendere un concetto elementare e basilare: per contrastare il virus bisogna tenere le fabbriche chiuse».

La Hydro vuole lavorare, i lavoratori scioperano

«Siamo stati costretti come Fim e Fiom alla Hydro di Val di Sangro a dichiarare sciopero nella giornata di oggi e, molto probabilmente, anche nei prossimi giorni. È l’unica azienda, in questo momento, che non vuole capire che l’unico modo per contrastare il virus è tenere le fabbriche chiuse ed evitare concentrazione di persone. Purtroppo dobbiamo riscontrare che l’azienda, a nome del capo del personale, ha fatto orecchie da mercante e, quindi, non hanno accettato la nostra richiesta di cassa integrazione. Questa mattina la tensione è stata altissima, quasi la totalità delle persone non sono andate a lavorare. Chiediamo una chiusura preventiva rispetto alla situazione che stiamo vivendo». Queste sono le parole del sindacalista Amedeo Nanni.

 

Alla Hydro di Val di Sangro lavorano circa 200 dipendenti. «Le nostre attività – spiegano i sindacalisti, firmatari di un documento dove illustrano le ragioni dello sciopero – non producono beni di prima necessità e addirittura a livello europeo si sta andando verso il blocco delle merci in uscita». Una produzione per riempire i magazzini?

 

«Non mettiamo in discussione gli sforzi – continuano – profusi dalla Hydro Building Systems Atessa, riteniamo comunque che vada drasticamente o evitato del tutto la presenza delle persone in azienda».

I lavoratori chiedono un aiuto alle istituzioni per la valutazione dei rischi. «È necessario che siano le autorità competenti ad assumersi la piena responsabilità di decidere se le aziende possono o non possono lavorare, tenendo in considerazione anche la promiscuità dei mezzi di trasposto per raggiungere il posto di lavoro e per tornare a casa. Non serve a nulla prendere qualsiasi tipo di accorgimento in azienda se poi durante il percorso ci ammaliamo e diffondiamo il virus, purtroppo le Istituzioni su questo non stanno dando risposta. Ribadiamo la necessità di concordare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, siamo pronti e disponibili a discuterne».

Lo sciopero è stato proclamato per le otto ore per ciascun turno lavorativo di oggi. Per il turno del week-edn 4 ore per il giorno 22 marzo, dalle ore 20:00 alle ore 24:00.