L’Arma premia i condannati e punisce i testimoni?

Ci sorge spontaneo qualche dubbio dopo l’ultima sentenza che appura che l’appuntato Casamassima è stato danneggiato mentre il Maresciallo Mandolini (condannato nel processo Cucchi) può svolgere tranquillamente l’attività lavorativa.

L’Arma premia i condannati e punisce i testimoni?
Riccardo Casamassima

È proprio strana l'Italia, come è strano il caso che ha visto la morte di Stefano Cucchi per via delle botte da parte di diversi militari, oggi stati condannati per il pestaggio subito dal geometra romano. Stiamo parlando di Mandolini, di Francesco Tedesco, di Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro: accusati di omicidio preterintenzionale, e poi Roberto Mandolini e Vincenzo Nicolardi, che rispondono di calunnia e falso.

L'unico che doveva essere protetto e tutelato dall’Arma dei Carabinieri è l’appuntato Riccardo Casamassima e la moglie Maria Rosati che, all’epoca dei fatti, assistettero all’animata discussione tra Mandolini e il suo superiore durante la quale lo stesso riferiva che i suoi uomini avevano fatto un casino e furono gli unici a rompere quel muro di omertà. Ormai un fatto risaputo.

Eppure, lo stesso Mandolini, oggi - nonostante la condanna - può svolgere attività di ordine pubblico in giro per l’Italia come se nulla fosse: come un premio per l’orrore commesso.

Riccardo Casamassima, da allora, ha subito sette processi (con sette assoluzioni), provvedimenti disciplinari e in più, da allora, non può più svolgere il lavoro che faceva. Oggi è messo letteralmente alla "porta" (apre la sbarra alla scuola allievi di Roma). 

Chiediamo al nuovo comandante generale Tuzi, che aveva fatto dichiarazioni di tutela per chi denuncia, perché un onesto carabiniere non può più fare un normale lavoro e i condannati che hanno infangato quella divisa gloriosa possono fregarsene svolgendo ordine pubblico per strada.

Vogliamo ricordare al comandante generale alcune parole delle motivazioni della sentenza Cucchi che, senza giri di parole, riferiscono chiaramente la genuinità delle dichiarazioni di Casamassima, un sistema di verbali di arresto falsi denunciato da Casamassima e, frettolosamente, archiviato; condotte infamanti nei confronti dello stesso Casamassima mirate a screditarne la sua persona, provvedimenti disciplinari aperti per motivi pretestuosi e mirati a danneggiare l’appuntato.

Perché l’Arma si ostina a non considerare un importante testimone che ha subito l’inverosimile?

Caro comandante generale l’opinione pubblica che fiducia può ancora riporre in una gloriosa istituzione che non protegge gli onesti e premia i condannati?

 

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