Le condanne e le denunce del [lo]deserto dei diritti dei migranti

TERZA ED ULTIMA PARTE. Denunciato per anni da associazioni, giornalisti e attivisti, condannato nei tribunali italiani ma è ancora in attività. Omaggiato anche da esponenti istituzionali italici.

Le condanne e le denunce del [lo]deserto dei diritti dei migranti

Chiuso definitivamente nel 2006, la gestione del Regina Pacis è stata negli anni al centro di varie inchieste della magistratura e processi, che hanno visto assoluzioni e prescrizioni ma anche condanne per “sequestro di persona”, “minacce”, “truffa aggravata ai danni dello Stato” e “simulazione di reato” con “tanto di interdizione dai pubblici uffici” per Lodeserto, come ha ricordato Stefano Mencherini in un articolo citato nella precedente puntata di questo approfondimento. «Con arroganza e perseveranza, come indicano gli atti processuali, tese a nascondere dietro “buone azioni” le più efferate nefandezze». Una delle prescrizioni colpì l’accusa di «gravi violenze con sevizie e crudeltà».

«Insieme a otto carabinieri del XI Battaglione Puglia, a due medici e alcuni suoi scagnozzi» riporta Stefano Mencherini in quest’articolo «aveva prima pestato a sangue e poi ingozzato di carne di maiale cruda alcuni migranti musulmani, rinchiusi a spese della collettività nel ‘suo’ centro, in spregio alla loro religione».

A queste seguirono «nuove accuse per truffa, sequestro di persona, calunnia, violenza privata e altre gioiose amenità, compiute stavolta ai danni di alcune ex prostitute che ”accoglieva” anch’esse al ‘Regina pacis’, lo portarono per qualche giorno in galera. Con lui, indagati e dopo undici anni di processi condannati, furono anche il nipote Giuseppe Lodeserto e Natalia Vieru».

Divenuto, prosegue l’articolo, «presenza imbarazzante» persino per la sua diocesi «fu mandato in missione pastorale» nella capitale moldava Chisinau. Dove vivevano il nipote e la Veriu, che nel frattempo si erano sposati, ed aprì una succursale della sua fondazione, anche «con altri fondi pubblici come quelli che gli portò l’allora presidente della Provincia salentina, l’avvocato ed ex senatore Ds Giovanni Pellegrino. Persino alcune visite blasonate non si fece mancare, come quella  dell’allora ministro degli Esteri Massimo D’Alema in ossequiosa trasferta».

Questi alcuni dei tanti articoli su quanto accadde in quegli anni, sulle violenze, sui giri di denaro e sulle condanne.

 

Regina pacis: Lodeserto, Vieru e nipote, tutti condannati in Cassazione, Appalti Enav, l’inquietante ruolo della bella ‘cugina’ di Don Cesare Lodeserto al vertice del Regina Pacis

http://www.stefanomencherini.org/ita/index.php?option=com_content&task=view&id=161&Itemid=1

Affari sporchi: Lodeserto e Vieru ci riprovano (e diventano ricchi) – sull’inchiesta Enav-Finmeccanica

http://www.stefanomencherini.org/ita/index.php?option=com_content&task=view&id=124&Itemid=1

Lodeserto: 4 anni per 9 miliardi sottratti ai migranti

http://www.stefanomencherini.org/ita/index.php?option=com_content&task=view&id=113&Itemid=1

La contabilita’ degli orrori di una storia italiana – Le condanne di Lodeserto

http://www.stefanomencherini.org/ita/index.php?option=com_content&task=view&id=118&Itemid=1

Don Cesare Lodeserto, nuova condanna. Un anno e 4 mesi di reclusione: l’inchiesta e riguarda i finanziamenti pubblici del programma «Ali nuove»

http://www.stefanomencherini.org/ita/index.php?option=com_content&task=view&id=103&Itemid=1

Accolti a botte – Le inchieste sul “Regina pacis” – Avvenimenti del gennaio 2003

http://www.stefanomencherini.org/ita/index.php?option=com_content&task=view&id=31&Itemid=57