Le domande sono domande sempre, la stampa non si accomoda e non concorda

Solidarietà a Michele D’Annunzio e Nicola Cinquina di Chiaro Quotidiano

Le notizie sono notizie e il compito del giornalismo è riportarle, quando c’è una notizia non esiste se, ma e impedimenti a farlo. In politica tutte le posizioni e le riflessioni sono legittime e hanno pari dignità. Ancor di più nel campo elettorale, tanto è vero che la legge prevede pari spazi e pari dignità per tutti. Chi governa e chi è all’opposizione, chi detiene un grande potere e chi rappresenta una formazione politica debole e tutt’altro che numerosa.

Così iniziava un nostro articolo sul rapporto tra stampa e politica di quasi tre anni fa. Lo pensavamo allora e ne siamo convinti ora. Ed è la base del giornalismo, quel giornalismo che deve essere “cane da guardia del potere” (come ci insegna la miglior scuola statunitense) e non cagnolini da riporto. Lo stato di una democrazia e delle libertà lo si può conoscere nelle periferie dell’Impero, nei sottoscala delle province, lontani da riflettori e luci potenti, lì dove il grigio domina e la vita è spesso sopravvivenza.

Lì dove comandano precarietà, difficoltà quotidiane, non ci sono ricchezze e colossi dell’informazione e dell’impegno civile e sociale. Ma impazzano piccoli e grandi potentati, padrini e padroni. Rimanere con la schiena dritta, non farsi incatenare o legare, essere espressione libera e attenta, è ogni giorno lotta per la sopravvivenza. Mentre mediocri con padrini e padroni, grandi risorse economiche e santi in paradiso fanno il bello ed il cattivo tempo. Qui, nelle periferie più periferiche, denunciare, documentare, non accomodarsi, informare, far conoscere, chiamare neri i gatti neri è atto di coraggio e vera professionalità. È facile, facilissimo, sedersi sulle poltrone dei talk show, essere grandi firme conosciute in tutta Italia e all’estero con portafogli gonfi.

Essere cronisti di provincia, consumare le suole delle scarpe, illuminare di luce e non di finti fari accomodanti non è da tutti. Ma il giornalismo questo è, non è altro, non è il pronista e non è lo stenografo dei cicisbei dei palazzi e di mediocri megafoni locali.

La salute di una democrazia la si vede in provincia, la si vede lontano dai palazzi. E quanto documentato nel video copertina di quest’articolo lo dimostra. Non ci saranno grandi manifestazioni, non ci saranno sommosse, è una tempesta che già si sta placando, non ci saranno girotondi e sit in, tranquilli nessuno griderà in difesa della libertà di stampa.

E questo dovrebbe farci riflettere sullo stato di tante “mobilitazioni”, di tante chiacchiere fintamente impegnate, di tanta vuota propaganda di chi vuol apparire quel che non è. E che in questo video, ripresi da un operatore professionista e professionale con ormai decenni di esperienza, ci siano un giornalista professionista esperto e il presidente dei “democratici” – rieletto al termine di una campagna elettorale all’insegna dell’antifascismo, della lotta per la democrazia e le libertà contro il candidato delle destre “neofasciste e oscurantiste” -  già basterebbe per chiuderla qui.

Ci uniamo alla solidarietà e agli attestati di stima già ricevuti da Michele D’Annunzio e Nicola Cinquina di Chiaro Quotidiano e possiamo, personalmente e come giornale online, testimoniare della loro professionalità, del loro impegno costante nell’interessarsi delle sorti del nostro territorio con passione (e comunque certo non può esserne giudice chi, parole sue, è venuto qui calato dall’alto solo per la campagna elettorale). Non tocca ad un politico giudicare le domande, scegliersi le domande, decidere cosa deve fare o non deve fare un giornalista.

E altrettanto grave, a nostro giudizio, è la reazione e i toni utilizzati. Ci schieriamo con due professionisti e con la libertà della stampa di porre domande, dubbi, interrogativi, temi perché quanto accaduto nei confronti di Michele D’Annunzio e Nicola Cinquina è accaduto anche nei nostri confronti. In un Paese in cui prima o poi bisognerà aggiungere un giorno al calendario -  perché (a chiacchiere) il 9 maggio siamo tutti Peppino Impastato, poi tutti Giovanni Falcone, poi il 19 luglio tutti Paolo Borsellino e poi ancora tutti Rita Atria, tutti Carlo Alberto Dalla Chiesa, tutti Ilaria Alpi, il 25 aprile tutti partigiani e antifascisti, il 25 novembre tutti donne vittime di violenze, servirebbe, squarcerebbe veli d’ipocrisia e retorica, il 32 dicembre, il giorno in cui ognuno è se stesso – noi oggi siamo Chiaro Quotidiano, ci sentiamo Chiaro Quotidiano.

E, anche per questo, alcune annotazioni sono più che doverose:

  1. Dopo gli incontri di Lanciano e Vasto è stato inviato un comunicato contenente quattro paragrafi di dichiarazioni di Stefano Bonaccini, almeno tre con chiari riferimenti nazionali. Quindi come si spiega la reazione alla domanda del direttore di Chiaro Quotidiano se i temi nazionali sono stati affrontati eccome (superbonus compreso), quel giorno e in altri?
  2. Il “campo largo” abruzzese possibile esempio ed esperimento da replicare altrove e a livello nazionale non è un sogno del direttore D’Annunzio o nostro, sono dichiarazioni di alti esponenti del PD a partire dalla segretaria Elly Schlein
  3. Si deve parlare solo e soltanto della campagna elettorale locale? In Abruzzo secondo il presidente nazionale di un partito, ai vertici di una regione e della Conferenza Stato-Regioni non siamo capaci di occuparci di quel che accade sopra le nostre teste?
  4.  Si deve parlare solo e soltanto della campagna elettorale locale? Ammesso, e per quanto ci riguarda non concesso, sia così allora ci risponda Bonaccini o chi per lui: quanto tempo, spazio, parole, avete in tutti gli incontri della due giorni dedicato a temi nazionali e/o a Giorgia Meloni e alla sua maggioranza e quanto ai candidati locali? Quanto il presidente dell’Emilia Romagna ha parlato delle persone che ci sono candidate nel partito di cui è presidente? La comunità del PD merita rispetto ed è animata anche da persone straordinarie e generose, umili e lavoratrici, di specchiata onestà, trasparenza e valore. Ci saremmo aspettati, perché ci sono anche tra le candidate, di queste persone. Nel comunicato post incontri di Lanciano e Vasto non sono neanche citate.

 

 

Potremmo fare anche tante altre considerazioni ma ci fermiamo qui, dando spazio alle uniche espressioni di solidarietà giunte agli amici di Chiaro Quotidiano. E anche il numero racconta tanto di questa provincia che raccontiamo da quattro anni e continueremo a raccontare.

  

Sindacato Giornalisti Abruzzesi

Il Sindacato dei giornalisti abruzzesi resta basito per l’ennesima scena di insofferenza di un politico, in questo caso il presidente della regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, di fronte alla legittima domanda di un cronista. Una reazione volgare e scomposta a un quesito non gradito. Pretendere domande su misura non appartiene alla democrazia e non rispetta il ruolo della stampa. Quanto accaduto a Vasto ai colleghi di ChiaroQuotidiano durante l’intervista a Bonaccini, ci ricorda ancora una volta quanto l’Italia sia un paese poco ospitale per i giornalisti, continuo bersaglio della classe politica e non solo.

Piernicola Carlesi, coordinatore del circolo Fratelli D’Italia di Vasto

Il circolo di Fratelli d'Italia di Vasto esprime vicinanza ai giornalisti e operatori della stampa vastese di fronte all’arroganza di un politico nazionale come il Presidente del Partito Democratico, e presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, il quale stizzito per aver ricevuto una domanda a lui sgradita sul superbonus edilizio, ha iniziato ad urlare contro il giornalista, chiedendo all’operatore di abbassare la telecamera.

Davanti al sorriso  dello stesso Sindaco di Vasto presente ai fatti, si é consumato un teatrino che ha visto Bonaccini scappare dall’intervista rivolgendosi con sprezzante sufficienza al direttore di Chiaro Quotidiano.

Giustamente il giornalista gli ha risposto “…mica decidi tu le domande che noi facciamo” e questa manifestazione di liberta’ contro l’arroganza del potere, ha ancora di piu’ irritato l’esponente del PD, evidentemente non abituato a tanta indipendenza dei giornalisti e sorpreso di trovarla a Vasto.

Secondo noi il giornalista ha colto in quella del superbonus una delle contraddizioni  piú evidenti dell’alleanza tra M5S e PD.

Il comportamento di Bonaccini dimostra  nervosismo forse alla luce dei sondaggi che vedono il Presidente Marco Marsilio in vantaggio di circa 10 punti sul suo avversario.

Per inciso poche ore prima lo stesso giornalista aveva intervistato a Vasto la Ministra delle pari opportunitá, On. Eugenia Roccella all'interno di una tavola rotonda sulla salute della donna svoltosi al teatro Rossetti, dove ha potuto fare tutte le domande che ha voluto, senza censure o irritazioni.

Una questione di stile che rivendichiamo con orgoglio.

Etelwardo Sigismondi, senatore di Fratelli D’Italia

"Esprimo la mia piena solidarietà al giornalista e direttore della testata abruzzese 'Chiaro Quotidiano', Michele D’Annunzio, e all’intera redazione, per l'attacco verbale subito ieri a Vasto, durante un'intervista, da parte del presidente del Pd e della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. Ciò che è accaduto è sconcertante, poiché il giornalista è stato attaccato semplicemente per aver posto legittime domande riguardo il Superbonus, tematica di grande interesse per molte aziende e famiglie abruzzesi. Evidentemente è imbarazzante per gli esponenti del Pd rispondere a domande riguardanti questa materia: una legge che, con la loro complicità politica, ha portato a gravi conseguenze, anche in Abruzzo, per imprese, lavoratori edili e famiglie, mettendo a repentaglio i conti dello Stato. Forse il presidente Bonaccini, immagina una stampa asservita alla politica, orientata solo a porre domande concordate, tanto più che si è anche permesso di mettere in dubbio la qualità del giornalismo offerto dai professionisti dell'informazione di Chiaro Quotidiano i quali, in barba alle insinuazioni di Bonaccini, svolgono ogni giorno un lavoro eccellente per il territorio. Quanto accaduto deve far riflettere anche perché si è svolta di fronte all'indifferenza del candidato alla presidenza della Regione del centrosinistra, Luciano D’Amico, del segretario regionale abruzzese del Pd, Daniele Marinelli, e del sindaco di Vasto, Francesco Menna, i quali hanno preferito rimanere in silenzio, a tratti sorridendo, anziché difendere la libertà di stampa e il giornalista coinvolto. La reazione scomposta di Bonaccini evidenzia ancora una volta il nervosismo per la campagna elettorale in corso per le elezioni regionali, soprattutto dopo il recente sondaggio che mostra il loro candidato D’Amico in una posizione sfavorevole rispetto al Presidente Marsilio e con il Pd in grave crisi e addirittura superato dal Movimento 5 Stelle”. Lo dichiara il senatore e segretario regionale di Fratelli d'Italia Abruzzo, Etelwardo Sigismondi.