Le guerre vengono dichiarate da ricchi e potenti e uccidono gli impoveriti

PRIMA PARTE. La presa di posizione di Voci Di Dentro sulla guerra in Ucraina e contro tutte le guerre.

Le guerre vengono dichiarate da ricchi e potenti e uccidono gli impoveriti

Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
Quando il fratello disse all’altro fratello:
«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
Salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.

 

La poesia di Salvatore Quasimodo riassume plasticamente quel che è la realtà che stiamo vivendo. In pieno terzo millennio, dopo due anni di pandemia e almeno quindici anni di crisi economica e sociale, domina ancora l’uomo della pietra e della fionda. Si poteva mai immaginare che nel 2022 avremmo ancora avuto uno Stato che invade e bombarda un altro Stato, oggi la Russia contro l’Ucraina? Terza guerra mondiale, guerra nucleare, guerra totale, sono termini entrati appieno nel linguaggio quotidiano, è una realtà verso cui ogni giorno scivoliamo sempre più. E, parafrasando l’ultima intervista poche ore prima di essere ucciso di Pier Paolo Pasolini, siamo tutti in pericolo.

 

Siamo nel 2022, in pieno terzo millennio, quella che doveva essere l’alba della civiltà e del progresso. Superare la guerra, consegnare solo ai libri di storia l’uomo della pietra e della fionda, le dittature e i poteri (dis)umani, i potentati che reprimono ogni dissenso, cancellano le libertà, costruiscono prigioni sociali da Grandi Gendarmi (parafrasando padre Ernesto Balducci), consegnare finalmente alle vittime, agli impoveriti, ai popoli oppressi, il ruolo che spetta loro nella Storia. A loro e non a guerrafondai assetati di potere e dominio. Quest’anno saranno ventisette anni dal congedo terreno di Alexander Langer, in questi mesi i dubbi atroci e l’attivismo realmente nonviolento, realmente dalle parte delle vittime, capace di riconoscere vittime e carnefici, di cercare strade per fermare le guerre di oggi e impedire le guerre di domani, costruire quell’alternativamente concretamente civile e nonviolenta al dominio bellicista sancito nel 1999 (ventitre anni fa!) persino da una risoluzione del Parlamento Europeo sarebbero di drammatica attualità. Ed invece domina ancora una volta l’uomo della pietra e della fionda, ancora una volta ci troviamo di fronte chi conosce solo il linguaggio delle bombe e della distruzione.

 

Voci Di Dentro, come abbiamo già raccontato e continueremo a raccontare ogni volta che ci sarà possibile, è una straordinaria associazione e rivista che cerca di illuminare uno dei non-luoghi più bui della nostra ipocrita e farisaica società. Racconta quel che troppo spesso non viene raccontato o viene raccontato male e in maniera distorta. Ovvero il mondo delle carceri. Portando il mondo là fuori dietro le sbarre e portando l’umanità, l’intelligenza, la vita che è dentro ad aprirsi. Anche i detenuti diventano protagonisti nelle attività dell’associazione e nelle pagine della rivista, costruendo percorsi che vanno oltre la triste quotidianità di questi non-luoghi e ad interrogarsi e raccontare quel che accade. Sull’ultimo numero della rivista il direttore Francesco Lo Piccolo e la redazione di Voci Di Dentro hanno volto lo sguardo su quanto sta accadendo, su questo prepotente e disumano ritorno sul proscenio della Storia dell’uomo della pietra e della fionda. Prendendo una posizione netta e precisa. Che così Lo Piccolo ci ha raccontato e riassunto.

 

«L’ultima pagina del giornale Voci Di dentro di Marzo riporta le frasi le parole di Gino strada e soprattutto un passaggio: la guerra ha una costante, il 90% delle vittime sono civili cioè persone che non hanno mai imbracciato un’arma. Un’altra frase che riportiamo sempre di Gino strada e che facciamo nostra è che le guerre vengono sempre dichiarate dai ricchi e dai potenti. Abbiamo voluto ribadire questo concetto perché noi siamo assolutamente convinti che la guerra va abolita. La costituzione italiana lo dice: l’Italia ripudia la guerra. Ripudia è una parola forte non è semplicemente non voler fare le guerre, la esclude  totalmente  preferendo la soluzione dei problemi e delle controversie internazionali fra paesi con la diplomazia, il dialogo, l’incontro. Abbiamo voluto chiudere il giornale con questa immagine di fuoco e di bombe per ribadire che la guerra piace soltanto ai mercanti di armi e ai politici e le vittime sono sempre i popoli e i civili. Questo ci interessava ribadire,  purtroppo è una storia di odio che avviene da troppo tempo e non ci piace».

 

L’ultimo numero della rivista Voci Di Dentro è disponibile integralmente qui

https://drive.google.com/file/d/1uy4DUjQhmDN_cNpcDPJB3kIr8mAbWM8-/view

https://ita.calameo.com/read/0003421548240e802c361

 

 

 

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