Le mafie nigeriane e lo stupro a pagamento

ABRUZZO/Seconda Parte. La DIA lo ha messo nero su bianco mesi fa: le mafie nigeriane avanzano e sono sempre più forti, tra i loro capisaldi la schiavitù sessuale. «La Mafia nigeriana in Italia», il coraggioso libro pubblicato quest’anno da Maris Davis documenta decenni di attività criminale in Italia e le tante, troppe complicità ed omertà che le hanno favorite.

Le mafie nigeriane e lo stupro a pagamento

«Le strutture criminali nigeriane sono attive su gran parte del territorio nazionale con presenze
importanti nelle isole maggiori in particolare a Palermo, Catania e Cagliari ma anche nel Lazio e in Abruzzo.

L’alto tasso di disoccupazione rilevato tra i nigeriani presenti sul territorio nazionale,
raffrontato col considerevole ammontare delle rimesse di denaro dall’Italia verso la Nigeria, consente di ipotizzare che un significativo numero di soggetti disoccupati o in posizione di inattività di etnia nigeriana presenti in Italia possa almeno potenzialmente essere attratto dalle compagini malavitose autoctone o di quell’etnia e che i flussi delle rimesse, oltre alla quota sicuramente preponderante di natura lecita che attesta l’operosità della comunità nigeriana, possano celare anche proventi di attività illegali.

Gli interessi criminali delle consorterie nigeriane si concentrano sulla tratta di esseri umani connessa con lo sfruttamento della prostituzione e l’accattonaggio forzoso a cui si associa un progressivo sviluppo nel settore del narcotraffico gestito talvolta in collaborazione con gruppi criminali albanesi. Il traffico di stupefacenti continua infatti a rappresentare il core business dei sodalizi nigeriani e la presenza di nigeriani in gruppi criminali multietnici viene confermata dalle evidenze investigative del periodo in esame».

È questo il primo paragrafo della sezione dedicata alle mafie nigeriane dell’abstract dell’ultima relazione semestrale della DIA. Nella relazione integrale viene citata l’operazione “Hello Bros” del 26 aprile 2021 contro clan delle mafie nigeriane la cui testa era a L’Aquila.

Furono 30 gli arrestati, «ritenuti membri di un’articolazione dell’organizzazione mafiosa nigeriana denominata Black Axe”, finalizzata al compimento di numerosi reati tra cui traffico di stupefacenti, immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione, truffe informatiche e riciclaggio, quest’ultimo operato anche attraverso la compravendita di bitcoin».

Su quanto emerso questo riporta la relazione: «Le indagini hanno consentito di accertare che il gruppo criminale smantellato aveva i suoi vertici in Nigeria, mentre il capo della consorteria criminale in Italia è stato identificato in un nigeriano che dirigeva, dal capoluogo abruzzese, tutte le attività illecite del sodalizio. E’ stata altresì ricostruita l’intera struttura dell’organizzazione criminale, individuandone anche i componenti delle articolazioni periferiche presenti in diverse città italiane. Parte dei guadagni realizzati dal sodalizio venivano investiti in Nigeria per acquistare immobili, attraverso un vero e proprio reticolo di transazioni finanziarie, nel tentativo di dissimulare l’origine illecita dei fondi. Le indagini hanno messo in luce, altresì, la presenza di un’organizzazione gerarchica, caratterizzata da aggressività e violenza, dotata di rigide regole di condotta».
 

Le mafie non sono cancri che proliferano casualmente su tessuti sani ammoniva Giovanni Falcone. Le mafie nigeriane, lo sfruttamento mafioso della schiavitù sessuale, il proliferare dello stupro a pagamento, tutto quanto riportato in quest’ultima relazione della DIA e molto altro lo conferma.

L’Abruzzo è la regione in cui trovò la morte, dopo mesi e mesi di atroce sofferenza e anni di ripetuti stupri ogni notte e ogni giorno, Liliam Solomon, è la regione dei lager dello stupro a pagamento sulla bonifica del tronto e nell’area metropolitana Montesilvano-Pescara, di una fiorente attività nel vastese a cavallo del confine col Molise, in cui sono stati chiusi night per “sfruttamento della prostituzione” e l’elenco potrebbe continuare. I dati riportati nel 2019 in un convegno a Montesilvano dalla Comunità Papa Giovanni XXIII ne sono dimostrazione.

Tutto questo è favorito dalle migliaia di papponi che ogni notte lo alimenta, che lasciano le famiglie a casa e pagano migliaia di euro ogni notte per stuprare, violentare, abusare sfogando le loro depravate perversioni. È frutto della complicità delle migliaia e migliaia che sanno e conoscono e fanno finta di nulla o si divertono con battutine e risate su quanto accade nelle pinete di Pescara e Montesilvano, sulla bonifica del tronto, nei night, su una parte del lungomare di San Salvo e in molti altri posti. Loro ridono, vigliacchi schifosi, e migliaia di donne di ogni età piangono, soffrono, sono devastate e distrutte dalla violenza e dal dolore.

Dovrebbe far schifo tutto questo, dovrebbe essere schifato a più non posso. E invece la provincia borghese complice e omertosa lo perpetra.

È quanto denuncia e combatte da anni con coraggio Maris Davis che, dopo la pubblicazione del libro «Storie vere» di cui abbiamo scritto in alcuni articoli mesi fa, nell’agosto 2022 ha pubblicato un coraggioso libro «La mafia nigeriana in Italia» in cui ha denunciato e documentato decenni di attività criminale in Italia e le tante, troppe complicità ed omertà che le hanno favorite acquistabile qui https://www.amazon.it/dp/B0BBJTPG7K .

Nei giorni intorno al Natale per alcune pubblicazioni di denuncia di tutto questo sono arrivati insulti su facebook e youtube, offese volgari e immonde. Su un forum online, di cui non riportiamo il nome per non far pubblicità a questi esseri, in più tra insulti e oscenità varie (mettendo anche la foto del volto del sottoscritto) c'è chi ha scritto di essere favorevole alla violenza e "se potessi avere questo davanti lo scasserei di botte" con riferimento al sottoscritto. 

La risposta, l’unica risposta che si conosce comincia con quest’articolo, solo prima parte, perché quegli attacchi offensivi dimostrano che è stato toccato un nervo scoperto e a qualcuno dà fastidio certe pubblicazioni. Motivo in più per continuare a farlo, per farlo sempre più.

2. continua

 

 

Incel, papponi stupratori che si vantano di ogni violenza anche pedofila

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Il sistema criminale mafioso dello stupro a pagamento può essere solo abolito

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Schiavitù sessuale, abominio mafioso del XXI secolo

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La schiavitù sessuale alimenta le mafie e opprime le donne

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Supportiamo i girasoli di Liliam, non lasciamoli sfiorire

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