Le parole per dirlo - Partecipazione

L'elevata percentuale di astensionismo vanifica il senso di partecipazione alla vita pubblica dei cittadini.

Le parole per dirlo - Partecipazione

La Treccani definisce “partecipazione”, in generale, il fatto di prendere parte ad una qualche attività, mediante la presenza fisica, l’adesione con il pensiero o con un contributo fattivo al compimento di quella determinata attività.

Si tratta di un vocabolo che si presta a svariate accezioni, anche astratte quando lo usiamo per significare la nostra vicinanza a qualcuno, o ancora per comunicare qualcosa a qualcuno.

Nell’ambito della vita pubblica di una società democratica, il termine partecipare indica il coinvolgimento dei cittadini alla formazione e al funzionamento delle principali istituzioni dello Stato: in questo caso la partecipazione si esplica attraverso l’esercizio del diritto di voto.

In molte società democratiche, indipendentemente dalla collocazione geografica, negli ultimi decenni si assiste a una progressiva contrazione della partecipazione dei cittadini alla vita pubblica mediante l’esercizio del diritto di voto. Le ultime elezioni celebrate nel nostro Paese ne sono un esempio lampante. Meno della metà degli aventi diritto si è recato alle urne ad esprimere la propria preferenza, a dare il proprio contributo alla determinazione e al funzionamento dell’istituzione per la quale l’elezione è stata indetta.

In Italia questo trend discendente ha avuto inizio dopo le elezioni politiche del 1979 che registrarono una partecipazione del 90%. Il termine astensionismo era, all’epoca, decisamente sconosciuto.

Con l’inizio degli anni ’80 si osserva un continuo calo della partecipazione dei cittadini alle tornate elettorali, un atteggiamento sempre più riconducibile alla crisi del sistema politico italiano.

L’astensionismo, e quindi la non partecipazione, diventa un elemento strutturale nella dinamica elettorale italiana che, come dice anche l’ISTAT, finisce per trovare terreno fertile in un allontanamento progressivo dei cittadini dalla politica, intesa anche come argomento di conversazione, confronto, dibattito.

Certamente il panorama politico italiano non crea quello stato di entusiasmo tale da spingere i cittadini a tornare ad occuparsi di politica, sia in maniera diretta attraverso l’impegno personale, sia indirettamente attraverso l’esercizio del voto. Tuttavia, i cittadini dovrebbero acquisire la consapevolezza che la mancata partecipazione al voto fa sì che siano gli altri a scegliere per chi non vota. La minoranza decide e sceglie per la maggioranza. Chi non esprime la propria idea e preferenza attraverso il voto non dovrebbe poi lamentarsi per le scelte compiute dagli altri, da quelli che quel diritto lo hanno esercitato, per sé e per chi non lo ha fatto.

Un Paese nel quale più della metà degli aventi diritto non si reca alle urne è un paese con una democrazia dimezzata, zoppa. Un Paese nel quale la collettività dovrebbe tornare a interrogarsi su quanta lotta e quanta sofferenza sono state necessarie per conquistare quel diritto di voto, su cosa realmente significhi mettere una croce su un simbolo o su un nome. Un Paese che ha perso troppa memoria, e che di questo dà prova ripetutamente in tempi recenti, non ha speranza di risollevare il suo assetto democratico e di far sì che il cittadino torni ad essere protagonista e artefice della sua vita sociale.

Per troppo tempo abbiamo dato per scontato la democrazia e la libertà che la nostra Costituzione ci ha consegnato e abbiamo fatto sì che la palude dell’indifferenza, del qualunquismo e dell’individualismo inondasse e ricoprisse la nostra società, una palude che soffoca il libero esercizio del diritto di voto e il senso più alto della partecipazione del singolo alla vita della collettività.

Se non si recupererà questo senso di appartenenza, e quindi l’impegno di ciascuno a favore della comunità, avremo perso la sfida più grande nei confronti della Storia e soprattutto avremo reso vano il sacrificio di tutti coloro che si sono battuti e sono morti per assicurarci quella partecipazione che noi oggi stiamo lentamente e progressivamente lasciando morire.