Le parole per dirlo - Sollievo

ELEZIONI USA. Il senso di sollievo dopo l'esito delle elezioni presidenziali americane.

Le parole per dirlo - Sollievo

Sollievo, nella sua più ampia accezione, è quella sensazione di recuperata tranquillità, quel senso di liberazione da una situazione di ansia e preoccupazione, fisica, morale o spirituale.

Sollievo è ciò che l’intero pianeta ha provato alla notizia dell’esito delle elezioni presidenziali americane.

Ansia, preoccupazione, paura erano i sentimenti predominanti in molti paesi del mondo sviluppatisi durante i quattro anni dell’amministrazione Trump.

 

Sentimenti che hanno accompagnato gli interminabili giorni che sono stati necessari per contare fino all’ultimo voto e assegnare la vittoria a Joe Biden, un mite democratico che ha saputo, alla fine, svegliare quella coscienza civile che l’America sembrava aver perso nei passati quattro anni.

Se volgiamo infatti lo sguardo al periodo appena conclusosi, assistiamo a una involuzione della scena democratica americana, consumatasi sia internamente che nei rapporti con il resto del mondo.

 

L’America di Trump è sprofondata indietro di almeno settant’anni.

 

Sul fronte interno il multimiliardario ha alimentato il fuoco dell’intolleranza, del razzismo, ha manifestato apertamente la sua partigianeria per frange estremiste di suprematisti bianchi degni eredi degli incappucciati del Ku Klux Klan. Ha incitato alla violenza per la difesa di una supremazia bianca come non si vedeva dagli anni cinquanta. Ha difeso quei poliziotti che deliberatamente uccidono cittadini afroamericani, rei di avere la pelle nera. 

 

Sempre sul fronte interno ha dapprima negato la pandemia, poi l’ha sottovalutata, sottomettendo il diritto alla salute al business, agli affari, al dio denaro che in America regna sovrano, portandosi sulla coscienza le centinaia di migliaia di morti e la sofferenza di tutti coloro che non hanno accesso alle cure. Ha minacciato di licenziare – qualora fosse stato rieletto – lo scienziato che fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria ha cercato di contenere il contagio incontrando la ottusa resistenza del Presidente.

 

Sul fronte esterno, la sua scellerata politica estera ha infiammato il Medio Oriente, più di quanto non fosse già incandescente. L’uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani ha portato ad una nuova escalation nell’area, con l’immancabile risposta del regime degli Ayatollah. Anche l’uscita dall’accordo sul nucleare, fortemente voluto da Barak Obama, ha rappresentato una ennesima provocazione nei confronti dell’Iran che ha poi dovuto subire l’inasprimento delle sanzioni USA, ancora in vigore, il cui effetto nefasto si ripercuote sulla popolazione civile (difficile accesso a beni di primaria necessità, come per esempio i farmaci).

 

La decisione, del tutto avventata, di spostare l’ambasciata USA da Tel Aviv a Gerusalemme, dando uno schiaffo a tutti i tentativi di pacificazione del conflitto arabo-israeliano, con la conseguente rivolta palestinese e l’uccisione, da parte di soldati israeliani di decine e decine di palestinesi a Gaza.

 

E ancora, l’abbandono dell’accordo di Parigi sul clima e il ritorno a una politica industriale pesantemente gravida di effetti negativi sull’ambiente.

 

Insomma, Trump non ha fatto mancare niente di negativo alla sua America e al resto del mondo. Ha resuscitato i fantasmi della guerra fredda, ha dato nuova vita all’odio razziale. Se era questo il suo “make America great again” allora meglio che quella America rimanga piccola.

Ora tocca a Biden ricucire i molti, troppi strappi che il suo predecessore ha provocato nel tessuto sociale interno e nei rapporti internazionali, anche con la stessa Europa, da sempre partner privilegiato degli Stati Uniti.

 

Non sarà un compito facile, soprattutto sul fronte interno perché se Trump lascerà la Casa Bianca, non è detto che il trumpismo si spenga fra le pieghe di quella società della deep America, dei pickup e delle armi, del bigottismo religioso e delle ubriacature del weekend, in altre parole di quella complessa e contraddittoria compagine sociale che contraddistingue quella vasta distesa che è il Midwest americano.