L’eterna pandemia dello stupro a pagamento e della pedopornografia

Sfruttamenti mafiosi e disumani che non si fermano mai e si rafforzano anche in tempi di pandemia.

L’eterna pandemia dello stupro a pagamento e della pedopornografia

«C'è un traffico costante di donne che vengono portate in Italia dal Sudamerica attraverso la Spagna, destinate allo sfruttamento sessuale negli appartamenti. Arrivano in Europa in aereo dal Perù, dal Venezuela, dalla Repubblica Dominicana, la maggior parte dotate di visto turistico per la Spagna. Poi raggiungono l'Italia con la promessa di un lavoro da colf, e qui scoprono la dura realtà: dovranno sborsare centinaia di euro al mese per l'affitto di un posto letto in un appartamento.

Per saldare i debiti viene loro messo a disposizione un unico mezzo: proporre prestazioni sui principali siti di incontri a luci rosse. I nostri operatori le contattano e propongono strumenti per denunciare il racket».

È una recente denuncia pubblicata sui social dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, impegnata nel contrastare lo sfruttamento della prostituzione da decenni, al centro della campagna “Questo è il mio corpo”, in occasione del lancio di un evento online il 15 febbraio. «Donne spesso vittime di abusi nell'infanzia o maltrattate dai loro compagni cercano un futuro per i loro figli e invece restano intrappolate nell'industria della prostituzione indoor in Europa, facili prede di sfruttatori e clienti e dei venditori di droga» si legge sulla pagina facebook di “Questo è il mio corpo”.

Una denuncia questa che sintetizza e sottolinea una realtà sottaciuta, negata, minimizzata e mai presente nel dibattito pubblico italiano: esiste un’imponente sistema criminale che lucra e si consolida sulle vite distrutte, devastate, sfruttate, violentate, abusate di migliaia di donne. Un sistema transnazionale e mafioso.

L’Italia da decenni è al primo posto nelle classifiche mondiali del “turismo sessuale”, almeno 80.000 sono gli uomini che si recano in Estremo Oriente, Africa o America Latina per poter liberamente abusare di donne di ogni età, anche se non soprattutto bambine. E uno dei business disumani su cui più puntano le mafie è quello della tratta, le mafie nigeriane avanzano in Italia e si rafforzano e consolidano costantemente avendo come caposaldo lo sfruttamento dello stupro a pagamento. Uno sfruttamento sulle strade, negli appartamenti e (come ricordano la Comunità Papa Giovanni XXIII e Questo è il mio corpo) anche online.

«Sempre più in crescita infatti il numero di minori e uomini sfruttati nelle campagne, nelle industrie, nelle baraccopoli, nei mercati, nella raccolta delle lattine, e quanti sono vittime di accattonaggio sulle nostre strade – ha denunciato Irene Ciambezi, coordinatrice della campagna

Questo è il mio corpo su Semprenews in occasione della Giornata Mondiale contro la tratta https://www.semprenews.it/news/8-febbraio-preghiera-contro-la-tratta--Papa-Francesco-Quello-che-si-fa-ai-migranti-e-criminale.htmlma 2/3 dei profitti derivati dalla tratta provengono dallo sfruttamento sessuale. Sono ancora le bambine, le adolescenti, le donne le più colpite prima, durante e dopo il viaggio verso l’Europa. In particolare lo sfruttamento sessuale si è sempre più rapidamente radicato nella prostituzione indoor, negli appartamenti, nei bordelli, nei centri benessere, nei centri messaggi, rendendo ancora più invisibili le vittime, anche dietro una webcam come già denunciato dall'OSCE nel 2020».

«In questi anni segnati dal virus si sono acuite le contraddizioni dell’economia e le diseguaglianze, amplificando le condizioni di vulnerabilità che rendono gli uomini e le donne facili prede del sistema di sfruttamento alla base della tratta di persone» ha sottolineato suor Gabriella Bottani, comboniana e coordinatrice internazionale di Talitha Kum (la rete globale della vita consacrata contro la schiavitù moderna) in un’intervista ad Avvenire https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/suor-gabriella-bottani-tratta  sempre in occasione della Giornata Mondiale contro la tratta. Tra i principali snodi al mondo le regioni di confine, la rotta balcanica, l’Africa del Nord (in particolare la Libia) e la frontiera tra Messico e Stati Uniti, «in queste grandi linee di faglia geopolitiche e sociali, migrazione, tratta, traffico, sfruttamento, impunità si intersecano, generando situazioni limite che ricadono come un macigno sulle spalle dei più deboli».

La pandemia, ha aggiunte suor Gabriella, «ha accelerato l’utilizzo di spazi privati e della Rete». Gli sfruttatori hanno puntato sempre più in questi due anni di emergenza sanitaria su incontri in appartamenti privati, sul web tramite videochat e video anche pedopornografici.

Nel mondo sarebbero oltre 40 milioni le vittime di cui almeno 10 milioni minorenni, almeno il 5% sotto gli 8 anni. Sono alcune delle drammatiche cifre rese pubblicate nella decima edizione del rapporto “Piccoli schiavi invisibili” di Save the Children. La pandemia e l’aumento esponenziale della presenza online di minori hanno accresciuto il pericolo dell’adescamento in rete. La Commissione Europea ha denunciato che l’accesso alla pedopornografia è aumentata durante il lockdown del 30%, minori vittime di torture e abusi per la produzione di video pedopornografici.  

L’anno scorso Meter, l’associazione contro pedofilia e  pedopornografia fondata da don Fortunato Di Noto, ha inviato 1402 tra denunce e segnalazioni.

Ci sono neonati che vengono appesi, con la testolina dentro il water mentre li abusano sessualmente. Bambini piccolissimi di 15-20 giorni. E che fine fanno dopo essere stati abusati? Viene il sospetto che vengano uccisi o muoiano – sottolinea don Fortunato – il grido di centocinquanta milioni di bambini straziati dovrebbe spaccare la Terra. Invece fa poco rumore, la pedofilia, quasi nulla rispetto alla devastazione che lascia dietro di sé: un olocausto bianco che non risparmia nemmeno più i neonati nei loro primi giorni di vita. La piaga, dalla parte degli abusanti, non esclude nessuno: professionisti, medici, avvocati, professori … Anche insospettabili padri di famiglia, i cui figli hanno la stessa età dei bambini che loro comprano nei bordelli della Cambogia o di Cuba, usano e poi lasciano lì per il vizio di altri ricchi clienti: avanti il prossimo. Fa troppo poco rumore, la pedofilia”.  

«Inquieta sempre di più il fatto che la pedopornografia diventa ancora più struttura organizzata per il traffico, non di semplici foto o video, ma di rappresentazione reale di abusi su minori – è una delle tante e coraggiose denunce di don Fortunato Di Noto, il fondatore di Meter, nel 2021 -  non dobbiamo mai dimenticare che chi è rappresentato e trafficato sono bambini, già abusati, sopravvissuti all’abuso e forse speriamo di no, cancellati nella loro infanzia. L’abuso sessuale e la pedopornografia sui minori è un vero e proprio omicidio psicologico». Parole dello scorso 12 novembre, solo il giorno prima Meter aveva denunciato oltre 32.000 video pedopornografici.