LETTERA APERTA ALL'ARCIVESCOVO DI CATANIA

Questa lettera, scritta tempo fa, era indirizzata all'ex Arcivescovo di Catania Mons. Cristina, adesso in pensione. E meno male, dico io! Adesso la invierò al suo successore, sperando che abbia maggiore sensibilità. E che magari risponda, a differenza di chi lo ha preceduto.

LETTERA APERTA ALL'ARCIVESCOVO DI CATANIA

Monsignore,
il Sindaco di Catania ha deciso di "ripulire" la citta', cominciando dai barboni e dai senzatetto. Come cittadino e come cristiano trovo discutibile che si parta dai piu' deboli, dagli ultimi, per restituire "decoro"
alla città.

Il decoro di Catania è stato ampiamente compromesso, negli anni, dalla politica malata e corrotta, dalla mafia, dagli imprenditori collusi, dai pubblici funzionari infedeli. E potrei continuare.
Pertanto, se vogliamo il decoro di Catania, occorre cominciare da costoro.

Qualcosa è stata fatta, ma per esclusivo merito della Magistratura e delle Forze dell'Ordine.

Ma, caro Monsignore, dov'è stata la Chiesa catanese, in questi lunghi anni?

Tranne alcune realtà ecclesiali, che segnali ha dato al popolo di Dio e ai cittadini? Quale messaggio di cambiamento, nei valori e nello stile di vita?

Quale monito è stato levato nei confronti dei tanti poteri, che hanno impedito che Catania avesse un vero
decoro? O forse la stessa Chiesa è stata oggettivamente complice, con i suoi colpevoli silenzi?

O talora, essa stessa, ha fatto parte del "sistema" Catania, godendo di privilegi e favori temporali?
Ma vengo al dunque. Il Vangelo innanzitutto, il magistero della Chiesa e Papa Francesco, poi, indicano, con assoluta chiarezza, la strada dell'accoglienza nei confronti dei diseredati.

Non devo essere io a ricordarLe questo.
Pertanto avanzo una richiesta precisa. Individui, subito, tutte quelle strutture di proprietà della Diocesi che sono vuote o parzialmente utilizzate. Le attrezzi, ove occorre, del necessario, e accolga i senzatetto della città.

Attivi una rete di volontariato solidale, affinchè presti la propria opera a sostegno di questi nostri fratelli.

Monsignore, vorrei tanto che la Chiesa desse concreta testimonianza della virtù della Carità. E che, come S.Francesco, vendesse i beni per aiutare chi ne ha bisogno.
Altrimenti, mi creda, che senso ha la festa di S. Agata, senza la testimonianza quotidiana che l'Amore può cambiare il cuore dell'uomo, e quindi la realtà? 
Confido che da parte Sua giunga un segnale.

Non deluda con il silenzio.