Letteratura e resistenza, addio a Luis Sepùlveda

Esule politico, ecologista, strenuo combattente e guerrigliero, Luis Sepùlveda nacque ad Ovalle il 4 ottobre del 1949 ed è stato uno dei più amati e apprezzati scrittori contemporanei.

Letteratura e resistenza, addio a Luis Sepùlveda

Si sta portando via parecchie cose il Coronavirus: ci ha privato gradualmente della nostra libertà, per alcuni del futuro e per tutti delle quotidiane, piccole e grandi certezze. Ed è proprio di oggi la notizia dell’ultima perdita che piangiamo: la scomparsa dello scrittore cileno Luis Sepùlveda, morto in seguito alle complicazioni dovute al covid-19. Ha resistito fino all’ultimo l'infaticabile combattente cileno, ma il morbo era più forte e, alla fine, anche Luis è volato via come la sua gabbianella Fortunata.

Esule politico, ecologista, strenuo combattente e guerrigliero, Luis Sepùlveda nacque ad Ovalle il 4 ottobre del 1949 ed è stato uno dei più amati e apprezzati scrittori contemporanei, autore di libri di poesia, radio romanzi,raccolte di racconti e libri di viaggio.

Cresciuto in seno a una famiglia politicamente molto attiva (il nonno paterno e lo zio erano anarchici) il giovane Luis manifestò sin da piccolo una profonda vocazione letteraria che lo portò a vincere, appena ventenne, il “Premio Casa de las Americas” per il suo primo libro di racconti intitolato “Crónicas de Pedro Nadie”, e una borsa di studio di cinque anni per l'Università Lomonosov di Mosca (dalla quale però venne espulso pochi mesi dopo a causa di "atteggiamenti contrari alla morale proletaria").

L’ IMPEGNO POLITICO

“Un vero ribelle conosce la paura ma sa vincerla.”

La vita di Sepulveda è degna del più impavido eroe da romanzo. In seguito all’espulsione dall’università di Mosca, Sepùlveda fece ritorno prima in Cile e successivamente si trasferì in Bolivia, dove militò tra le file dell'Esercito di Liberazione Nazionale. Diplomatosi in regia teatrale ritornò nuovamente in Cile dove iniziò a lavorare ad allestimenti teatrali e alla radio. Nello stesso periodo entrò anche a far parte del Partito Socialista e della guardia personale del presidente cileno Salvador Allende, il Grupo de Amigos Personales (GAP). A seguito del colpo di Stato militare di Pinochet, Luis Sepúlveda venne arrestato e torturato, trascorrendo sette mesi in prigione. La detenzione tuttavia fu breve poiché, grazie alle forti pressioni di Amnesty International, venne scarcerato e ricominciò a lavorare in teatro, ispirandosi alle sue convinzioni politiche. Questo gli costò un secondo arresto e una condanna all'ergastolo che poi, sempre su pressione di Amnesty International, fu commutata nella pena di otto anni d'esilio. Sepùlveda du accolto in Svezia ma, al primo scalo a Buenos Aires, scappò con l'intenzione di recarsi in Uruguay. Decise tuttavia di recarsi prima in Brasile e poi in Paraguay e infine in Ecuador, dove riprese a fare teatro.

Nel 1978 si unì alle Brigate Internazionali di Simon Bolivar che stavano combattendo in Nicaragua e dopo la vittoria di queste ultime iniziò a lavorare come giornalista. L’anno successivo decise di trasferirsi in Europa ad Amburgo dove lavorò come giornalista facendo molti viaggi tra Sud America e Africa. Visse poi anche in Francia, prendendone la cittadinanza.

Dal 1982 al 1987 lavorò con Greenpeace come membro di equipaggio su una delle loro navi e successivamente come coordinatore tra i vari settori dell'organizzazione. Nel 1989, finito il periodo di esilio, fece ritorno in Cile, ma nel 1996 decise di trasferirsi in Spagna a Gijón fino al febbraio del 2020, periodo nel quale ha scoperto di essere positivo al coronavirus.

LA PRODUZIONE LETTERARIA

L’opera letteraria di Luis Sepúlveda, che rispecchia le esperienze di vita dell’autore cileno tra militanza e resistenza, spazia fra numerosi e diversificati generi che vanno dai racconti ai romanzi, dalle favole alle storie per bambini, dai polizieschi alle trame di viaggio. Unico filo conduttore che accomuna questi temi è la inossidabile vocazione ambientalistico-spirituale, frutto di una fervida militanza ecologica dello stesso.

Scriveva Sepùlveda “Raccontare è resistere. Vivere è resistere. Resistenza contro un mondo che muove in direzione opposta rispetto a quella che vorrebbe l’alleanza cosmica e la convivenza civile. Resistenza contro un mondo che sta distruggendo la Bellezza, lacerata e corrosa dal mito del Progresso. Resistenza contro un mondo che sta trasformando la natura in una risorsa da sfruttare e l’uomo in un mezzo da adoperare".

Tra i suoi romanzi più importanti, nelle cui tematiche ricorrono attivismo e vita politica, ricordiamo Il vecchio che leggeva romanzi d'amore, Il mondo alla fine del mondo, La frontiera scomparsa, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, Diario di un killer sentimentale, Le rose di Atacama, Il potere dei sogni, Cronache dal Cono Sud, L'ombra di quel che eravamo.