L'Inter non sbaglia un colpo: ottava Supercoppa portata a casa

Battendo il Napoli per 1-0, l’Inter ha vinto per il terzo anno consecutivo la Supercoppa Italiana, dopo aver sconfitto Juve e Milan gli anni precedenti.

L'Inter non sbaglia un colpo: ottava Supercoppa portata a casa

Inter in forcing sin dal primo minuto, ha meritato questo successo arrivato soltanto al 91° grazie al capitano Lautaro Martinez, servito da Pavard. Una partita dominata in lungo e largo dalla compagine nerazzurra, ma che ha sbloccato la partita solo nel recupero.

Il Napoli di Mazzarri ha tenuto botta nonostante le assenze pesanti e complice il ritorno della difesa a 3 del tecnico toscano, riesce ad incartare la manovra interista, limitando Chalanoglu. Non sono mancate le polemiche a fine partita per il discutibile arbitraggio di Rapuano, che oggettivamente ha fatto quello che nessun arbitro dovrebbe fare:

cambiare metro di giudizio durante l’incontro.

Per quasi tutto il primo tempo conduce una gara in “stile inglese” facendo scorrere parecchio l’azione, per poi adottare il metodo “se ti muovi ti ammonisco”. Chalanoglu ha rischiato di prendere il secondo giallo più volte già durante il primo tempo, la prima ammonizione di Simeone è stata inopportuna, la seconda corretta, ma probabilmente si era dimenticato di averlo già ammonito pochi minuti prima.

Ecco il commento del presidente De Laurentiis a fine partita sulla gestione arbitrale della gara:

“L'arbitro? A me dispiace per Rocchi, sta vivendo una specie di incubo. Il tifoso è sempre tifoso, quando mi trasformo in tifoso posso andare giù pesante con un affondo. Ma non serve. La debolezza degli arbitri non riguarda il Napoli ma tutte le squadre, è evidente. Mi dispiace per Rocchi.

Il calcio è spettacolo, se tu mi riduci in 10 il calcio non è più spettacolare. Poi sbaglio io a non cambiare prima.

Ma poi le espulsioni le paghiamo in campionato e quindi questa Supercoppa condiziona il campionato. Pensi quante contorsioni”.

La cosa che rimane da questa finale è che l’Inter ha confermato tutto ciò che di buono ha fatto vedere in questi 5 mesi, disputando un’ottima partita e approfittando di una sbavatura da parte di Lobotka, che sbaglia un passaggio per eccesso di confidenza a partita finita, quando in inferiorità numerica quella palla va gettata via.

Il Napoli privo di Osimhen, Zielinski, Mario Rui, Olivera e Anguissa, ha fatto la sua partita accorta e ordinata: difendere, ripartire e confidare nell’episodio favorevole.

Il 4-3-3 di Spalletti è stato messo in archivio ed era pure ora, per fare posto ad una nuova e forte identità che rispecchia il tecnico attuale. Questa finale giocata così lo dimostra. Peccato per i cambi anticipati di Politano e Kvara, in prospettiva rigori potevano essere molto utili, unica risorsa rimasta per provare a vincere.

Il Napoli con Mazzarri che fa il Mazzarri e non cerca di imitare Spalletti, può tornare in corsa per un posto in Champions e giocarsela con il Barcellona per passare il turno in Europa, recuperando i vari assenti.

foto presa da Inter News

I maggiori complimenti di questa finale disputata, vanno fatti a Simone Inzaghi, che con questo trionfo, diventa l’unico allenatore ad aver vinto 5 volte questa competizione.

Record incredibile, se si pensa che non ha ancora vinto uno scudetto. Con la speranza di festeggiare nuovamente a maggio.

immagine di copertina presa da La Repubblica