Ludovico Einaudi al Teatro San Carlo

Winter Journey è un viaggio nell’inverno desolato dell’Europa di oggi, nella solitudine disperata di chi è costretto a lasciare il proprio paese per imbarcarsi alla volta di terre in cui mendicare una manciata di vita.

Ludovico Einaudi al Teatro San Carlo
Locandina spettacolo

Il 10 e l'11 marzo andrà in scena al Teatro San Carlo di Napoli lo spettacolo "Winter Journey", opera di Ludovico Einaudi, Colm Tòibìn  (scrittore, che ha curato il libretto) e Roberto Andò (regista, che si è occupato dell'ideazione drammaturgica). Lo spettacolo, in coproduzione con il Teatro Massimo di Palermo, è diretto da Carlo Tenan, con la regia di Roberto Andò e i costumi di Daniela Cernigliaro. L'opera, in prima rappresentazione assoluta a Napoli, vedrà la partecipazione dell'orchesta e del coro del Teatro San Carlo. 

Fin dagli esordi con l'opera Time out (1983), Ludovico Einaudi si è sempre interessato al teatro e alla danza trasferendo sul palcoscenico il suo inconfondibile stile fatto di strutture compositive minimali. Anche se di formazione classica, dall’inizio degli anni ’80 l'autore ha intrapreso il cammino alla ricerca di un linguaggio più libero, in grado di assorbire culture ed influenze musicali diverse, tra cui il Rock del quale riprende l’immediatezza, la carica emotiva e l’impatto sonoro. Il tema del viaggio ha sempre incuriosito Einaudi che già nel 1995 con l'opera/balletto Salgari (Per Terra e Per Mare) e, ancor più nel 2005, con Diario Mali volge il suo sguardo sul variegato mondo che ci circonda. Winter Journey è un viaggio nell’inverno desolato dell’Europa di oggi, nella solitudine disperata di chi è costretto a lasciare il proprio paese per imbarcarsi alla volta di terre in cui mendicare una manciata di vita.

Che la si definisca una storia d’amore tra un uomo e una donna o tra un bambino e i suoi genitori, questa è una storia che va oltre i confini ordinari dell’amore. Perdita, dolore, solitudine, disperazione, ironia, sono le diverse intonazioni delle voci che vi si inseguono, in un colloquio tragico, che, a volte, assume il tono febbrile del desiderio, altre quello lirico e struggente dell’assenza.