Mafie e depistaggi: una storia infinita

L'OPINIONE DI MARIO RAVIDA'. «L'attività operativa dell'Anticrimine di Messina con al comando il buon e onesto Maresciallo Scibilia, riesce ad intercettare la voce del latitante Santapaola in un Ufficio a Terme Vigliatore, mentre conversa con persone del luogo vicine al clan dello stesso Santapaola. Avevano, quindi, certezza che in quel luogo e precisamente in quell'ufficio, vi era stata la presenza del mafioso.»

Mafie e depistaggi: una storia infinita
L'evoluzione del mafioso Provenzano - ph linformazione.eu

E' assolutamente palese l'episodio del mancato arresto di Santapaola Benedetto a Terme Vigliatore, per dimostrare come agivano ed operavano le "truppe" di De Caprio agli ordini del Col. Mori. Per dimostrare, senza ombra di dubbio, che quello che scrivo è l'assoluta verità.

Andiamo con ordine nella ricostruzione dei fatti:

Il Comandante della Sezione Anticrimine di Messina, Scibilia (che è cosa diversa dei ROS di Mori e De Caprio, anche se avevano i medesimi compiti operativi), aveva un'indagine a Terme Vigliatore per catturare il latitante Santapaola Benedetto.

L'attività operativa dell'Anticrimine di Messina con al comando il buon e onesto Maresciallo Scibilia, riesce ad intercettare la voce del latitante Santapaola in un Ufficio a Terme Vigliatore, mentre conversa con persone del luogo vicine al clan dello stesso Santapaola. Avevano, quindi, certezza che in quel luogo e precisamente in quell'ufficio, vi era stata la presenza del mafioso.

Di questo, Scibilia che è un onesto carabiniere, informa Mori Mario (comandante dei ROS) e precisamente gli indica il posto e luogo esatto di dove si stava svolgendo la sua attività investigativa per la cattura del latitante.

Il giorno dopo, guarda caso, si trova in quel posto indicato da Scibilia a Mori, tutta la squadra dei ROS con al comando il Capitano De Caprio e fanno attività di sopralluogo proprio nella via dove era stato intercettato Santapaola da Scibilia (De Caprio che nulla avrebbe dovuto sapere di questa storia e dell'indagine in atto) si trova a dare appuntamento ai suoi uomini proprio a Terme Vigliatore dove era stata segnalata la presenza del latitante Santapaola, visto che lui proveniva da Palermo.

Gli uomini del capitano De Caprio, vengono sguinzagliati per tutto il paese per visionare e prendere conoscenza dei posti. A questo punto, il PM dovrebbe insistere sul perchè De Caprio si trovasse proprio nel posto segnalato da Scibilia a Mori? 

Credo che questa domanda sia stata posta a tutti gli operatori di De Caprio e alcuni avrebbero risposto di non sapere il perchè erano stati convocati proprio in quel posto da De Caprio; altri dicono che è stato un caso, ma tutti sono palesemente reticenti o non ricordano bene visto il tempo trascorso.

A quel punto, accade l'irreparabile: una pattuglia degli uomini di De Caprio, proprio nella via dove era stato segnalato Santapaola, incrocia un fuoristrada con a bordo l'Imbesi (il figlio di quell'Imbesi che si sospetta abbia avuto un ruolo nel fornire l'arma utilizzata per uccidere il giornalista Beppe Alfano) scambiandolo, a loro dire, per il latitante mafioso Pietro Aglieri.

Imbesi figlio, non riconosce i carabinieri, teme un agguato e scappa con la sua auto dopo aver speronato l'auto dei militari. Viene inseguito e fatto segno da colpi di arma da fuoco che fortunatamente non lo colpiscono. Risolto il dubbio e identificato Imbesi e, quindi, accorgendosi che non era né Aglieri e nè Santapaola, le "truppe" di De Caprio devono giustificare la loro presenza in quel luogo e anche la sparatoria.

Decidono di fare una perquisizione a casa di Imbesi cercando di "mettere una pezza" all'enorme errore commesso. Ora, solo due possono essere le motivazioni all'accaduto:

1) i carabinieri di De Caprio seppero da Mori (loro comandante) che in quel posto vi era il latitante Santapaola e quindi hanno cercato di sottrarne l'arresto del latitante agli uomini del Maresciallo Scibilia;

2) hanno organizzato apposta tutto il casino, per far fuggire Santapaola da quel sito e non farlo arrestare.

Credo sia più probabile la prima ipotesi poichè gli uomini di Mori non era la prima volta che agivano in modo scorretto anche nei confronti dei loro stessi colleghi. Di questo ce ne da conferma il Col. Michele Riccio poiché ebbe a denunciare come, per la mancata cattura di Provenzano a Mezzoiuso. Riccio credeva che gli uomini di Mori volessero intervenire in un secondo momento per arrestare Provenzano per escludere dai meriti dell'arresto Riccio.

La NOSTRA INTERVISTA al colonnello dei carabinieri Michele RICCIO

Prima parte: «Dietro alle bombe e alle stragi ci sono sempre gli stessi ambienti»

Seconda parte: Riccio: «Mi ero già attrezzato per prendere Bernardo Provenzano»

Terza parte: «Non hanno voluto arrestare Provenzano»

Quarta parte: Riccio: «L’ordine per ammazzare Ilardo è partito dallo Stato»

Sempre Riccio ci dice che erano soliti comportarsi così gli uomini di Mori, in quanto gli era già accaduto un episodio analogo per l'arresto di un altro latitante a Torino. Che Scibilia si sia accorto delle intenzioni di Mori e De Caprio di prendersi gli esclusivi meriti dell'arresto del Santapaola, lo dimostra il fatto che Scibilia tentò di far intervenire e dirimere la questione il Giudice Olindo Canali, contattandolo e mettendolo al corrente di quello che era accaduto a Terme Vigliatore. Canali, invece, a dire da Scibilia, non intervenne nella vicenda.

Gravissimo è il fatto che avvenne dopo e che dimostra come ci sia stata un'unità di intenti generale per far arrestare Santapaola in quanto questi era componente della cupola di Riina (anche se non ne sposava appieno le tesi) che aveva attaccato lo Stato con le stragi avvenute precedentemente nel paese.

L'indagine per la cattura del Santapaola viene tolta ai carabinieri (dopo i fatti di Terme Viglistore) e affidata alla Polizia che ha un confidente, braccio destro di Aldo Ercolano (importante mafioso catanese che a differenza di Santapaola, sposava le tesi di Bernardo Provenzano per gli accordi in essere con lo Stato per far arrestare tutta l'ala stragista di Riina).

Tale confidente viene intercettato dalla DIA di Catania mentre parla proprio con Manganelli (Capo dello SCO della Polizia di Stato, poi divenuto Capo della Polizia) e concordano l'arresto del Santapaola che avviene pochissimo tempo dopo nella campagne di Mazzarone in provincia di Caltagirone. Che l'arresto del Santapaola (componente della cupola di Riina) sia stato concordato dallo Stato con Provenzano Bernardo, per distruggere l'ala stragista di Riina, lo dimostra il fatto che il braccio destro di Aldo Ercolano che confidò a Manganelli dov'era il rifugio di Santapaola, non si è mai pentito e sta scontando un ergastolo (forse proprio in attesa che venga abolito dai Governi l'ergastolo ostativo come da possibili accordi con i mafiosi di Provenzano prima e di Matteo Messina Denaro ora).

Questa è la verità palese che nessuno vuole vedere e che nessuno "vuole condannare" come i depistaggi; l'omicidio di Gino Ilardo; la mancata perquisizione al covo di Riina; il mancato arresto di Provenzano; l'omicidio di Attilio Manca; la strage di via D'Amelio e tanto, ma tanto altro di atroce!

Mario Ravidà

 

LEGGI ANCHE: 

L'INTERVISTA a Salvatore Borsellino

PRIMA PARTE. «Borsellino: «gli assassini di mio fratello sono dentro lo Stato»

SECONDA PARTE. «Chi ha ucciso Paolo Borsellino è chi ha prelevato l’Agenda Rossa»

TERZA PARTE. Borsellino«L'Agenda Rossa è stata nascosta. E' diventata arma di ricatto» 

 

L'INTERVISTA al colonnello dei carabinieri Michele RICCIO

Prima parte: «Dietro alle bombe e alle stragi ci sono sempre gli stessi ambienti»

Seconda parte: Riccio: «Mi ero già attrezzato per prendere Bernardo Provenzano»

Terza parte: «Non hanno voluto arrestare Provenzano»

Quarta parte: Riccio: «L’ordine per ammazzare Ilardo è partito dallo Stato»

 

Stato e mafie: parla Ravidà, ex ufficiale della DIA

 - Attilio Manca suicidato per salvare Bernardo Provenzano

INGROIA: «Lo Stato non poteva arrestare Provenzano»

INGROIA: «Provenzano garante della Trattativa Stato-mafia»