Migranti e accoglienza

Vogliamo dedicare questo incontro a Gino Strada, medico e fondatore di Emergency, scomparso pochi giorni fa. A lui che ha fatto della solidarietà e dell’accoglienza i valori portanti di un’esistenza ricca e luminosa. Lo abbiamo ricordato con una sua frase: “Non ci si può voltare dall’altra parte per non vedere le facce di quanti soffrono in silenzio”.

Questo il tema dell’incontro con Dacia Maraini, scrittrice e saggista, Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia e Gian Andrea Franchi, volontario dell’ associazione di volontariato Linea d’Ombra.

Abbiamo affrontato la questione afghana in continuo evolversi. E' stata sottolineata la necessità di creare corridoi umanitari per portare in salvo tutti coloro i quali non riconoscono il governo dei talebani.

Gian Andrea Franchi ci ha mostrato la bellissima piazza di Trieste in cui, quotidianamente, decine di uomini e donne arrivano affamati e feriti dopo aver camminato per giorni per fuggire dall’inferno della rotta Balcanica, dove tantissimi di loro sono sottoposti a torture e violenze, costretti in un territorio che potremmo definire il "nuovo Auschwitz" degli anni duemila.

La scrittrice Dacia Maraini ha sottolineato la necessità di un'Europa unita e di una migliore organizzazione in tema di migrazione e accoglienza. Il tutto alla luce di valori che siano universali e quindi accettati e riconosciuti da tutti. La diversità come ricchezza, l’accoglienza come necessità per dare risposte a chi fugge da guerre e dittature sanguinarie. Non è mancato un passaggio su Patrick Zaki, in attesa della sua liberazione alla quale, inevitabilmente, concorre una pressione politica da parte del nostro governo per ottenere la libertà del ricercatore egiziano, studente dell’ateneo di Bologna.

Vogliamo dedicare questo incontro a Gino Strada, medico e fondatore di Emergency, scomparso pochi giorni fa. A lui che ha fatto della solidarietà e dell’accoglienza i valori portanti di un’esistenza ricca e luminosa. Lo abbiamo ricordato con una sua frase: “Non ci si può voltare dall’altra parte per non vedere le facce di quanti soffrono in silenzio”.

 

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