Morto abbandonato in un percorso che è stato una punizione senza reinserimento sociale

QUARTA PARTE. La storia di Eros Priore, della sua malattia e del suo calvario fino allo spezzare della vita terrena, raccontata dal direttore di Voci Di Dentro Francesco Lo Piccolo.

Morto abbandonato in un percorso che è stato una punizione senza reinserimento sociale

Sull’ultimo numero della rivista Voci Di Dentro il direttore Francesco Lo Piccolo ha pubblicato il racconto degli ultimi mesi di vita di Eros Priore. Un racconto che ha ripercorso con noi nell’intervista che stiamo pubblicando in queste settimane.

Eros Priore avrebbe compiuto gli anni in questo mese, morto lo scorso 25 gennaio in un hospice a trenta chilometri dalla sua casa a Colleferro. Al termine di un lungo peregrinare era giunto nella Casa Lavoro di Vasto. Peregrinare caratterizzato da un «percorso rieducativo e sanitario che in realtà sembra solo una punizione – scrive Francesco Lo Piccolo su Voci Di Dentro - Eros Priore in realtà non ha mai lavorato (come del resto tanti altri internati), abbandonato a se stesso, si è anche ammalato»: ischemia intestinale e tumore ai polmoni in fase terminale con «metastasi diffuse in tutto il corpo».

Per l’ischemia intestinale gli avevano asportato metà dell’intestino e praticato una deviazione con un sacchetto esterno. Che doveva tenere solo due mesi ma Lo Piccolo ha raccontato che gli è stato riferito che non è mai stato tolto «per mancanza di anestesisti». 

«Eros Priore è morto in carcere a Vasto» ci racconta Lo Piccolo. Finisce in carcere anni fa dopo un trattamento sanitario obbligatorio. Nessun «grosso reato» commesso ma solo «piccole liti». Dopo aver peregrinato tra varie comunità e diversi carceri viene spedito a Vasto, «internato in una casa lavoro in cui il lavoro in realtà non c’era». Eros Priore è disabile ed invalido, in questo «istituto si ammala e ci resta all’incirca un anno e mezzo». In questo periodo  «gli viene tolto mezzo intestino» e gli impiantano «addirittura un sacchetto per le feci».

 «Naturalmente chiede di essere rimandato a casa ma ciò non avviene» prosegue il racconto di Francesco Lo Piccolo nella nostra intervista. Si scopre che Priore ha un  «un tumore gravissimo terminale» ma lo rimandano a casa solo una settimana prima della morte. Giorni che non ha passato a casa ma in un hospice.

La sua storia, sottolinea il direttore di Voci Di Dentro, «evidenzia l’incapacità di di comprendere la realtà delle cose, mai avrebbe avuto bisogno di un carcere quanto piuttosto di un aiuto, di una cura. Invece è finito in carcere in cui poi si è ammalato ed è morto.  Invano la stessa direttrice del carcere di Vasto ha tentato di farlo mandare a casa, poi la situazione è precipitata. È una storia orribile che dimostra ancora come sono i sistemi giudiziario e penali, colpevoli sicuramente della morte di quest’uomo, di questo sono sicuro. La cura è una cosa, la punizione è un’altra.

È stato punito per poche cose, mandato un istituto dove lui non poteva lavorare, dove non c’è lavoro».

 

 

L’ultimo numero della rivista Voci Di Dentro è disponibile integralmente qui

https://drive.google.com/file/d/1uy4DUjQhmDN_cNpcDPJB3kIr8mAbWM8-/view

https://ita.calameo.com/read/0003421548240e802c361

 

 

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