Nel ricordo di Joe Petrosino

Il celebre poliziotto fu tra i primi italiani a indossare la divisa della polizia newyorkese: affrontò la feroce "Mano Nera" spezzandone i legami tra Italia e Usa

Era piovuto tutto il giorno quel 12 marzo 1909 a Palermo e alle nove e mezza di sera, nella buia piazza Marina si aggirava solo un uomo. Robusto, vestito in modo elegante.

All’improvviso il silenzio fu squarciato da quattro colpi di pistola. Nessuno, ovviamente, vide nulla; solo un marinaio pochi istanti dopo accorse nella direzione degli spari trovando riverso a terra, ormai morto, il tenente della polizia di New York Joe Petrosino.

Così finiva la carriera del più famoso poliziotto italo-americano in missione in Italia proprio per sconfiggere la mafia che ormai stava intrecciando legami tra gli Stati Uniti e la Sicilia.


Bastano pochi dati per sintetizzare lo stato di servizio di questo burbero sbirro, tra i primi italiani a vestire l’uniforme della polizia newyorkese: seicento arresti nel 1905, quattrocento nel 1906, settecentocinquanta nel 1907 e ottocento nel 1908.

Questi dati sono riferiti solo agli ultimi cinque anni di servizio, quando ormai il tenente Petrosino era uno dei personaggi più importanti del suo dipartimento.

tratto da PoliziaModerna

ph Associazione Internazionale "Joe Petrosino"

 

La videointervista è stata realizzata da Daniele Ventura