Nicoletta ha bisogno del nostro aiuto, sosteniamola!

Pubblichiamo e rilanciamo l'appello di Nicoletta Genova. «La mia triste storia inizia a Settembre 2011 quando ho avuto il coraggio di denunciare il mio ex dai maltrattamenti. 4 anni di violenza fisica e psicologica.. quando sono andata via di casa i miei figli avevano 14 mesi la più grande e 9 giorni di vita il piccolo» le prime frasi della sua lettera.

Nicoletta ha bisogno del nostro aiuto, sosteniamola!
Nicoletta Genova

La pandemia ci ha scoperto tutte e tutti più fragili e deboli. Un anno di emergenza sanitaria, con tutto quello che sta comportando, ha indebolito i rapporti umani, li ha resi più fragili, ci ha allontanato e confinato in bolle. Un’ancora di salvezza, per l’umanità smarrita, surrogato per il calore umano lontano, per non trasformarci in atomi solitari, è stato il web. I social network, lì dove nelle pieghe più recondite proliferano le peggiori fogne criminali e disumane, ancor di più. Perdere quest’ancora può essere devastante, distruggere relazioni e reti sociali, colpirci nel profondo. E farci perdere persone, contatti, vite.

Quasi certamente a seguito di articoli di denuncia su questo giornale e altrove contro mafie, pedopornografia, revenge porn e altri crimini abietti è accaduto anche al sottoscritto. Spazzati via undici anni di attività, pubblicazioni e relazioni. Che solo con fatica si stanno ricostruendo. In questi undici anni tra i tanti contatti avevo anche Nicoletta Genova, ritrovata solo di recente.

Una ragazza che con passione e generosità da anni utilizza la sua presenza sui social per un tenace impegno antimafia e civile. Seguendo quest’attività purtroppo, e di questo sento doveroso chiederle perdono, non sono mai stato capace fino in fondo di conoscere la sua umanità e la sua vicenda. Nei giorni scorsi ho avuto notizia di quanto ha subito e subisce, delle drammatiche vicende della sua vita. Generosa e tenace quanto purtroppo segnata da terribili abissi disumani.

Siamo in prossimità della «festa della donna», torneranno fiumi di parole e retorica su violenza contro le donne e femminicidi. Troppo spesso soprattutto con numeri e statistiche. Rimarranno sottaciuti e sullo sfondo la carne viva, le ferite più profonde, il dolore e la sofferenza più atroci. Come accade proprio per la lotta alla mafia e al crimine organizzato, si citano grandi fatti, si lanciano roboanti proclami, si citano numeri su numeri. Ma le lacrime, l’ingiustizia e l’oppressione quotidiani, il dolore e la voce delle vittime, di chi viene colpito dalle bestie immonde rimangono – nella migliore delle ipotesi – sullo sfondo. Accade per i sistemi criminali mafiosi e per la violenza maschile.

 

Nicoletta ha inviato diversi giorni fa questa lettera aperta, un’accorata richiesta di aiuto che doverosamente raccogliamo e pubblichiamo in quest’articolo. 

La mia triste storia inizia a Settembre 2011 quando ho avuto il coraggio di denunciare il mio ex dai maltrattamenti. 4 anni di violenza fisica e psicologica.. quando sono andata via di casa i miei figli avevano 14 mesi la più grande e 9 giorni di vita il piccolo. Da lì mi hanno inserita in casa accoglienza a Santa Margherita Di Belice.. lì ci sono stata 1 anno.. il tempo che dovevo rimanere li era un anno e non di più.. invece no.. da lì mi hanno spostata a Menfi alla valden e da Menfi a Sciacca.. senza aiuto di nessun genere.. sono riuscita ad uscire nel 2016 tramite l'aiuto di un'amica.. spostandomi tramite il telefono Rosa nel Lazio a Valmontone.. anche lì so rimasta sei mesi.. sei mesi chiusa lì senza ugualmente aiuto di nessun lavoro ecc.. continua anche lì il business nei miei confronti.. poi la mia amica mi ha affittata la casa e ci so stata un anno.. nel mentre chiedevo aiuto ai servizi sociali.. se inserivano i miei figli dalle suore nel mentre io mi inserivo nel mondo del lavoro visto potevo avere la possibilità di entrare come guardia giurata in tempo pieno e non part-time.. ma anche in questo caso mi è stato negato l'aiuto.. un anno di chiedere e non essere di peso economico per la mia amica anche se a lei non pesava.. sono andata nel sindaco di Velletri anche lì presa in giro.. si ti aiutiamo ma nulla.. nel mentre mi avevano staccato la luce.. vivevo in uno stato di degrado.. un mese senza luce piena estate.. la notte io ed i miei figli abbiamo dormito con le torce.. lavare i vestiti in chiesa.. quando ce lo davano pure il mangiare in chiesa.. io a resistere e sopportare ed avere forza per il bene dei miei figli.

Poi non ho resistito più ed ho chiesto aiuto a conoscenti di Palermo tra cui ad una volontaria della Sant'Egidio ed un suo amico.. mi hanno fatta scendere illudendomi che mi avrebbero aiutata col lavoro.. ma nulla come sempre.. anzi mi hanno portata in una casa e posto non idoneo a me ed i miei figli.. un posto oltre degrado.. dove vive la mala gente.. in quella casa ci viveva una persona grande.. età che poteva venirmi nonno.. di giorno sto signore non ci stava perché lavorava ma la notte si.. ed io avevo paura.. essendo estraneo lui per me.. non dormivo per proteggere i miei figli.. poi questa ragazza volontaria insistendo io a farmi aiutare ed andare via da quella casa ho chiesto se mi faceva parlare coi servizi sociali del comune.. ma come sempre indifferenza.. lei pur sapendo dove vivevo.. pur sapendo la zona non si è mobilitata anzi mi aveva detto che se ero una buona madre dovevo mettere i miei figli in una struttura da soli ed io altrove.. ma essendo una buona madre, essendo che i miei figli hanno solo me come figura io assolutamente li lasciavo soli.. ho resistito finché ho potuto.. io a insistere a chiamare ai servizi sociali e la signora assistente sociale se ne era andata in ferie senza darmi opportunità di lasciarmi una sua sostituta per essere ascoltata se mi succedeva qualcosa.. visto la casa visto la zona.. poi ho chiesto aiuto ad una giornalista.. lei diciamo si è mobilitata nell'aiutarmi chiamando suoi amici e portarmi a serradifalco in una casa di accoglienza.. sapevo per come mi diceva che dovevo stare in una casa da sola coi miei figli ma così non è stato... Da ottobre che sono qui in questa casa di accoglienza.. e ne sono stanca.. a 37 anni e due piccoli non mi posso annullare.. non posso... Devo essere forte.. io ferma qui sempre a chiedere aiuto nel campo lavorativo e spostarmi coi miei figli.. ma la struttura qui è stata più furba.. mi hanno messo il divieto di uscire coi miei figli così in modo loro continuano a guadagnare soldi su noi ed io non poter uscire per cercare lavoro.

Sono stanca mentalmente e delusa.. delusa di tante bugie.. di tante promesse non mantenute.. stanca di promettere ai miei figli che tutto finirà ma come sempre fallisco per colpa degli altri.. anzi come ultimo colpo e violenza psicologica la responsabile della struttura e l'avvocatessa Matraxia mi hanno comunicato il 4 giugno che il tribunale di Caltanissetta ha mandato un decreto con scritto che i miei figli potevano essere adottabili.. io li mi son sentita male urlando che era tutto ingiusto quello che stavo subendo.. loro nel vedermi così nei loro volti ho letto indifferenza e cattiveria.. ma anche lì dovevo reagire.. dopo un po' mi comunicano che era stato un errore del tribunale di Caltanissetta e che per loro non risultavo che vivevo qui.. nel decreto c'è scritto che non posso prelevare i miei figli.. eppure vivo qui con loro..se c'è stato errore dal tribunale perché non posso uscire coi miei figli? In tutto questo sento puzza di collusione..di bugie e inganni...

Non mi sono fermata e una lotta continua ma essendo sola ho paura che accade qualcosa... Non posso più ricevere umiliazioni.. io voglio lavorare voglio essere libera coi miei figli.. io sono donna vittima di violenza e non carcerata è trattata come una delinquente.. sono stanza di bugie scritte su di me pur di essere trattenuta nelle strutture. La mia vita non deve essere un affare per gli altri.. dimenticavo che quando ero a Velletri e non ero continuamente aiutata dai servizi sociali Agostinelli e Baggetta ero andata dai carabinieri a denunciare.. anche il piantone mi ha risposto noi non possiamo aiutarla.. io ad implorarlo ad essere aiutata coi miei figli perché avevo la luce staccata e senza mangiare. Li stavo crollando mentalmente volevo farla finita.. ma ho guardato in faccia i miei figli ed ho detto a loro tutto finirà. Non chiedo soldi non chiedo nulla di tutto ciò se non sudato da me.. chiedo di riprendermi la mia dignità di mamma e di donna. Sono stanca di vedere tante ingiustizie nei miei confronti.. come se fossi una delinquente ed il mio ex libero a farsi la bella vita.. non facendo neanche il padre visto non ha mai dato soldi per i miei figli e non li cerca dal 2016.

Giorno 10 luglio ci sarà l'udienza è non so come finirà.. l'avvocatessa che mi difende essendo amica con la responsabile della struttura va a favore loro.. è una rete massonica.. ed io che sono contro ogni ingiusta non è giusto che devo subire.

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