Panem et circenses

L'OPINIONE DELL'AVV. GUARNERA. «È in atto una pericolosa regressione culturale e antropologica: da cittadini a sudditi. Quasi una rinuncia ad esercitare i diritti e i doveri riconosciuti dalla Costituzione e dalle leggi. Rare sono le mobilitazioni sulle questioni fondamentali della civile convivenza.»

Panem et circenses

La visione dei telegiornali e della rassegna stampa ammorbano il mio risveglio mattutino. Sono rare le notizie edificanti. Ma la realtà è questa, e viviamo una fase storica particolarmente difficile. Come se non bastasse l'indignazione aumenta leggendo le prime pagine dei giornali. Sono volantini di faziosa propaganda.
Titoli spesso roboanti che impediscono una valutazione obiettiva e serena dei fatti. Ciascuno a servizio del padrone politico di riferimento.

Oggi se ne ha conferma nei commenti per il risultato dei referendum sulla giustizia e sulle proiezioni delle amministrative in alcuni comuni. Nessuna analisi che consenta al lettore di capire, di riflettere, di formarsi una opinione.

A prescindere dal merito, preoccupa il crescente disinteresse degli italiani alla partecipazione democratica, ad occuparsi della "res pubblica".
Preoccupa questa implicita delega in bianco nei confronti di un ceto politico e di un sistema di potere che non hanno alcun interesse a che vi siano cittadini consapevoli, responsabili ed autonomi nei giudizi.

È in atto una pericolosa regressione culturale e antropologica: da cittadini a sudditi. Quasi una rinuncia ad esercitare i diritti e i doveri riconosciuti dalla Costituzione e dalle leggi. Rare sono le mobilitazioni sulle questioni fondamentali della civile convivenza.

Le strade e le piazze, invece, si animano sempre per le vittorie sportive della nazionale di calcio o della squadra del cuore.

"Panem et circenses": così gli imperatori romani tenevano buono e assoggettato il popolo della Suburra.
Non vorrei fossimo in uno di quei ricorsi storici dei quali parlava Vico.

Solo che il "circo" rimane, ma vi è il rischio che manchi il "pane"!