Ragazzi di vita

UN MESE CON PASOLINI/9. Riprendiamo il nostro viaggio per non dimenticare l'intellettuale massacrato senza pietà in vita. Sino alla fine della sua breve, ma intensa, esistenza. Il fango è arrivato anche dopo la morte. MA CHI HA UCCISO IL POETA? Il massacro si è consumato presso l'Idroscalo di Ostia, nella maledetta notte tra i 1° e il 2 novembre 1975.

Ragazzi di vita

Questo romanzo è la biografia, storia aspra e violenta, di alcuni ragazzi della malavita romana, dall'infanzia alla prima giovinezza.

Il Riccetto, che è il protagonista, aveva undici anni all'arrivo delle truppe anglo-americane a Roma, e ne ha diciotto alla fine del libro, in piena guerra di Corea. L'ambiente «vero» (le borgate romane, che fasciano la capitale coi loro lotti, i loro villaggi di tuguri), i personaggi «veri», quasi da documentario sociale, le situazioni «vere», fino a sembrar tolte, come in parte lo sono, dalla cronaca romana, potrebbero far pensare a questa biografia del Riccetto e dei suoi coetanei, come a un prodotto del gusto neorealistico: mentre non è precisamente così.

C'è troppa violenza perché si possa parlare di neorealismo.

L'autore, nel creare questo genere di racconto, ha avuto piuttosto davanti a sé dei modelli più autentici e assoluti, dalla novellistica antica italiana al romanzo picaresco. Ma, nonostante l'abilità e la complessità dello stile, non c'è aria di letteratura in queste pagine: l'estrema attualità del documento - che è documento dell'Italia ultimissima, quella della fine del dopoguerra - è troppo determinante, e implica una passione e una pietà ben altro che letterarie.

Il romanzo è scritto tutto in chiave d'avventura: proprio com'è la vita delle borgate romane, in cui il vizio e l'abbandono si esprimono nelle allegre frasi del gergo, le malattie, i digiuni e la morte hanno allegri commenti di stracci sventolanti, di canzonette e di sole.